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L’oro vale sempre oro. Anche nell’era del Bitcoin. Parola di Salvatore Rossi

L’oro è sempre oro. E non c’è Bitcoin che tenga. A quasi tre millenni dalla fondazione di Roma il metallo giallo continua ad esercitare un certo fascino, nonostante la moneta si sia via via trasformata in banconota, bonifico bancario e infine criptovaluta. Tanto da scriverci sopra un saggio, ricco di numeri e statistiche, sul valore senza tempo dell’oro. Ci ha pensato Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel suo libro Oro (Il Mulino), presentato ieri sera a Roma, presso la sala della Colonne della Luiss, nel corso di un dibattito moderato da Maria Laura Rodotà.

Tutto parte da una grande verità. E cioè che da sempre è simbolo di ricchezza, bellezza, divinità, potere. Ma anche di risparmio e di scambio. Chi lo possiede lo conserva stipato in scrigni, casseforti, forzieri e caveaux. Perché? L’oro è un mistero che resiste da seimila anni, da quell’età dell’uomo che porta il suo nome, l’età dell’oro. Eppure, è il messaggio di fondo dell’opera, oggi, nell’era del denaro di carta e in quella che si annuncia del denaro virtuale, l’oro dovrebbe apparirci anacronistico e dimenticato, al tramonto della sua funzione.

Eppure non è dimenticato affatto da chi cerca un porto sicuro per i propri risparmi, a cominciare dagli Stati e dalle banche centrali. Lungi dall’essere un’anticaglia di famiglia simbolo di vecchie ricchezze tramandate per eredità, l’oro resta il bene-rifugio per eccellenza, perno delle economie e dei sistemi monetari. Insomma, argomenta Rossi nel saggio, ci sarà pure un motivo se ancora oggi, dove ogni minuto nel mondo avvengono migliaia di transazioni finanziarie, l’oro è cosi importante e le banche centrali lo conservano ancora in abbondanza nei loro forzieri segreti, dove si forma ogni giorno il prezzo dell’oro e perché quasi tutti lo considerano ancor oggi un bene rifugio. “L’oro ci accompagnerà per molto tempo, credo ancora qualche millennio”, ha profetizzato Rossi.

Alla Luiss però non si è parlato solo di oro, ma anche di elezioni. Conversando con i cronisti, Rossi ha voluto rassicurare circa un possibile nervosismo dei mercato a fronte dell’incertezza sulle sorti del nuovo governo. “Al momento, come è evidente, non c’è nessun segno che i mercati finanziari internazionali abbiano preoccupazione per la situazione politica italiana: ovviamente chi investe denaro proprio o altrui non ama che l’instabilità si prolunghi troppo. Quindi confidiamo tutti da cittadini e gente che osserva i mercati che questa fase di incertezza non si prolunghi oltre i tempi fisiologici”.

 

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