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Come si muoverà Forza Italia (senza Parisi) in Sicilia e alle politiche. Parla Marcello Fiori

Passa dai territori e dall’innesto di nuove figure provenienti dalla società civile e dalla classe politica locale il definitivo rilancio di Forza Italia. Un processo già avviato con le ultime amministrative che, in occasione delle elezioni politiche del prossimo anno, sarà portato a compimento. E’ questo, d’altronde, il percorso tracciato in più occasioni da Silvio Berlusconi in persona, convinto che solo così il centrodestra potrà tornare ad essere vincente anche a livello nazionale. E che la strategia sia questa, lo ha confermato a Formiche.net anche Marcello Fiori, in questa fase – in particolare – uno degli azzurri più vicini al Cavaliere (l’intervista si inserisce in una serie di approfondimenti di Formiche.net sul futuro del centrodestra, della quale fanno parte le conversazioni con Alessandro Cattaneo e Maurizio Sacconi). In passato coordinatore dei Club Forza Silvio e oggi responsabile degli enti locali del partito, come tale uno dei massimi teorizzatori della necessità di partire dai territori per cercare di tornare a Palazzo Chigi il prossimo anno.

Quale centrodestra ha in mente Berlusconi?

Credo che questo dibattito tutto in politichese non porti né bene né lontano. Oggi – anche per via della crisi – penso che vi sia tra i cittadini un grande bisogno di certezze rispetto al futuro e su come si affrontano i drammatici problemi dell’Italia a cominciare dall’economia e dai conflitti sociali. Chi sarà in grado di trasformare queste aspettative in una proposta di governo vincerà le elezioni. Noi dobbiamo lavorare su questo.

Però è fondamentale capire gli assetti politici che si costituiranno. Che ruolo avranno ad esempio i movimenti civici di cui si parla tanto in questo periodo?

Rappresentano una gamba fondamentale del centrodestra di oggi e di domani. Non dimentichiamoci che il risultato delle amministrative è stato possibile anche grazie all’affermazione di liste radicate su esperienze locali.

Parliamo di figure che sono oggi fuori dalla politica o di esponenti locali del partito?

Di entrambi: occorrono le idee e la passione di chi oggi è impegnato nel mondo dell’associazionismo, del volontariato, delle professioni o dell’impresa e anche le competenze di chi fa politica a livello locale. Forza Italia può contare su circa 6.000 amministratori, 500 sindaci e una novantina di consiglieri regionali: persone con un seguito elettorale rilevante, in prima linea ogni giorno nell’affrontare i problemi della propria comunità. Una risorsa costituita da non professionisti della politica da valorizzare per rispondere alla domanda di buon governo dei cittadini.

E’ la rivalutazione del ceto politico locale dopo gli anni di dura critica vissuti ultimamente?

Chi è nelle istituzioni locali con passione e onestà, conosce a fondo le conseguenze drammatiche della crisi che attraversa l’Italia. Pensiamo ai sindaci, sui quali negli ultimi anni si sono scaricate difficoltà a non finire: la questione della sicurezza e dell’immigrazione, della disoccupazione ma anche quella economico-fiscale con tutti i tagli subiti dal governo centrale. Uomini e donne competenti, la cui esperienza non può che risultare utile pure a livello nazionale.

Queste persone saranno candidate in una lista autonoma oppure in Forza Italia?

Credo che Forza Italia si debba rinnovare in profondità. E credo che sia molto importante, per questo obiettivo, il contributo che può arrivare dal mondo delle professioni, dell’impresa, dell’associazionismo e da chi lavora ogni giorno sul territorio. Sia dal punto di vista programmatico che nella composizione delle liste. Il presidente Berlusconi è stato chiaro sulla volontà di cambiamento del nostro movimento attraverso questo tipo di innesti. Forza Italia può recuperare consensi significativi attraverso l’impegno di chi rappresenta la società reale.

Ma la famosa lista centrista di natura civico-politica di cui si parla tanto in questi giorni si farà oppure no?

Dipenderà dalla legge elettorale : prima di allora parlarne ha pochissimo senso.

Possiamo dire che ci sarà solo nel caso in cui la legge elettorale preveda un premio alla coalizione?

Certamente. E dipenderà molto anche dalla percentuale della soglia di sbarramento. Altrimenti rischia di essere un’operazione a perdere. Come responsabile Enti locali, comunque, lavoro perchè Forza Italia costruisca un programma e delle liste competitive.

Ma dal punto di vista programmatico quali sono i temi che potrebbero tenere unito tutto il centrodestra a suo avviso?

Sicurezza e gestione dei migranti e riduzione delle tasse in primo luogo. Ma anche la lotta alla povertà: dobbiamo rispondere alle esigenze di milioni di famiglie italiane che faticano ad arrivare a fine mese o a mettere insieme il pranzo con la cena. E anche la politica estera.

Stesse priorità di politica estera della Lega?

Le visioni sono simili su questioni delicate: si pensi ai rapporti con la Libia o all’idea di riformare profondamente l’Unione europea. Noi rivendichiamo altresì con orgoglio l’appartenenza alla tradizione e alla cultura del Partito popolare europeo.

E sull’euro?

Mi pare che la posizione della Lega sul punto sia andata progressivamente sfumando. E anche gli esiti della Brexit inducono a una prudenza maggiore in questo senso.

Che tipo di collaborazione immagina di poter creare tra Forza Italia e Stefano Parisi, considerato che l’ex candidato sindaco di Milano ha fondato un movimento civico di centrodestra?

Se vuole dare un contributo è benvenuto. Mi pare di capire, però, che abbia annunciato di presentare le sue liste in tutta Italia. Quindi auguri e buon lavoro.

Un’alleanza dopo?

Vedremo, per il momento ha creato un suo movimento autonomo nell’ambito del centrodestra. Credo che anche Parisi deciderà definitivamente cosa fare quando sarà certo del sistema con cui gli italiani saranno chiamati alle urne.

Porte aperte a Parisi in Forza Italia?

Dobbiamo spalancare le porte a tutti gli elettori che vogliono darci una mano ed è con loro che dobbiamo costruire un’alleanza vincente per cambiare l’Italia.

Sarà Musumeci il candidato del centrodestra in Sicilia?

Mi pare che la situazione sia ancora in movimento. Angelino Alfano oggi ad esempio ha proposta una sua candidatura.

E si andrà verso quella direzione?

Decidono  Gianfranco Micciché  e i siciliani, ma mi pare un’operazione complicata. In Sicilia potremmo vincere solo se tutto il centrodestra sarà in grado di trovare una soluzione unitaria sulla falsariga di quelle realizzate in passato in Lombardia, Veneto e Liguria.

Ma Musumeci non avrebbe in teoria le caratteristiche giuste per essere anche il vostro candidato?

La questione non è soltanto il nome del candidato ma è necessario costruire il progetto politico sul quale vi sia la convergenza di tutto il centrodestra. E per il momento non mi pare questo sia ancora accaduto.

E’ prematuro fare nomi di possibili candidati di Forza Italia alla presidenza del Consiglio? Negli ultimi giorni si è parlato di Mara Carfagna.

Dibattito inutile e dannoso: abbiamo un leader unico che si chiama Silvio Berlusconi e ci stiamo battendo in tutti i modi perché torni ad avere la possibilità di correre come merita.

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