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Popolare di Vicenza, ecco le nuove staffilate a Bankitalia

Nuove tensioni mediatiche su Popolare di Vicenza e Bankitalia. Non passa giorno che contro Palazzo Koch e il governatore, Ignazio Visco, arrivino staffilate. Oltre alla vigilanza troppo prudente, come ha detto il procuratore di Milano, Francesco Greco, un secondo fronte si è aperto sulla questione delle porte girevoli, ex funzionari di Bankitalia ingaggiati dalla Popolare di Vicenza, banca sulla quale Via Nazionale, a detta dei renziani ma non solo, non avrebbe per l’appunto vigilato accuratamente (qui l’approfondimento di Formiche.net). Ad alzare ulteriormente il livello dello scontro è stata La Verità, il quotidiano fondato da Maurizio Belpietro.

LE (NUOVE) ACCUSE A BANKITALIA

Il quotidiano punta contro quei funzionari di Via Nazionale passati dal ruolo di vigilanti a quello di vigilati, in quanto assunti presso la banca una volta guidata da Gianni Zonin. In particolare si tratta di Lucio Menestrina, fino al 2005 in forza all’istituto centrale e poi passato alla Popolare di Vicenza, fino a diventarne, scrive La Verità, direttore finanziario. Per il quotidiano, che cita documenti che provano il passaggio da Roma a Vicenza di Menestrina, si tratta dunque di un caso lampante di porte girevoli, con il “controllore che passa dalla parte dei controllati” ovvero vigilanti “che dopo aver dichiarato che la Popolare di Vicenza era sana come un pesce sono stati assunti dalla stessa banca su cui avevano l’obbligo di vigilare”, scrive nel suo editoriale Belpietro.

LA REAZIONE DI BANKITALIA

Ma come hanno presa in Bankitalia la nuova bordata? Non molto bene, almeno dalle indiscrezioni raccolte da Formiche.net. Lo schema di difesa è più o meno quello adottato due giorni fa in occasione del primo round di accuse trasversali (Pd, il procuratore di Vicenza, Antonio Cappelleri e Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione banche) a tre ex funzionari (Luigi AmoreMariano Sommella e Gianandrea Falchi). E cioè che si tratta di un ex funzionario che per un periodo, lasciata Bankitalia, ha lavorato nella banca di Zonin. Nel caso di Menestrina da Via Nazionale precisano come si tratti non di una prima linea (come per i primi tre) e comunque distaccato per molto tempo presso la sede di Firenze. L’atmosfera a Palazzo Koch è comunque pesante e in molti parlano di “caccia alle streghe”.

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