Se si chiamerà Italia civica – come riferiscono le indiscrezioni degli ultimi giorni – o in qualche altro modo, è ancora presto per dirlo. La sostanza, però, non cambia: alle prossime elezioni il centrodestra potrà contare su una lista – o un movimento – di area centrista, per lo più formato da personalità che in questi anni hanno fatto parte, più o meno a lungo, della maggioranza a sostegno dei tre governi Pd di questa legislatura. Il caso dell’ex ministro per gli Affari regionali Enrico Costa è in questo senso il più emblematico, ma non certo l’unico. Un’operazione favorita e appoggiata da Silvio Berlusconi, e vista di buon’occhio pure dalla maggior parte dei dirigenti azzurri che in questi anni non hanno ceduto alle sirene del renzismo. Come confermano le parole pronunciate in questa conversazione con Formiche.net dall’ex sindaco di Pavia e attuale responsabile nazionale di Forza Italia alla formazione, Alessandro Cattaneo.
Come giudica il nascente movimento centrista che vi affiancherà alle prossime elezioni?
E’ giusto, anzi doveroso, allargare il perimetro delle alleanze con l’ambizione di arrivare al governo del Paese. Però non dimentichiamoci di un aspetto fondamentale: il centrodestra, per vincere, ha bisogno che Forza Italia ne rappresenti il baricentro, il traino e il motore. Come d’altronde sta avvenendo in questi mesi grazie alle scelte di Berlusconi.
Qual è l’obiettivo di questa operazione politica?
Premetto che non la sto seguendo in prima persona. Il senso però è portare – o riportare – nel centrodestra tutti coloro che guardano a Silvio Berlusconi come punto di riferimento. Basta guardare a quanto sta succedendo in Parlamento dove molti deputati e senatori chiedono di far parte di questo progetto. Oppure cos’è successo alle ultime amministrative con decine di liste civiche di area centrodestra formate da rappresentanti che, per ragioni anche locali, preferiscono non entrare in un partito tradizionale. Tutto questo movimento meritava la nostra attenzione.
Perché queste persone non stanno aderendo direttamente in Forza Italia? E’ una questione di posti in lista – come dice qualcuno – oppure dipende dalla volontà di rivolgersi a elettorati diversi?
E’ la stessa dinamica che abbiamo visto recentemente alle amministrative: più si allarga la proposta politica e più si riescono a intercettare i bisogni e le esigenze dell’elettorato. Il tentativo è di portare a livello nazionale un metodo che si è già dimostrato vincente. Peraltro credo vada ricordata pure la storia del centrodestra come coalizione, che ha sempre avuto, in fondo, quattro gambe: la vecchia Casa delle libertà faceva perno su Forza Italia ed era formata anche da Lega, Alleanza Nazionale e Udc.
Stavolta, però, ci sarà anche un movimento animalista, quello che fa capo all’ex ministro Brambilla. Con che ruolo?
E’ un movimento che seguo dall’esterno ma la logica è sempre la stessa: interpreta un sentimento che è molto diffuso nel Paese e che ha piena cittadinanza nel centrodestra. Un tema che dimostra quanto Berlusconi, oggi, faccia ancora a scuola: non a caso Matteo Renzi lo ha copiato con la decisione di affidare a Patrizia Prestipino la guida del dipartimento Pd alla Difesa degli animali.
Forza Italia, lista centrista e movimento animalista: questo modulo a tre punte dipende dalla volontà di evitare che la Lega possa prendere il sopravvento nel centrodestra?
La Lega è un nostro alleato da sempre: io personalmente ho governato con loro senza alcun tipo di problema. Forza Italia non deve assolutamente avere nessun tipo di timore verso il Carroccio: dobbiamo essere consapevoli che ciascuno di noi deve semplicemente svolgere al meglio il suo ruolo. Sono convinto che in questa competizione interna potremo toglierci non poche soddisfazioni.
Lega di lotta o di governo? Pensa che le prese di posizione radicali di Matteo Salvini siano soprattutto una strategia di comunicazione oppure anche sostanza?
Chi conosce bene la Lega, sa perfettamente che ha una classe dirigente formata da tantissimi bravi amministratori e politici. Sia a livello locale che nazionale. Certo, a me piace la Lega di governo, che non eccede negli strali e nelle grida. Una durezza che a volte può spaventare un po’ gli elettori: su questo dobbiamo stare attenti.
Quali sono i tre punti programmatici che, a suo avviso, uniscono tutti nel centrodestra, dai centristi a Forza Italia per finire con Lega e Fratelli d’Italia?
Il primo – che rappresenta una nostra battaglia storica – è l’abbassamento delle tasse. Il secondo tema è la sicurezza, a proposito della quale ci sono accenti diversi ma una sostanziale unità di vedute. E infine, sicuramente, le politiche del lavoro che, a nostro avviso, devono essere profondamente cambiate: un approccio liberale che consenta, appunto, di liberare le energie presenti nelle aziende, nella società e tra le cosiddette partite Iva.
Capitolo legge elettorale: che cosa proporrà Forza Italia?
Purtroppo non dipende solo da noi ma anche dagli interlocutori che troppo spesso si sono dimostrati inaffidabili, come si è visto pure recentemente. Confido che da settembre l’iter possa ripartire per arrivare il prima possibile a una nuova legge elettorale. Certo, il premio alla coalizione sarebbe auspicabile per noi, ma anche positivo per tutto il sistema. Dubito, però, che Renzi sia disponibile in tal senso.
Il Pd dirà no al premio alla coalizione per evitare di favorire il centrodestra?
Renzi immagina una soluzione che gli consenta di massimizzare la sua posizione, senza ricordarsi però che la legge elettorale non può e non deve essere un vestito fatto su misura di questo o quel partito.
Ma questa lista centrista è in grado di raggiungere il 3% previsto dalla attuale legge elettorale della Camera?
Chiunque inizi un percorso politico nazionale, credo debba farlo con la convinzione di ottenere consenso tra gli elettori.
Ultima domanda: se dalle elezioni dovesse emergere una situazione di stallo, voi di Forza Italia fareste un governo con Renzi e con il Pd come si dice da più parti?
Assolutamente no. Lo smentisco senza dubbi, così come ha fatto a più riprese nelle ultime settimane pure Berlusconi. Il quale – con il suo impegno e la sua presenza costante – è stato decisivo per far vincere il No in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre e poi anche per infliggere al Pd e al centrosinistra la batosta delle ultime amministrative. La verità dei fatti è che noi siamo alternativi a Renzi.