Elliott non spaventa il governo italiano, anzi. L’avanzata del fondo americano di Paul Singer, che punta a scalzare l’attuale azionista di riferimento Vivendi (qui lo speciale di Formiche.net) piazzando un proprio board alternativo a quello odierno, salvando solo il ceo Amos Genish, può avere un senso e un fine. Almeno a sentire il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, intervenuto questa mattina al Gse con una delle sue ultime uscite prima delle dimissioni in blocco dell’attuale esecutivo, una volta formate le nuove Camere.
Quello del fondo Elliot per Tim “è un progetto coincidente a quello che noi intendiamo fare per l’interesse pubblico ma mi pare che anche Tim fosse orientata in questo senso”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda (nella foto) a margine della presentazione del rapporto del Gse. Il responsabile dello Sviluppo spezza dunque una lancia a favore del progetto che il fondo attivista Elliott ha messo in piedi per Tim, società nella quale si è portata sopra il 5% del capitale sfidando i francesi di Vivendi che sono attualmente in cabina di regia e chiedendo l’accelerazione sullo scorporo della rete e la sua quotazione.
Proprio domani si riunirà il cda di Tim a Roma per esaminare principalmente la richiesta di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la lista di consiglieri formalizzata da Elliott anche se sul tavolo, secondo le attese dovrebbe esserci anche il tema della sicurezza e quindi della richiesta valorizzazione di Sparkle. Il vicepresidente Giuseppe Recchi sarebbe intenzionato a rimettere le sue deleghe come già aveva anticipato a gennaio quando ha assunto l’incarico di ad della società biomedicale Affidea.
Tim ha intanto ufficializzato che da metà aprile, Pietro Scott Jovane ex ad di Rcs, entrerà a far parte del gruppo con il ruolo di chief commercial officer, affiancando proprio l’attuale ceo Genish.