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Chi spinge (e chi frena) su Pirozzi candidato per il centrodestra nel Lazio

Era partito come il candidato ideale. Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice (nella foto), sembrava essere l’uomo perfetto per il centrodestra alla Regione Lazio, dove si vota la primavera prossima. L’uomo su cui i riflettori si sono accesi dopo il terribile terremoto che ha colpito la cittadina laziale è diventato subito un personaggio. Un nome che avrebbe dato filo da torcere ai due candidati già in lizza: il presidente uscente Nicola Zingaretti (Pd) e la deputata pentastellata Roberta Lombardi. Due figure di peso davanti a cui, per avere chance, serve un candidato forte. Come poteva essere il sindaco di Amatrice. Poteva, appunto. Perché sulla sua possibile candidatura si è iniziato a storcere il naso immediatamente. Troppo individualista, troppo fuori dai partiti e, quindi, incontrollabile, la critica mossa nei suoi confronti.

Per questa candidatura il derby è tutto tra Forza Italia e Fdi, dato che nel Lazio la Lega non tocca palla. Berlusconi ci aveva fatto un pensiero, salvo poi farsi convincere da Antonio Tajani a deviare su altri. La candidata preferita dal Cavaliere è Luisa Todini, ma non è detto che poi il nome sia quello. Anche Fdi si è defilata: tra gli ex An si preferirebbe un politico puro e ambizioni in tal senso sono nutrite da Fabio Rampelli, uomo forte a Roma con truppe dislocate anche nel resto del territorio. Pirozzi candidato governatore, dunque, non ha trovato il sostegno nemmeno di Giorgia Meloni. Così, l’unico a tendergli la mano è stato Matteo Salvini. Che ieri, fresco del buon risultato ottenuto sul referendum autonomista, è calato a Roma per presentare il libro del sindaco di Amatrice.

“La scossa dello scarpone”, il titolo. E l’evento è stato un successo: duemila persone radunate all’Eur per ascoltare il Pirozzi-pensiero. Tra loro, il governatore Zingaretti, Meloni, un bel po’ di ex An tra cui Gianni Alemanno e Francesco Storace, e naturalmente Salvini. “Mi piacerebbe che si candidasse, ma io non gliel’ho chiesto. Se così fosse, avrebbe il mio appoggio, ma dipende da lui”, ha detto il leader leghista. Storace e Alemanno mettono il cappello sulla candidatura. “È l’uomo giusto per il centrodestra. Con lui si può vincere”, dicono all’unisono i due ex An che hanno dato vita al Movimento nazionale per la sovranità. Sarà anche per questo motivo che Meloni frena. “Non abbiamo nemmeno iniziato a parlarne, prima bisogna pensare alla Sicilia, per il Lazio vedremo”, taglia corto l’ex ministra delle Politiche giovanili.

Lui, naturalmente, a domanda non risponde, ma fa capire che, se tutti fossero uniti, ci starebbe. “Figuriamoci se mi sbilancio oggi. Siamo qui solo per parlare del mio libro”, dice il sindaco. Che, da allenatore di calcio qual è, prosegue con una metafora calcistica. “Voglio continuare a fare il mister, ma una squadra vince se ha una visione comune, quando tutti lavorano l’uno per l’altro per la propria maglia, allora sì che si fanno i risultati”, sostiene.
Ecco, questo gioco di squadra in suo favore nel centrodestra non c’è. E la sponda salviniana non gli basterà. Così a Pirozzi restano due strade: fare una corsa in solitaria candidandosi lo stesso a capo di una lista civica (che però sembra più uno spauracchio tenuto in campo dal sindaco per avere altro) oppure accettare la controfferta che gli è stata già fatta: un seggio sicuro in Senato in quota Fratelli d’Italia. E questa probabilmente sarà la via che il combattivo sindaco di Amatrice sceglierà: la vittoria nel Lazio, infatti, era alla portata ma niente affatto sicura. La Lombardi è forte (anche se potrebbe scontare un effetto-Raggi in negativo), ma il favorito resta sempre Zingaretti, che ha ben amministrato. Meglio un bel seggio a Palazzo Madama, da cui magari spiccare il volo nel caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni. “L’accordo c’è già, Pirozzi sarà candidato alle Politiche”, dice una fonte di Fdi. Lui, dal canto suo, ha smesso di strizzare l’occhio anche al Pd: chi lo segue con attenzione ha notato che, a differenza dei primi tempi, Pirozzi parla da uomo di centrodestra. Pronto ad approdare in Parlamento.



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