Inizia in un clima di cordiale collaborazione, insieme alla consapevolezza di trovarsi di fronte a un tema spinoso e delicato, la missione di Elisabetta Trenta in Libia. Reduce dalla missione di ieri in Tunisia, il ministro della Difesa è atterrato questa mattina a Tripoli insieme al capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano, accolta dal suo omologo libico. “Siamo felicissimi di avervi qui in Italia. Complimenti per il suo incarico. Abbiamo relazioni importanti e storiche su cui dobbiamo investire tutti, per la stabilità del Mediterraneo”, sono state le prime parole di Najim Owida.
“La ringrazio per le sue parole di augurio. Il governo che rappresento continuerà a stare al fianco della Libia e del suo popolo. Condividiamo la stessa casa, il Mediterraneo, e l’Italia vuole fare di più per la stabilità della regione e del Paese. Ma condividiamo anche un problema importante: i flussi migratori che portano instabilità all’Italia e alla Libia. Occorre fermare il traffico di esseri umani e l’immigrazione irregolare. In questo senso, visto che mi ritengo una persona pragmatica, credo che l’Italia debba intensificare il suo sforzo ed è pronta a farlo, secondo le necessità e le esigenze del popolo libico”, ha risposto Trenta. Naturalmente queste primissime dichiarazioni fanno riferimento al tema più caldo dibattuto nel Paese, ovvero gli sbarchi che molto danno da pensare anche all’Europa.
Una visita a sorpresa, anche se annunciata, quella del ministro, che si aggiunge a quelle effettuate nelle scorse settimane da Matteo Salvini e da Enzo Moavero Milanesi. La stretta degli ultimi tempi del governo italiano intorno al dossier libico, infatti, va confermando sia il rapporto privilegiato che intercorre tra i due Paesi, sia l’urgenza che il neo esecutivo attribuisce alla situazione del Paese suo vicino. Già un mese fa, in una telefonata antecedente al Consiglio europeo, il ministro italiano aveva mostrato di avere le idee chiare sulla questione, precisando, in una conversazione con il ministro francese Florence Parly, come sulla Libia la leadership fosse italiana. “Il flusso migratorio colpisce noi e dobbiamo essere noi, in un quadro di consapevolezza delle rispettive aree d’influenza geostrategiche e di collaborazione europea, ad avere la guida di quel fronte”, aveva dichiarato. Appare chiaro, dunque, che le priorità che il ministro sottoporrà nel corso dei suoi colloqui con i membri del governo di accordo nazionale libico, andranno a ricalcare la linea salviniana della stabilizzazione dell’area e del contenimento dei flussi migratori.
Non è poi da sottovalutare il braccio di ferro con i vicini francesi che ha fatto incassare, negli ultimi tempi, un altro punto all’esecutivo italiano. La proposta di Macron formulata il 29 maggio scorso sulla possibilità di indire elezioni anticipate in Libia prima della fine del 2018, non aveva infatti ottenuto molti consensi nella comunità internazionale, contribuendo di fatto ad alimentare la leadership italiana. L’idea francese è poi è stata bocciata direttamente dall’Onu attraverso le dichiarazioni di Ghassan Salamè dei giorni passati.
Modus operandi, quello portato avanti dall’Italia, confermato anche dall’intervista di ieri al quotidiano La Verità, in cui Trenta aveva anticipato la sua partenza per la Libia: “Siamo al fianco dei libici e stiamo facendo di tutto per supportarli nel gestire la loro area”. E ha poi aggiunto: “Formiamo il personale, doniamo equipaggiamenti; è stato appena deciso di donare altre motovedette:potremmo donarne anche di più”. Concludendo: “Tutto questo servirà non solo per controllare il flusso dei migranti ma anche come elemento di stabilizzazione”, senza dimenticare “di risolvere il problema delle milizie”.
E proprio su questa linea si era inserita anche la task force italiana guidata da Massimo Bontempi che, giunta a Tripoli qualche settimana fa, ha iniziato l’attuazione del piano per il rafforzamento della capacità libiche nei salvataggi, nel monitoraggio delle frontiere del sud del Paese. Insieme, d’altra parte, all’accelerazione dei rimpatri, dei ricollocamenti e del miglioramento dei centri.
La giornata del ministro Trenta in terreno libico si articolerà prima con l’incontro al Palazzo Presidenziale con il premier Fayez al-Serraj e poi, subito dopo, con la visita a un ospedale da campo italiano a Misurata. Il rientro in Italia è previsto alle 19 di questa sera all’aeroporto di Ciampino, dove il capo della Difesa terrà una conferenza stampa.