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Tutti in Libia. La Francia cerca di recuperare terreno rispetto all’Italia

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In Libia, negli ultimi tempi, è in atto una vera e propria corsa alla missione internazionale. I dossier sul piatto sono noti: cooperazione e supporto per la difficile situazione in cui versa il Paese, insieme alla gestione dei flussi migratori che quotidianamente prendono il largo dalla loro coste. Questa volta, in attesa che nei prossimi giorni tocchi il suolo libico anche il ministro della Difesa italiano Elisabetta Trenta, è il turno del capo della diplomazia francese, Jean-Yves Le Drian, che è atteso oggi sia nella sede del governo di accordo nazionale a Tripoli, che a Tobruk.

Le Drian giunge in Libia dopo aver fatto già tappa in Tunisia (dove oggi si trova la Trenta). Un viaggio, quello a Tripoli e a Tobruk, che arriva a pochi giorni dalla frenata dell’Onu sulla possibilità di prossime elezioni in Libia, e che mira rafforzare la discussione sulle possibili vie d’uscita dalla crisi, in modo da riuscire comunque a portare il Paese al voto quanto prima.

Si tratta, inoltre, della prima visita di un membro del governo francese dalla Conferenza di Parigi del 29 maggio, circostanza appunto, nella quale il presidente Emanuel Macron aveva avanzato l’idea di indire elezioni in territorio libico per la fine del 2018. L’agenda del ministro, secondo una nota rilasciata dal ministero degli Esteri libico, prevede innanzitutto l’incontro con il suo omologo, Mohammed al Siyala e con il premier Fayez al Serraj. Inoltre, il portavoce del parlamento di Tobruk ha riferito che nella seconda tappa nella città a est della Libia, Le Drian vedrà il presidente della Camera Aguila Saleh.

La visita del ministro d’oltralpe, comunque, si inserisce come ultimo tassello di un puzzle di incontri internazionali che, nell’ultimo mese si sono susseguiti a distanza ravvicinata tra loro. In principio era stato Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno del neonato governo Conte, a recarsi a colloquio con il suo omologo libico per discutere della gestione dei rapporti Italia-Libia e soprattutto sulla situazione dei flussi migratori. Dopo di lui era stato il turno del capo della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi e di Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento. Anche in entrambe le loro missioni il fulcro era stato sempre la stabilizzazione della situazione del Paese, la legittimazione del governo di accordo nazionale e il delicato dossier migrazioni.


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