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Israele, ecco il nuovo “forziere” del gas mediterraneo

212 miliardi di metri cubi di gas e 101 barili di idrocarburi liquidi: sono il potenziale delle nuove risorse presenti nei giacimenti offshore israeliani. Significa che, al netto dei nuovi gasdotti e delle interferenze dei players contrari, è Israele che ha in mano il pallino delle nuove dinamiche legate agli idrocarburi. Fatti, analisi e scenari.

NUOVO FORZIERE

Secondo il Ceo della compagnia greca Energean, Mathios Rigas, è stato identificato un potenziale elevatissimo di gas naturale nel territorio israeliano con una probabilità molto alta di successo. È la ragione per cui Energean ha già avviato tutte le fasi preliminari per condurre perforazioni esplorative, anche perché tutti i rilievi tecnici convergono nell’associare i nuovi giacimenti ai bacini di Karish e Tanin.

Lo scorso dicembre Energean si è aggiudicata alcune licenze esplorative per i blocchi 12, 21, 22, 23, 31 vicini ai “serbatoi” di Karish e Tanin secondo la procedura avviata dal ministero dell’Energia di Tel Aviv. Solo per Karish, le cui attività inizieranno nel marzo 2019, il costo è stimato tra i 15 e i 25 milioni di dollari.

Energean dispone al momento di 13 licenze di esplorazione, cinque delle quali fuori da Israele in Grecia e Montenegro. La compagnia greca, che ha acquisito Karish e Tanin in Israele, è appoggiata dal gruppo Delek di Yitzhak Tshuva e Noble Energy.

ROTTA SUL GAS

Lo scorso marzo il Cda di Energean aveva approvato un investimento da 1,6 miliardi di dollari nello sviluppo dei giacimenti di gas naturale Karish e Tanin. La fornitura di gas dai siti israeliani offshore è prevista per l’inizio del 2021. Lo sviluppo del Karish includerà la collocazione di un gasdotto che parte dal bacino attraverso il sistema di trasporto del gas naturale israeliano.

Lo sviluppo di Tanin, che è previsto solo in un secondo momento, includerà la perforazione di sei pozzi che saranno collegati a una piattaforma di stoccaggio e scarico di produzione fluttuante (la cosiddetta FPSO).

Quattro le banche coinvolte nel finanziamento di 1,275 miliardi di dollari per Energean, con un consorzio formato da Bank Hapoalim, Morgan Stanley, Societe Generale e Natixis. Il senior partner del consorzio, Bank Hapoalim, investirà 375 milioni di dollari e le tre banche straniere investiranno 300 milioni ciascuna.

SCENARI

In Israele il gruppo Energean detiene il 70% dei nuovi blocchi e per questo ha già firmato contratti di vendita per un ammontare di 4,2 miliardi di metri cubi all’anno di gas (dai giacimenti già scoperti). Pertanto, attraverso le nuove scoperte, vi sarà una prospettiva di canalizzazione per 3,8 miliardi di altri metri cubi di gas.

Tamar, che ha iniziato la produzione nel 2013, è al momento la principale fonte di approvvigionamento di gas naturale per Israele, anche in riferimento alle esportazioni verso la Giordania. Secondo l’amministratore delegato di Delek Drilling, Yossi Abu, i dati aggiornati sulle riserve indicano che il potenziale geologico del bacino non è stato ancora sfruttato pienamente.

Ma cosa porta in grembo questo report? In primis un allargamento del contesto nella macro regione che dal Mediterraneo orientale dialoga con il nord Africa e con le nuove tratte europee legate al gas. In secondo luogo la possibilità di immaginare nuovi vettori, che esportino gas a Cipro o in Egitto, legandosi con i giacimenti già esistenti Zohr e Leviathan.

Per definire al meglio potenzialità e perimetro di azione sarà però necessario attendere il prossimo marzo, quando si svolgerà la perforazione esplorativa di Karish Nord, dove secondo le prime stime vi sarebbero risorse potenziali per 38 miliardi di metri cubi, con il 69% di probabilità di scoperta.

ENERGEAN

La compagnia ellenica Energean ha iniziato le sue operazioni acquisendo le licenze Prinos, nel nord-est della Grecia orientale nel 2007. In due lustri ha creato un portafoglio bilanciato di attività di produzione e sviluppo. Israele è uno dei mercati di gas naturale a crescita più rapida al mondo, poiché la domanda di gas è aumentata in media del 15,5% dal 2006 al 2016. Il consumo è aumentato ulteriormente fino a 10,3 BCM nel 2017, mentre secondo il rapporto del comitato Adiri (datato luglio 2018), il consumo raggiungerà 14,1 BCM nel 2025 e 25,7 nel 2042.

Energean produce anche dai giacimenti di petrolio Prinos e North Prinos e dal giacimento di gas naturale South Kavala, offshore nel nord est della Grecia. Secondo Netherland Sewell & Associates, Energean ha 39,5 milioni di barili di petrolio e 6 BCF di gas naturale con riserve che ammontano a 22,9 milioni di barili di petrolio e 5,3 miliardi di metri cubi di gas.

La compagnia dispone anche di un potenziale esplorativo significativo grazie alle licenze detenute in Israele, nell’Adriatico e nella Grecia occidentale.

twitter@FDepalo



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