La pressione è stata forte, così come il timore di non recuperare la fiducia degli utenti andata perduta. Per questo Mark Zuckerberg, dopo averlo in parte annunciato, si presenterà al Congresso statunitense l’11 aprile, per rendere conto della gestione dei dati degli utenti di Facebook, dopo il caso Cambridge Analytica.
DI FRONTE ALLA COMMISSIONE
L’amministratore delegato del social network dovrà spiegare, davanti alla commissione Energia e Commercio della Camera, come sia stato possibile che le informazioni personali di oltre 50 milioni di utenti possano essere state ottenute impropriamente dalla società di dati Cambridge Analytica, che ha lavorato anche per la campagna elettorale del presidente americano Donald Trump.
DISINFORMAZIONE E INFLUENZA
Il tema, evidenziano gli esperti, non è solo di privacy, ma anche (e forse soprattutto, in questo caso), di tenuta democratica. Le informazioni degli utenti, infatti, sarebbero state utilizzate per profilare gli elettori e portarli, così, su determinate posizioni politiche. Anche per questo, seppur tardivamente Zuckerberg ha annunciato proprio nelle scorse ore che Facebook ha cancellato oltre 270 pagine e profili riconducibili alla Internet Research Agency (Ira), la cosiddetta ‘fabbrica dei troll’ russa accusata di essere dietro le campagne propagandistiche che avrebbero tentato di influenzare le elezioni in alcuni Paesi occidentali, compresi gli Usa.
IL SALISCENDI IN BORSA
La situazione di incertezza che caratterizza il futuro del social network è ben rappresentata dal continuo saliscendi che lo sta caratterizzando in borsa. Dopo aver bruciato diversi miliardi, il titolo del gruppo con sede a Menlo Park (California) cede l’1,6% nel premercato; ieri aveva guadagnato lo 0,46% a 156,11 dollari.