Nel corso del National Security Summit organizzato a Washington DC dalla Foundation for the Defense of Democracies, Mike Pompeo, direttore della Cia, ha definito Wikileaks una delle principali minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti ed ha inserito il network di Julian Assange nella lista dei gruppi terroristici che l’agenzia punta a eliminare, equiparandolo ad Isis, al Qaeda ed Hezbollah.
Il direttore ha pronunciato parole durissime nei confronti dell’organizzazione, i cui fini sarebbero fortemente destabilizzanti e antidemocratici: “I talked about these non-state actors, and it’s not just Wikileaks. Indeed I may have overemphasized them — they are an enormous threat, we are working to take down that threat to the United States as well, to reduce the threat from all of it”.
Le dichiarazioni di Pompeo sono state riprese dai media internazionali fino a giungere all’attenzione dello stesso Assange che, sentito dal Washington Times, ha dichiarato: “All serious news organizations develop and protect sources with the intent of publishing what they find. To suggest that media organizations are intelligence agencies is as absurd as suggesting that CIA employees are journalists. This ridiculous claim has a transparently insidious purpose: to gain the legal authority to treat journalists and publishers as terrorists for simply doing their job, holding the CIA to account”.
Facendo leva sul concetto della libertà di stampa e sul diritto a preservare l’anonimato delle fonti, Assange ha voluto equiparare Wikileaks a tanti altri network che tutelano la sicurezza delle proprie informazioni, con l’intento di normalizzare l’operato di un’organizzazione che continua, però, a mantenere elevatissimi livelli di clandestinità. Questo confermerebbe solo in parte l’attinenza alla realtà della dichiarazione al Washington Times.
Sul tema dell’accostamento tra Wikileaks e le organizzazioni terroristiche più pericolose al mondo, Langley ha deciso di diffondere un ulteriore comunicato per meglio chiarire l’impegno dell’agenzia contro ogni tipo di minaccia alla sicurezza nazionale USA. Dean Boyd, portavoce della Cia, ha rilasciato la seguente dichiarazione al Washington Examiner: “Mr. Pompeo’s remarks described the counterintelligence threats posed by WikiLeaks and other non-state hostile intelligence services — including Hezbollah and ISIS — and the need to counteract the counterintelligence efforts that these groups employ against the United States”.
Quasi a voler sgombrare il campo da interpretazioni fuorvianti, l’agenzia chiarisce che gli sforzi per affossare Wikileaks non sono finalizzati a limitare la libertà di stampa e il diritto all’informazione. La Cia, piuttosto, punta a combattere gli interessi nascosti riconducibili a quanti alimentano il bacino informativo di Wikileaks, che viene dunque considerato un nemico da combattere con gli strumenti della counter-intelligence.
Il richiamo al tema dei cosiddetti “agenti di influenza” sembra più che evidente. In un momento storico in cui le vicende del Russiagate occupano le prime pagine dei media internazionali, la Cia fa sapere al mondo che intende preservare a tutti i costi la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati da tentativi di ingerenze o interferenze esterne.
Langley, dunque, implementerà ulteriormente i propri sforzi sull’organizzazione di Julian Assange, il cui livello di priorità è già oggi altissimo, al punto da essere paragonabile ai più sanguinari gruppi terroristici in giro per li mondo.