Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Sull’Ucraina, la Russia manca gli impegni di Minsk e gli Usa di Trump…

ucraina trump, Putin

Gli Stati Uniti sottolineano, ancora una volta, l’importanza rappresentata dal dossier ucraino. Dopo lo stop del mese scorso di Garret Marquis alla proposta di referendum avanzata da Vladimir Putin al presidente Donald Trump durante il loro incontro, questa volta a ribadire a chiare lettere la posizione statunitense è stato Kurt Volker. Il rappresentante speciale per i negoziati con l’Ucraina, in un tweet al vetriolo ha messo la parole fine alle voci che volevano il raggiungimento di un accordo tra le parti.

“La Russia blocca costantemente l’espansione della missione di frontiera dell’Osce e le sue forze impediscono alla Smm (Missione speciale di monitoraggio dell’Osce ndr) di monitorare in modo affidabile i confini inviando truppe, armi e forniture in Ucraina; il tutto sostenendo che si tratta di un conflitto “interno” e alimentando argomentazioni insincere sugli accordi di Minsk”, ha dichiarato Volker. E ha poi rincarato la dose, non lasciando adito a dubbi: “La Russia usa il confine incontrollato per sostenere il conflitto. Se volesse la pace per l’Ucraina potrebbe mostrare buona fede lavorando con la comunità internazionale per controllare le frontiere”.

Dunque, gli accordi di Minsk non si toccano. Spiega infatti il rappresentante Usa: “Ciò è consentito dagli accordi di Minsk. L’articolo 9 riguarda il ripristino del controllo delle frontiere da parte dei governatorati ucraini, a partire dal giorno successivo alle elezioni locali – e non il monitoraggio internazionale o gli sforzi per prevenire l’afflusso illegale di armi e di combattenti (che dovrebbero essere estromessi o dispiegati a Minsk”, ha aggiunto sempre sul suo profilo Twitter.

Insomma, gli accordi di Minsk sono l’unica via d’uscita per risolvere la crisi del Donbass, non prevedono nessun referendum e tantomeno l’ingerenza russa sui confini del Paese. Una messa in chiaro americana avvenuta oltre che a parole, anche con le ultime mosse messe in campo da Washington. Il budget per la difesa, firmato dal presidente Trump, ha infatti previsto uno stanziamento di 250 milioni di dollari all’Ucraina. Fondi che serviranno ad assistere le autorità di Kiev nel settore della sicurezza. E di questi 250, circa 50 saranno destinati proprio agli armamenti difensivi.

In realtà, già pochi giorni prima dell’incontro tra Trump e Putin il Pentagono, tanto per mettere le cose in chiaro fin da subito, aveva sbloccato un finanziamento di 200 milioni di dollari di aiuti alla sicurezza ucraina. Ricevendo in quell’occasione la cordata russa per la collaborazione con il Dipartimento della Difesa Usa su una serie di temi legati alla sicurezza.

Il denaro, comunque, sarà destinato a rafforzare il comando e la sicurezza dell’Ucraina, a coprire le esigenze in termini di armamenti, munizioni ed equipaggiamenti. Senza contare il sostegno alla logistica e alle attività di ricognizione.

A fine maggio, sempre Volker, aveva rilevato come i Paesi europei avessero una visione piuttosto univoca in merito alla fornitura di armamenti Usa a Kiev. “Ho avuto diverse consultazioni in Europa, con Francia e Germania in quanto leader del Formato Normandia, con il Regno Unito come membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con l’Unione europea e la Nato. Non ho rilevato particolari divergenze di vedute sul sostegno all’Ucraina per migliorarne le capacita’ di auto-difesa”, aveva detto il diplomatico statunitense.

×

Iscriviti alla newsletter