Skip to main content

La tempesta ci sarà ma l’Italia non naufragherà. Parola di Gotti Tedeschi

L’autunno caldo, anzi caldissimo del governo gialloverde paventato da Luigi Di Maio, sarà davvero tale? Con ogni probabilità, sì. E per l’Italia sarà tempo di ballare un po’ sui mercati. Ma non per questo il Paese naufragherà sotto i colpi della speculazione pronta a innescare l’ondata di vendite di titoli pubblici, cioè del nostro debito. E allora, per convincere gli investitori a sottoscrivere l’esposizione italiana (2.300 miliardi), bisognerà alzare il prezzo dei rendimenti. Il che farà impennare ancora di più lo spread.

Molto, anzi tutto, dipenderà dalla manovra che dovrà risultare il più calibrata possibile per evitare collisioni con l’Europa e con gli stessi mercati. Ettore Gotti Tedeschi, banchiere ed economista fa un esercizio che è un po’ un mix tra realismo e ottimismo. Sì, è ormai appurato come in autunno la volatilità sui mercati verrà accentuata dalla stesura della manovra ma ciò non significa che il governo gialloverde non riuscirà a superare l’eventuale burrasca.

In questa conversazione con Formiche.net Gotti Tedeschi fa il punto della situazione presente e futura dell’Italia. “Certamente tutti i maggiori analisti hanno previsto frizioni tra Italia ed Europa nelle prossime settimane con un aumento della volatilità. Il fatto è che già prima del voto tra Lega e M5S c’erano delle risposte un po’ contraddittorie sulle misure da proporre per il Paese. Contraddizioni che ora sono diventate una realtà. In questo senso ha fatto molto bene il sottosegretario Giorgetti (Giancarlo, presidenza del consiglio, ndr) a paventare possibili scossoni in ottobre. Una scelta che dimostra anche un’altra cosa”.

E cioè, dice Gotti Tedeschi, che “all’interno della Lega oggi c’è un fortissimo senso di responsabilità istituzionale. Voglio dire che il partito di Salvini non vuole vivacchiare qualche mese ma governare invece per qualche anno se possibile. E per farlo sta giocando, soprattutto con uomini come Giorgetti, la carta della responsabilità e del senso istituzionale. Detto questo io penso che l’attuale esecutivo, se rimarrà compatto e coeso, sarà perfettamente in grado di affrontare eventuali tempeste sui mercati e di gestire il problema spread”.

Se non altro, precisa il banchiere, “bisogna crederci. Dobbiamo smetterla di farci del male, se possbile fare un esercizio di incoraggiamento all’indirizzo dell’esecutivo. E questo senza evitare di ammettere che delle turbolenze ci saranno”. Gotti Tedeschi si concede poi anche una battuta secca su Autostrade e sulla prospettiva, a dire la verità solo paventata, di una sua nazionalizzazione. “Non va nazionalizzata. Punto”.

Tornando alla manovra e all’autunno gialloverde, i segnali di uragano comunque, ci sono tutti con il mare che comincia piano piano a incresparsi. Questo nonostante dal Tesoro continui a trapelare dell’ottimismo circa la riuscita dell’operazione per la costruzione della prima manovra gialloverde (qui l’intervista di Formiche.net a Ferragosto al viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia) a prova d’Europa. Ma i numeri e le cifre contenuti in diversi report emessi nelle ultime settimane da parte delle principali società finanziarie sono di tutt’altro avviso.

Su tutte, Goldman Sachs che già ai primi di agosto aveva fatto il conto di quattro settimane di spread in ascesa. Ad oggi il differenziale Btp-Bund ha eroso buona parte del patrimonio di molte banche italiane. Le quali, ha riportato Reuters nei giorni scorsi, rischiano anche sul lato dei titoli pubblici che hanno in pancia: se sale lo spread costa di più allo Stato venderli agli istituti che da parte loro si potrebbero trovare dinnanzi a un calo dell’offerta.

Non è allora proprio un caso se gli analisti di Shroeders si aspettano da qui a fine anno parecchi colpi di vento.  “Esiste”, hanno scritto, “il rischio che il governo populista (italiano, ndr) intraprenda una battaglia contro la Commissione europea. Questa seconda eventualità potrebbe innescare quello che abbiamo ipotizzato come lo Scenario di una crisi del debito italiano: un esercizio teorico che prevede un drastico aumento dei rendimenti dei titoli di Stato dell’Italia, con il conseguente allargamento dello spread e il deprezzamento dell’euro”. Ancora, l’Ocse ha appena certificato la ripresa del Pil nell’area Ue dello 0,6% contro l’anemico 0,2% italiano. Insomma, mare mosso.

 

 

 

 

 


×

Iscriviti alla newsletter