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Juventus, Stroili, Best Union. Chi ha fatto più incetta di voucher

Sono grosse aziende, operano per lo più nel commercio, nella ristorazione e negli eventi sportivi, e fanno largo uso di voucher, la modalità di retribuzione per lavoro occasionale di tipo accessorio. Il loro nome è stato svelato questa mattina da Il Manifesto che ha pubblicato l’elenco delle prime 15 principali società, con tanto di importo lordo e numero di lavoratori retribuiti con i ticket.
La lista dei principali utilizzatori in Italia di voucher è stata fornita nei giorni scorsi dall’Inps alla Cgil, promotrice del referendum per chiedere l’abrogazione di tale meccanismo di retribuzione, che l’aveva chiesta con insistenza per dimostrare che una parte rilevante di lavoro prestato attraverso i voucher fa capo a grosse aziende, e “che con molta probabilità ciò avviene in sostituzione sia del lavoro stabile che di quello flessibile”, scrive Antonio Sciotto sul quotidiano diretto da Norma Rangeri.

I NUMERI

I dati presenti nella lista si riferiscono al 2016, anno dal quale è stata introdotta la tracciabilità dei buoni. L’utilizzo dei ticket secondo quanto si legge sul Manifesto è cresciuto del 24% rispetto al 2015, anno in cui i buoni staccati sono stati 115 milioni, contro i 135 milioni di ticket staccati durante l’anno scorso. Secondo uno studio dell’Inps nel 2015 sono stati 1,4 milioni i percettori di voucher, con una media di 66 ticket riscossi nell’anno, pari a 660 euro lordi medi. La media di età è concentrata sui 36 anni. Solo l’8% di voucheristi è costituito da over 60.

CHI SONO

In cima alla lista c’è Best Union company, società specializzata nella biglietteria e nell’organizzazione di eventi, che tramite voucher ha ottenuto prestazioni da 4.365 lavoratori, pagati attraverso oltre 3 milioni di ticket. Al secondo posto compare Stroili Oro, catena di gioiellerie che opera nei centri commerciali e in franchising. Sul podio anche Gamestop Italy, multinazionale di videogiochi retail.

Scorrendo l’elenco si scorge al nono posto la società calcistica Juventus presieduta da Andrea Agnelli (nella foto): “Molto probabilmente la Juventus (come le altre squadre di calcio) ricorre ai voucher per retribuire gli steward tra gli spalti nei giorni delle partite”, ha scritto Sciotto evidenziando che spesso tra i voucheristi è frequente trovare steward, hostess, addetti alla sicurezza. Una pratica molto in uso quindi nelle società organizzatrici di eventi, come la Best Union Company quindi, ma vale anche per la quinta in classifica, la Winch srl, che opera nel campo del security steward e welcoming e per la Manpower Group Solutions Sport and Events, che come ha spiegato al Manifesto il segretario del Nidil Cgil Claudio Treves, recluta steward per lo stadio Olimpico di Roma. 

Ecco la lista pubblicata dal Manifesto:

 

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Oltre la quindicesima posizione Sciotto cita altri nomi noti: Burger KingRinascenteBottega verde, altre squadre come Lazio, Fiorentina e Chievo. Non sono esenti i soggetti pubblici, primo tra tutti il Comune di Benevento. 

I camerieri ai buffet sono i voucheristi prediletti dalle aziende della ristorazione, categoria molto rappresentata nella lista dei 200: Chef Express, il fast food presente in stazioni e autogrill,  Cigierre, specializzata nei ristoranti etnici e McDonald’s. 

IL MECCANISMO

“L’ormai famigerato ticket da 10 euro, non prevedendo l’applicazione di contratti, ferie, tfr e tutte le altre tutele, cannibalizza rapporti prima in voga (già cheap) come l’associazione in partecipazione, lo stagionale, il lavoro a chiamata”, ha scritto Sciotto per motivare l’insistenza della Cgil nel richiedere la lista al presidente Tito Boeri. A spiegare il meccanismo dei voucher è Tania Scacchetti, la segretaria confederale che per conto della Cgil ha acquisito la lista e l’ha poi diffusa a tutte le categorie: “Prendiamo ad esempio aziende come Stroili Oro, Diffusione Italiana Preziosi o Bottega Verde – ha detto al Manifesto – Sono catene che operano molto nei centri commerciali e spesso attraverso il franchising: ebbene, in passato segnavano i propri commessi come associati in partecipazione, oggi possono risparmiare ancora di più grazie ai voucher”.

Ma quando si può parlare di prestazioni occasionali? “Le società sportive non hanno già presente a inizio anno il calendario delle partite? – ha chiesto Scacchetti – Quindi dov’è la prestazione occasionale? Potrebbero benissimo contrattualizzare gli steward. E nel turismo, negli alberghi, nei ristoranti, quando parliamo di grosse catene, perché non si fa ricorso agli strumenti di flessibilità che già ci sono? I lavoratori si vedrebbero applicato il contratto, con tutte le tutele, e avrebbero diritto alla Naspi. Non dimentichiamo poi la pensione: sono pochissimi i voucheristi che riescono, in un intero anno, a totalizzare il reddito sufficiente per farsi segnare un solo mese dall’Inps”.

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