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Tim-Telecom Italia, le parole di Recchi su Sparkle e gli scenari Cdp-Leonardo

Di Michele Arnese e Fernando Pineda
GIUSEPPE RECCHI

Mossa tattica, parole in libertà o vera disponibilità? E’ la domanda che si stanno ponendo gli addetti ai lavori dopo quanto il presidente di Tim, Giuseppe Recchi, ha detto ieri in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito del futuro della controllata Sparkle (qui gli ultimi approfondimenti di Formiche.net sull’attività della società ritenuta strategica dal governo).

LE PAROLE DI RECCHI AL CORSERA

Il Corriere della Sera ha chiesto tra l’altro a Recchi, nel corso di una lunga intervista: “Sareste disposti a cedere Sparkle al governo?”. Ecco la risposta del presidente di Tim: “Attorno a Sparkle si è creata una vera e propria fiction, facendo sembrare la società una sorta di Spectre. Sparkle non è un tabù. Noi siamo per definizione sempre disponibili a trovare soluzioni utili al sistema paese di cui facciamo parte”.

LA DISPONIBILITA’ DI TIM SU SPARKLE

Che cosa significa esattamente “non è un tabù”? Significa, secondo la ricostruzione di Formiche.net, che il gruppo controllato da Vivendi è pronto a valutare soluzioni societarie con il governo. D’altronde, più di un pour parler, anzi una vera e propria trattativa ci fu tempo fa fra Telecom Italia e Cassa depositi e prestiti nell’ambito dell’operazione Metroweb.

IL BOTTA E RISPOSTA FRA CATTANEO E GALLIA

Fu lo stesso ex amministratore delegato del gruppo telefonico, Flavio Cattaneo, poi uscito con una congrua buonuscita per dissapori con gli azionisti francesi, a fare cenno alla questione lo scorso fine giugno: “Metroweb non è stata comprata perché abbiamo ricevuto offerte irricevibili: in cambio del 51% di Metroweb avrei dovuto cedere tutta Telecom Italia Sparkle che fa 1,3 miliardi di ricavi”, disse Cattaneo il 28 giugno nel corso di un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera sul piano di realizzazione della rete della banda larga e ultra larga: “Non abbiamo mai ricevuto da Cdp la richiesta di entrare in Telecom ma di cedere Telecom Italia  Sparkle per avere il 51% di Metroweb che fa 100 milioni di fatturato. Se l’avessi fatto mi sarei beccato una causa da tutti gli azionisti, sono cose che non si possono fare”, aggiunse Cattaneo lanciata un’altra staffilata alla Cassa depositi e prestiti controllata dal ministero dell’Economia. Una stilettata che provocò la reazione dei vertici della stessa Cdp: le dichiarazioni fatte dall‘amministratore delegato di Telecom Italia Flavio Cattaneo sulle trattative per la vendita di Metroweb sono “gravi e false”, fu la replica dell’amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia.

I NUMERI E LE TRATTATIVE

Inoltre, già nel maggio scorso, erano state diffuse indiscrezioni di mercato molto dettagliate sulla trattativa in fieri su Sparkle. Il gruppo Telecom, come rivelato da Radiocor Plus, aveva manifestato al presidente di Cdp, Claudio Costamagna, la disponibilità a mettere sul piatto nella trattativa su Metroweb anche Sparkle sulla base di valutazioni analoghe a quelle a cui tratta oggi Level3, leader di mercato nei collegamenti internazionali, ovvero circa 11/12 volte l’Ebidta. “Applicando le valutazioni di Level3, Sparkle, che nel 2015 ha registrato un Ebitda di circa 195 milioni – scriveva Radiocor – sarebbe valorizzata 2,1/2,3 miliardi di euro: per conquistare il 100% di un asset definito più volte strategico, Cdp e F2I potrebbero quindi conferire tutta Metroweb ed effettuare un conguaglio di circa 1,3/1,4 miliardi, investimento sicuramente alla portata dei due soggetti”.

LO SCENARIO FRA CDP E LEONARDO

Ora, dopo le parole di Recchi al Corsera, si conferma la disponibilità di Tim a valutare soluzioni con il governo nel caso l’esecutivo – anche in seguito al forcing legato alla questione della golden power – gradisse una proprietà italiana della società controllata dall’ex Telecom Italia. Per questo alcuni addetti ai lavori individuano non più e non solo in Cdp il possibile compratore ma a livello potenziale si parlerebbe anche di un ruolo per il gruppo Leonardo. L’amministratore delegato del gruppo attivo nella difesa e nell’aerospazio, Alessandro Profumo, non ha fatto menzione dell’ipotesi nella recente intervista alla tv di Class ma di certo la cyber security rientra sempre più nelle attività core del gruppo di piazza Monte Grappa.


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