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Tutte le novità (positive) del vertice di Parigi per l’Italia su Libia e migranti

Per la prima volta sembra esserci una concreta unità d’intenti tra i principali paesi europei su come affrontare i flussi migratori, la crisi libica e le difficoltà dei paesi di transito. Il vertice di Parigi organizzato dal presidente Emmanuel Macron si è concluso con decisioni operative e con il riconoscimento di due punti essenziali che riguardano l’Italia da vicino: “È una sfida che ci riguarda tutti e che nessuno può risolvere da solo”, ha detto Macron aggiungendo che “la cooperazione tra Italia e Libia è un perfetto esempio di quello che vogliamo realizzare”. Venendo dal presidente francese, che sulla Libia ha interessi anche in conflitto con quelli italiani, è un riconoscimento significativo e condiviso dagli altri presenti, a cominciare da Angela Merkel. “Isolarsi non porterebbe risultati” ha chiosato Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera Ue.

TASK FORCE OPERATIVA

Nel vertice è stata decisa la creazione di una task force operativa, che sarà definita in una riunione tecnica nei prossimi giorni, e il primo bilancio è previsto nel vertice tra Unione europea e Unione africana in Spagna tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre come ha confermato il premier spagnolo, Mariano Rajoy, che sta vedendo moltiplicarsi l’arrivo di migranti sulle proprie coste. La task force, ha detto Macron, “dovrà tradurre in atti le parole”. I punti definiti sono quelli di cui si parla da mesi, soprattutto su insistenza italiana: controllo dei confini meridionali della Libia, aiuti alla Guardia costiera libica, aiuti economici ai paesi di transito dei flussi e infatti alla riunione erano presenti i presidenti del Ciad, Idriss Deby, e del Niger, Mahamadou Issoufou. Sulla realizzazione di un hotspot in Libia ci sono stati dei distinguo: Paolo Gentiloni (in foto) le definisce “collaborazioni” con i Paesi africani presenti al vertice perché con l’Unhcr saranno fatti trasferimenti di migranti che hanno ottenuto il diritto d’asilo dalla Libia. “Un’azione dalle dimensioni contenute, ma che sancisce il passaggio da una situazione irregolare a una regolare”. Il quadro appare comunque ancora confuso: prima di pensare che la Libia possa essere in grado di riconoscere o meno l’asilo, va verificata la possibilità concreta che Oim e Unhcr possano operare in un Paese molto pericoloso.

DISTINGUERE TRA RIFUGIATI E MIGRANTI ECONOMICI

E’ stata anche definitivamente ribadita la distinzione tra chi ha diritto all’asilo e  chi si muove solo per motivi economici. L’ha detto con chiarezza la Merkel che auspica un confronto con l’Unhcr per fermare i clandestini che devono poter rientrare nei paesi di provenienza. Passaggio “politico” per la cancelliera che, dopo aver accolto molte centinaia di migliaia di siriani, a meno di un mese dalle elezioni politiche del 24 settembre ha bisogno di mandare messaggi rassicuranti al suo elettorato. Una vera svolta sarà l’identificazione dei migranti nei paesi di transito che, ha annunciato Macron, “prevede anche una presenza militare sul campo”. Fondamentale sarà la collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Unhcr per creare campi sia in Ciad e Niger sia in Libia dove la Merkel garantisce “sostegno concreto” per evitare che chi vive oggi in “situazioni inaccettabili possa avere un futuro accettabile”. Il premier Fayez al Sarraj, definendo i libici “vittime” dell’emergenza migratoria, ha ringraziato l’Italia per l’aiuto e l’addestramento della Guardia costiera e si è appellato all’Europa perché vengano controllati i confini meridionali. Sia Macron che la Merkel hanno riconosciuto che il trattato di Dublino va rivisto perché “i Paesi cosiddetti d’arrivo sono sfavoriti”.

L’ITALIA ORA ASPETTA I FATTI

Paolo Gentiloni non si è fatto ammaliare dai complimenti, memore degli ostacoli che l’Italia ha incontrato nei mesi scorsi. Il presidente del Consiglio ha rimarcato che negli ultimi mesi nel Mediterraneo “abbiamo conseguito dei risultati”, ma vanno consolidati e l’impegno “va europeizzato perché non può essere di un solo Paese o di qualche Paese”. Nei primi 28 giorni di agosto di quest’anno sono sbarcate solo 3.114 persone contro le 21.294 dello stesso periodo del 2016. Diffidenza verso chi propone “soluzioni immediate”, conferma della “tradizione di accoglienza”, “ma questi fenomeni vanno controllati”: tre brevi concetti che Gentiloni ha indirettamente rivolto, nell’ordine, all’opposizione, a quella base elettorale cattolica e di sinistra favorevole ad accogliere tutti e alla massa degli italiani che desiderano uno stop.

L’OMBRA DEL TERRORISMO

Accostare l’immigrazione al terrorismo è come camminare sulle uova, ma due dei leader presenti l’hanno fatto. Il presidente del Ciad è stato chiaro: siamo di fronte “a una sfida per l’Africa, ma anche per l’Europa”. I giovani africani si muovono e rischiano nel deserto o nel mare per povertà e disoccupazione e i giovani fragili possono “ingrossare le file del terrorismo”, dall’Isis a Boko Haram, un problema che si risolve solo risolvendo la situazione in Libia. In un vertice dedicato all’immigrazione, anche Rajoy (al quale tutti hanno ribadito la solidarietà per l’attentato di Barcellona) ha parlato di terrorismo insistendo sulla necessità di una maggiore collaborazione tra polizie e di una lotta più intensa contro la radicalizzazione.

LA CABINA DI REGIA AL VIMINALE

I temi del vertice di Parigi sono stati gli stessi discussi poche ore prima a Roma durante la riunione tra i ministri dell’Interno di Italia, Ciad, Libia, Mali e Niger: oltre alla formazione delle guardie di frontiera per controllare i confini e agli aiuti economici come alternativa ai traffici illeciti, la riunione della “cabina di regia” ha definito alcuni passaggi operativi rilevanti come il coinvolgimento dei sindaci di Ciad, Niger e Mali per individuare aiuti economici alternativi, così come il ministro Marco Minniti ha fatto con i sindaci libici, e una task force di sicurezza ad alto livello per aumentare la collaborazione. Magari gli aiuti economici non freneranno solo i flussi, ma permetteranno anche di arrestare qualche boss del traffico di esseri umani.



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