I primi mesi della presidenza Trump hanno portato molti cambiamenti – in parte solo annunciati ma in parte già realizzati – alla politica ambientale degli Usa. Molte di queste azioni hanno smantellato le iniziative dell’amministrazione Obama mirate alla mitigazione del cambiamento climatico ed al controllo dell’inquinamento. Mentre altre colpiscono i fondi federali destinati alla scienza ed all’ambiente.
La posta in gioco è enorme: Trump ha conquistato il potere proprio quando in tutto il resto del mondo stavano entrando in vigore significative azioni per contrastare il cambiamento climatico. Un tema non solo vitale per il futuro del Pianeta ma anche enormemente divisivo all’interno degli schieramenti politici e finanziari di tutto il mondo.
Abbiamo già ricordato che, per la prima volta dal 1928, i Repubblicani controllano l’intero portafoglio delle istituzioni: la Casa Bianca, la maggioranza in Senato e nella Casa dei rappresentanti, la maggior parte dei governatori, la maggioranza nella Corte Suprema. Ora Trump sembrerebbe avere a disposizione tutti gli strumenti necessari per rivoluzionare le leggi ambientali in ragione dei propri personali interessi e di quelli degli industriali che lo sostengono.
Ecco le tappe principali della sua azione.
8 novembre 2016. Nonostante l’opposizione della quasi totalità dei media e dei think tank americani, e contro diversi esponenti del suo stesso partito, Trump vince le elezioni presidenziali con un programma da molti contestato sui temi strategici dell’energia e della salvaguardia dell’ambiente.
10 dicembre 2016. Il climatologo e giornalista Eric Holthaus chiede aiuto su twitter temendo che la futura amministrazione faccia sparire dagli archivi americani i dati relativi al cambiamento climatico. Nasce la Environmental data and governance initiative volta a salvare e conservare i volumi di dati climatici considerati a rischio.
20 gennaio 2017. Il giorno dell’inaugurazione il Servizio di gestione dei parchi nazionali confronta su twitter la differenza fra la folla presente all’inaugurazione di Trump con la enormemente più vasta folla presente otto anni prima con Obama. Trump contrattacca dando ancora più evidenza a questa opposizione interna alle stesse strutture federali.
24 gennaio 2017. Il quarto giorno dallo Studio Ovale partono vari memorandum con l’obiettivo di accelerare i permessi per la costruzione dei due oleodotti Dakota Access e Keystone XL. Lo stesso giorno Trump indica al Dipartmento per il Commercio che gli oleodotti americani devono essere costruiti con acciaio americano.
25 gennaio 2017. Dal sito della casa Bianca spariscono tutti i riferimenti al cambiamento climatico. Nasce l’idea di una “marcia per la scienza” programmata per il 22 aprile.
01 febbraio 2017. Rex Tillerson, Ceo di ExxonMobil, viene nominato Segretario di Stato. Gli ambientalisti si scatenano evidenziando i molteplici legami di Tillerson con le industrie del petrolio e del gas.
16 febbraio 2017. Trump firma la risoluzione del Congresso che abroga la Stream Protection Rule di Obama volta a porre restrizioni allo scarico nei fiumi dei sottoprodotti dell’estrazione di idrocarburi.
17 febbraio 2017. Il Senato conferma Scott Pruitt alla guida della Environmental protection agency. Nel suo precedente ruolo come procuratore generale dell’Oklahoma, Pruitt aveva intentato numerose cause contro la stessa Epa, guidando 27 azioni legali dello Stato contro il Clean Power Plan di Obama. I media evidenziano gli stretti legami di Pruitt con le compagnie petrolifere.
28 febbraio 2017. Un ordine esecutivo di Trump indica all’Epa di rivedere la legge sulle acque degli Stati Uniti. La legge era stata varata da Obama per definire quali fra le acque del territorio americano ricadevano sotto la giurisdizione del Clean Water Act, la legge che impone regole per la gestione, il prelievo e lo scarico nelle acque federali.
2 marzo 2017. Ryan Zinke, appena nominato Segretario agli interni, cancella la legge che impone il divieto di usare munizioni contenenti piombo nelle battute di caccia e pesca.
2 marzo 2017. L’Epa ritira l’imposizione alle industrie energetiche di fornire dati sulle proprie infrastrutture per l’estrazione di petrolio e gas con particolare attenzione alle perdite di gas metano (la principale causa dell’aumento di questo gas serra in atmosfera).
7 marzo 2017. L’ufficio di Scienza e tecnologia dell’Epa rimuove la parola “scienza” dalla missione dichiarata sul suo sito internet. Adesso l’obiettivo di quell’unità è diventato quello di contribuire a raggiungere “livelli di performance economicamente e tecnologicamente sostenibili”.
9 marzo 2017. Pruitt dichiara alla Cnbc che “il ruolo dell’anidride carbonica nel cambiamento climatico è tutt’ora poco chiaro”. Vengono ignorati i lavori degli scienziati che si occupano di ambiente in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. Sconfessate anche diverse dichiarazioni ufficiali della Accademia americana delle scienze.
13 marzo 2017. Varata la bozza del budget dell’amministrazione. Si evidenziano tagli profondi a tutte le agenzie scientifiche e ambientali americane, dall’Epa alla National oceanic and atmospheric administration. Altri tagli colpiscono i programmi sociali. Il tutto va a favore di 54 miliardi di dollari destinati ad incrementare il budget della difesa.
15 marzo 2017. L’Epa rimette in discussione i limiti alle emissioni dei veicoli a motore stabiliti da Obama per i mezzi di trasporto che verranno costruiti dal 2022 al 2025. Si preannuncia che verrà riconsiderata anche la Corporate average fuel economy, che regolamenta i consumi massimi accettabili per i veicoli a combustibili fossili.
24 marzo 2017. Ultimo semaforo verde per la costruzione dell’oleodotto Keystone XL che collegherà con 1600 km di tubi le sabbie petrolifere dell’Alberta con le raffinerie texane.
27 marzo 2017. La Energy transfer partners notifica che ha attivato il pompaggio di petrolio attraverso l’oleodotto Dakota Access che collega i campi a scisti bituminosi del Nord Dakota con gli oleodotti dell’Illinois passando sotto il Lago Oahe e attraverso le riserve Sioux la cui inviolabilità era garantita dal trattato di Fort Laramie del 1851.
28 marzo 2017. Trump emana un ordine esecutivo volto a smantellare il lavoro sul cambiamento climatico impostato dalla precedente amministrazione. Si ridisegnano le conseguenze delle emissioni di carbonio in atmosfera, si eliminano molti degli obblighi di registrazione delle emissioni da parte degli organi federali, si abroga la moratoria a nuove concessioni per miniere di carbone in vigore dal 2016. Inizia lo smantellamento del Clean power plan obamiano.
29 marzo 2017. Pruit, contro il parere dei suoi stessi esperti all’interno dell’Epa, elimina il divieto all’uso del pesticida chloropyrifos nelle abitazioni in vigore dal 2010. Il pesticida non era ancora stato vietato nelle aziende agricole. Studi scientifici evidenziano il collegamento tra l’uso di questo pesticida e danni cerebrali ai bambini ed ai lavoratori agricoli.
31 marzo 2017. Dopo l’autolicenziamento dello scienziato Michael Cox dall’Epa motivato da contrasti insanabili con il capo dell’Epa Pruitt, lo stesso ufficio dell’ispettore generale dell’Epa indaga sulle dichiarazioni rilasciate da Pruitt alla Cnbc. Pruitt difende il proprio diritto a sostenere opinioni differenti da quelle dell’Epa stessa.
3 aprile 2017. Trump dona lo stipendio percepito nei primi tre mesi come presidente (78.333,32 dollari) al Servizio dei parchi nazionali americani. L’ente ha un debito stimato in 12 miliardi di dollari. La bozza di budget 2018 dell’amministrazione federale prevede un taglio al ministero dell’Interno (da cui dipende anche il Servizio parchi nazionali) di 1,5 miliardi di dollari.
7 aprile 2017. Alcuni membri dello staff Epa dedicati allo studio del cambiamento climatico vengono riassegnati all’Ufficio politiche dell’Epa.
13 aprile 2017. Pruitt annuncia la revisione del Clean power plan e della legge Waters of United States.
14 aprile 2017. Pruitt dichiara che è contrario agli accordi sul clima di Parigi. Lo definisce “un cattivo affare per l’America”.
19 aprile 2017. Il sito web dedicato al cambiamento climatico gestito dal Ministero degli Interni viene purgato dalla maggior parte dei contenuti. Ora il sito parla solo di “cambiamento climatico” ma non spiega di cosa si tratta, non identifica le cause né le conseguenze per i cittadini e per gli esseri viventi. Eliminato anche l’elenco delle azioni che il governo intende compiere per contrastarlo.
22 aprile 2017. Marcia degli scienziati a Washington e in altre 600 città con decine di migliaia di partecipanti.
26 aprile 2017. Trump indica al Segretario agli Interni Ryan Zinke di rivedere 40 dei siti considerati patrimonio nazionale e quindi non edificabili o utilizzabili per attività industriali o estrattive.
28 aprile 2017. Trump emette un ordine esecutivo che rivede la proibizione alle prospezioni petrolifere nelle acque di interesse nazionale che si trovano negli Oceani Atlantico, Pacifico ed Artico emesso dalla precedente amministrazione.
5 maggio 2017. L’Epa licenzia il Tavolo dei consulenti scientifici costituito da 18 esperti con l’obiettivo di monitorare il lavoro scientifico degli scienziati Epa.
10 maggio 2017. Con un voto di 51 contro 49, il Senato respinge una nuova legge volta ad eliminare la moratoria di Obama sulle emissioni di metano. Le perdite di gas naturale dagli impianti estrattivi causato dal funzionamento di valvole pneumatiche e dall’emissione diretta in atmosfera del gas in eccesso è la principale causa della presenza di metano in atmosfera
23 maggio 2017. Arriva al Congresso il budget 2018 preparato da Trump. Prevede un taglio al bilancio dell’Epa pari al 31% (2,7 miliardi di dollari in meno. Si stima la perdita di 3200 posti di lavoro). Eliminati il programma per il ripristino ambientale dei Grandi Laghi, della Baia di Chesapeake e di Puget Sound. Tagliati anche i piani per la riduzione dei rischi connessi al piombo ed al radon nell’ambiente. Tagliato anche il cosiddetto Superfondo per le bonifiche.
26 maggio 2017. Trump lascia di stucco gli altri sei membri del G7 riunitisi a Taormina dicendo che “per quanto riguarda il cambiamento climatico, deciderò la settimana prossima”.
31 maggio 2017. L’amministrazione Trump dichiara che gli Stati Uniti non ratificheranno gli accordi di Parigi sul clima. Cancellato l’impegno a tagliare le emissioni Usa tra il 26 % ed il 28 % al di sotto dei livelli 2005 entro il 2025. Il presidente cinese Xi Jinping conferma invece l’impegno di Pechino a onorare “questo protocollo duramente conquistato”. Calano le quotazioni delle industrie che lavorano sulle rinnovabili.
Ma la guerra continua.