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Tre gruppi da battaglia americani sono nel Pacifico (e forse c’entra parecchio Kim)

Nel momento in cui questo articolo viene scritto, gli Stati Uniti hanno dispiegato tre portaerei nel Pacifico. E questo significa che tre colossi dei mari insieme ai loro gruppi da battaglia (composti da cacciatorpediniere, incrociatori, sommergibili, fregate) si trovano a navigare all’interno dello stesso quadrante strategico. Il Pentagono divide il globo in settori di competenza, cui assegna le unità militari: al momento il Pacific Command e la Settima flotta collegata hanno a disposizione un arsenale senza eguali. Ognuna delle punte del tridente di Nettuno che Washington ha messo nel Pacifico può scatenare da sola una potenza di fuoco superiore a quella di interi eserciti di più della metà dei paesi del mondo.

Il comunicato stampa del Pentagono dice che non è così “uncommon“, strano, che ci siano questi incroci e che sono semplicemente il risultato della rotazione periodica con cui la US Navy muove i suoi mezzi, “business as usual“. Ma è inevitabile inquadrare la presenza contemporanea della “USS Nimitz”, della “USS Theodore Roosevelt” e della “USS Ronald Reagan”, nel sistema pensato dalla Casa Bianca per creare spauracchi contro la minaccia atomica della Corea del Nord.

La Reagan, che è la portaerei che usualmente opera nell’area della Settima flotta, è arrivata al porto di Busan, in Corea del Sud, la scorsa settimana e il suo approdo è stato accompagnato da quello del sommergibile “USS Michigan”, unità di punta a potenziale nucleare che è affiorato in superficie con visibili sul deck i due silos che ospitano i minisub usati dagli incursori subacquei – messaggio nel messaggio: abbiamo anche pronto il potenziale per una “assasination mission con Kim Jong-un come target.

Mercoledì la Nimitz è entrata nell’area operativa della Settima, ripartendo dal Bahrein. Lunedì stessa rotta era toccata alla Roosevelt, partita dalla base di San Diego il 6 ottobre: “Quando un vettore lascia la base, dobbiamo essere pronti per qualsiasi cosa” ha dichiarato nel dispaccio di partenza il capitano della nave Carlos Sardiello.

Oltre Pyongyang, le navi della Settimana hanno il compito di marcare la presenza americana in un’area di sette milioni di miglia quadrate, che va dal confine India-Pakistan fino alla International date line, e dall’Antartico fino alle Isole Kuril a nord-est del Giappone. Attori come la Russia e la Cina sono gli altri protagonisti dell’area. Negli ultimi mesi la flotta è finita sotto severe revisioni interne dell’operato fatte anche dal Comitato Forze armate del Senato, perché è stata coinvolta in vari incidenti.

(Foto: Twitter, @NimitzNews)

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