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Tap e i “suoi fratelli”: la nuova frontiera dell’Europa e del suo Pil

gas

La nuova frontiera dell’Europa e del suo Pil si ritrova alla voce gas nel Mediterraneo e nei Balcani. Non solo i nuovi gasdotti come Tap e Eastmed stanno mutando l’alfabeto geopolitico del vecchio continente, ma la consapevolezza che il costone balcanico sta assumendo una rilevanza sempre più strategica anche per l’interlocuzione con colossi mondiali come Gazprom. Il caso serbo è un altro tassello di questo infinito puzzle che si compone, con sullo sfondo il tema della sicurezza degli approvvigionamenti e della dipendenza/indipendenza da Mosca.

GAS IN SERBIA

Anche in Serbia si apre ufficialmente la stagione della caccia al gas, con l’interesse di una super potenza. La Nis (compagnia Naftna industrija Srbije) controllata da Gazprom per il 51% inizierà ricerche di possibili riserve di petrolio e gas naturale in Vojvodina, nel nord della Serbia. Si tratta di 720 chilometri quadrati. Molto probabile che lo trovino, osservano alcuni analisti, ma al di là di quanto se ne troverà, ecco che è la strategia legata ai gasdotti e agli intrecci (Tanap-Tap-Eastmed) che declina la nuova geopolitica eurobalcanica.

Le operazioni saranno avviate il prossimo 15 luglio. Secondo il direttore della ricerva di Nis, Gorica Mandic, i veicoli non entreranno nei terreni agricoli, quindi non ci saranno danni nei campi, ma in ogni caso la società compenserà gli eventuali danni che saranno valutati dalle comunità locali alla presenza di rappresentanti della Nis.

L’azienda deve però affrontare una vertenza da parte di alcuni ex lavoratori che hanno citato in giudizio la società per via di stipendi arretrati. Secondo il programma sociale l’azienda si era impegnata ad aumentare del 15% la busta paga ai dipendenti ma poi i soldi non arrivarono.

Nonostante la questione giudiziaria, nel primo trimestre di quest’anno Nis ha realizzato un utile netto di 3,7 miliardi di dinari, mentre altri 7,8 miliardi di dinari sono stati investiti nello sviluppo, il 68% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La maggior parte dei fondi saranno dedicati alla ricerca e alla produzione di petrolio e gas, tra cui i fondi utilizzati per aggiungere un complesso di compressione alla raffineria di Pancevo.

Proprio in virtù di questo fiorente stato di salute finanziaria, quest’anno Nis ha sponsorizzato il festival “Balkan Trafik” di Bruxelles, evento d’arte che dal 2007 viene organizzato dalla Commissione europea per promuovere la cultura del Sud Est Europa nell’Ue. L’evento ogni anno attira quasi 8.000 visitatori con artisti del calibro di Emir Kusturica, Goran Bregovic, Biljana Krstic, Amira Medunjanin.

SCENARI

Se la ricerca di gas in Serbia dovesse rivelarsi fruttuosa, ecco che l’Europa aggiungerebbe un altro tassello alla sua indipendenza energetica, dopo i progetti legati al gasdotto Tap, Tanap e a quello Eastmed. Il primo porterà dall’area del Mar Caspio (Azerbaigian) in Italia e in Europa passando per Grecia, Albania e Puglia. Il Tanap (Trans Anatolian Pipeline) attraverserà da Est a Ovest la Turchia mentre il Scp (South Caucasus Pipeline) permetterà al mercato europeo di accedere alle riserve di gas naturale dell’area del Mar Caspio. Eastmed invece collegherà direttamente le risorse di gas dell’Est Mediterraneo con la rete Europea grazie ad un vettore in grado di trasportare fino a 15 miliardi di metri cubi all’anno dalle riserve di gas recentemente scoperte nel bacino off-shore di Israele e Cipro.

NIS & GAZPROM

Ma come è riuscita Nis ad essersi dotata di un potenziale così ascendente? Un punto di partenza è stato fissato lo scorso ottobre quando Gazprom Neft ha immesso 2,9 miliardi di dollari nello sviluppo della sua controllata serba. E’chiaro che grazie a tali investimenti Nis ha assunto il ruolo di player regionale nel settore energetico con la prospettiva di recitare un ruolo significativo nell’intera area dell’Europa sudorientale. Lo dimostrano le opere realizzate a Pancevo proprio da Gazprom Neft del valore di 30 milioni di euro con la possibilità di aumentere il tasso di conversione della raffineria al 99,2% proprio grazie alle nuove infrastrutture.

Ma in precedenza c’era stato un altro grosso investimento effettuato da Gazprom in loco: 540 milioni nella costruzione di un complesso idrocracking e hydrotreating che aveva permesso nel 2012 alla raffineria di Pancevo di iniziare la produzione di carburante Euro 5.

Altri investimenti per un totale di 2,2 miliardi di dollari saranno effettuati entro la fine del 2025 per espandere ulteriormente l’attività di Nis. La società intende investire nella generazione di energia, oltre a snellire le sue prestazioni operative: queste le linee guida emerse a seguito dell’ultimo consiglio di amministrazione che ha approvato la strategia di sviluppo aziendale del prossimo quinquennio.

twitter@FDepalo

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