“Il ripetersi di episodi di violenza particolarmente efferati quasi sempre connessi a manifestazioni di criminalità politica che hanno assunto veri e propri aspetti di terrorismo, guerriglia urbana e altre forme di violenza generalizzata e indiscriminata, inducono all’opportunità, così come è avvenuto anche in altre Nazioni democratiche, di procedere alla costituzione di particolari unità operative, nell’ambito della Pubblica Sicurezza, cui affidare specifici compiti anti-terrorismo ed operazioni speciali”. È l’inizio della lettera (maiuscole comprese) che l’allora ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, inviò al capo della Polizia, Giuseppe Parlato, disponendo la creazione di unità speciali antiterrorismo. Era il 24 ottobre 1977. Il giorno successivo, 25 ottobre, Cossiga scrisse al comandante dei Carabinieri, generale Enrico Mino, spiegando ugualmente la necessità di disporre “di unità per l’impiego in operazioni speciali anti-terrorismo e anti-guerriglia”, dettaglio quest’ultimo che non compare nella lettera alla Polizia. La pratica sarebbe passata al generale Pietro Corsini, che una settimana dopo assunse la guida dell’Arma.
Le date non sono casuali perché il 24 ottobre 1977 fu approvata la legge 801 che riformava i servizi segreti creando il Sismi alle dipendenze del ministero della Difesa e il Sisde alle dipendenze del ministero dell’Interno. I due servizi erano coordinati dal Cesis, giusto 30 anni prima della riforma tuttora in vigore, quella del 2007.
GLI ANNI ’70 E IL CASO MORO
La ricorrenza dei 40 anni del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro (16 marzo – 9 maggio 1978) coincide anche con i 40 anni della nascita dei reparti antiterrorismo della Polizia, il Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza), e dell’Arma dei Carabinieri, il Gis (Gruppo di intervento speciale), che furono costituiti rispettivamente il 31 gennaio e il 6 febbraio 1978. Due reparti d’élite che da decenni mietono successi e che ancora oggi restano in prima linea nella lotta al terrorismo internazionale: il Gis è pronto per eventuali interventi nel Centro-Nord e il Nocs nel Centro-Sud. La loro nascita seguì però percorsi diversi che dipesero dai rispettivi compiti e organizzazioni di allora.
Fin dal 1976 numerose nazioni europee si posero il problema di come affrontare un terrorismo crescente e Cossiga visitò alcuni reparti speciali come in Inghilterra il 22° reggimento Sas (Special Air Service) e in Germania il GSG-9 (Grenzschutzgruppe 9): scelse il primo che aiutò a costituire l’Unis, Unità di intervento speciale. Infatti, nelle lettere dell’ottobre 1977 si fa riferimento a contatti con Paesi alleati per corsi, aggiornamenti e assistenza tecnica: in particolare fu utile l’esperienza del Team Pagoda del Sas. L’Unis comprese reparti scelti delle Forze armate a disposizione del Viminale per operazioni antiterrorismo: il 9° battaglione d’assalto paracadutisti Col Moschin dell’Esercito (oggi a livello reggimento), il Gruppo operativo incursori (Goi) del Comsubin della Marina e il Gis dei Carabinieri, costituito il 6 febbraio 1978 con uomini del 1° battaglione carabinieri paracadutisti Tuscania (anch’esso oggi a livello reggimento). L’Arma, all’epoca, faceva parte dell’Esercito. L’Unis restò operativa fino al 1984 e solo 30 anni dopo sarebbe nato l’attuale Cofs, Comando interforze per le operazioni delle forze speciali.
IL NOCS DELLA POLIZIA
Alcuni attentati verificatisi all’inizio degli anni Settanta costrinsero a ripensare la struttura antiterrorismo, in particolare l’attacco palestinese all’aereo Pan Am a Fiumicino il 17 dicembre 1973: sparatorie e bombe al fosforo provocarono 34 vittime e almeno 15 feriti. Il 1° giugno del 1974 fu sciolto l’Ufficio Affari riservati, diretto da Federico Umberto d’Amato, e costituito l’Ispettorato generale per l’azione contro il terrorismo (Igat) diretto dal prefetto Emilio Santillo, 300 uomini in 13 centri alle dirette dipendenze del capo della Polizia. L’anno successivo, nel 1975, si trasformò nel Servizio di Sicurezza (Sds), con un ruolo prevalentemente operativo e sempre con Santillo al vertice. Fu in questo Servizio che nacque l’embrione del futuro Nocs, cioè il Nucleo Anticommando, costituito con personale esperto in arti marziali preso dal gruppo sportivo Fiamme Oro: fu subito sottoposto all’addestramento tecnico, ma in qualche modo bisognava pur cominciare…
LA DIRETTIVA COSSIGA
Il Nocs fu istituito nell’ambito dell’Ucigos (Ufficio centrale investigazioni generali e operazioni speciali) che alla fine degli anni Ottanta divenne l’attuale Direzione centrale della Polizia di prevenzione. Il decreto istitutivo firmato da Cossiga il 31 gennaio 1978 ne definiva l’organizzazione in Divisione investigazioni speciali, Divisione operazioni speciali, due Divisioni antiterrorismo e, appunto, un Nucleo operativo centrale di sicurezza. Ciò consentì al Nocs di essere utilizzato anche durante il sequestro Moro perché, pur con un ridotto numero di uomini, quelli dell’Anticommando erano già stati protagonisti di importanti arresti, dal neofascista Pierluigi Concutelli, uno dei capi di Ordine Nuovo e killer del giudice Vittorio Occorsio nel 1976, a Giovanni Gentile Schiavone, uno degli ideologi dei Nap, Nuclei armati proletari. Durante gli anni di piombo sono stati innumerevoli gli interventi e gli arresti di terroristi rossi e neri, ma non si può non ricordare il blitz che portò alla liberazione del generale americano James Lee Dozier il 26 gennaio 1982 a Padova: nessun colpo sparato, cinque brigatisti arrestati, il generale libero e sorpreso. Dozier non ha mai dimenticato e nella lettera del 23 giugno 1995 spedita all’allora neocomandante del Nocs, Maurizio Genolini, ricordò con umorismo che, appena salvato dalle Brigate rosse, temette di morire nell’auto della Polizia spinta a 140 km orari nel centro di Padova.
Numerosi anche gli interventi per i sequestri di persona: nelle indagini per quello di Giuseppe Soffiantini, l’ispettore Samuele Donatoni rimase ucciso in un conflitto a fuoco il 17 ottobre 1997 con i sequestratori. Nel 2005 a Roma, invece, arrestarono uno degli autori dell’attentato di Londra del 21 luglio. Oltre al direttore e al vicedirettore, il Nocs comprende cinque sezioni: intervento speciale; protezione; studi, sperimentazione e addestramento; sanitaria; supporto tecnico logistico. In particolare, la prima sezione comprende le squadre di intervento speciale con assaltatori, artificieri e apertura varchi, sommozzatori, sniper e cinofili. Il loro motto è Sicut nox silentes (Silenziosi come la notte), coniato da Cossiga che, peraltro, scelse anche i nomi Nocs e Gis.
IL GIS DEI CARABINIERI
Tre anni prima della lettera di Cossiga al generale Mino, nel 1974 i Carabinieri avevano costituito uno speciale nucleo di polizia giudiziaria a Torino, voluto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che fu sempre chiamato il “nucleo speciale antiterrorismo” perché nato per affrontare il fenomeno brigatista. Si trattava, però, di investigatori di prima linea e non di operatori di forze speciali. Dopo la direttiva dell’ottobre 1977, è il 6 febbraio 1978 che nasce davvero il Gruppo di intervento speciale: oltre al comandante e al nucleo comando, il Gis è strutturato in sezione addestrativa, sezione pianificazione operativa, sezione tiratori scelti-ricognitori, sezioni operative, nucleo tecnico e nucleo negoziazione.
UN MOTTO PER I 40 ANNI
Il Gis non ha un motto ufficiale, ma in occasione del quarantennale da pochi giorni gli stessi operatori ne hanno coniato uno proprio: In singuli virtute aciei vis, che traducono modernamente “Nella virtù del singolo sta la forza del gruppo” anziché “dell’esercito”. Un’iniziativa che meriterebbe una consacrazione ufficiale. Il loro pane quotidiano è perfezionare l’addestramento e la prontezza operativa per sequestri di persona, dirottamenti di aerei o veicoli, riassunzione del controllo di strutture strategiche eventualmente in mano a terroristi. Inoltre, unità del Gis sono presenti nelle missioni all’estero sia per la sicurezza che per addestrare corpi di polizia o forze speciali di altre nazioni. Dalla fondazione del Cofs nel 2004, l’élite dell’Arma ne fa parte con Col Moschin, Goi e 17° stormo incursori dell’Aeronautica. In un dettagliato report del Cesi del 2016, si spiega che sono quattro le sezioni del Gis che forniscono aliquote in funzione antiterrorismo sotto l’egida del ministero dell’Interno, due delle quali rispondono anche alle esigenze militari del Cofs. Di queste ultime, una fornisce unità per le missioni internazionali, l’altra è pronta in caso di cittadini italiani presi in ostaggio all’estero.
L’Italia seppe dell’esistenza del Gis il 29 dicembre 1980 quando fece irruzione nel carcere di Trani dove 98 terroristi rossi avevano organizzato una rivolta e preso 18 agenti di custodia in ostaggio: uno scontro a fuoco di un’ora e la rivolta fu repressa. Da allora innumerevoli interventi, da sequestri di persona ad arresti di latitanti.
L’ANTITERRORISMO OGGI
Dall’attacco alla redazione di Charlie Hebdo nel gennaio 2015 a Parigi è cambiato tutto sia nelle scelte politiche che in quelle operative in quasi tutti i Paesi. L’Italia, che svolge un eccellente lavoro preventivo grazie a forze dell’ordine e intelligence, si è attrezzata ancora di più con reparti che rappresentano una via di mezzo tra le normali pattuglie e le forze speciali, annunciati dall’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel marzo 2015. Così i Carabinieri hanno creato le Api, Aliquote di pronto intervento, e la Polizia le Uopi, Unità operative di pronto intervento. Entrambe sono dislocate in numerosi capoluoghi di provincia e hanno il compito di intervenire per prime in caso di attacco terroristico: non sono unità a disposizione nelle caserme, ma “normali” pattuglie in circolazione pur essendo molto meglio attrezzate con mezzi blindati, tute, giubbotti antiproiettile, elmetti e armi più sofisticate. L’addestramento è curato dal Nocs e dal Gis sia per questioni tecniche che per perfezionare il coordinamento operativo nel caso sia necessario l’intervento del reparto speciale. In più, i Carabinieri hanno istituito le Sos, Squadre operative di supporto, unità di rinforzo mobili che il Comando generale assegna provvisoriamente ai comandi provinciali per specifiche esigenze antiterrorismo.
Nella prevenzione e nella pianificazione antiterrorismo quello eventuale del Nocs o del Gis viene asetticamente definito “intervento risolutivo”. Se tocca a loro non c’è più spazio per mediazioni.