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Meloni, Alemanno e Fini, che cosa accade nelle destre ancora in cerca di autori (e di voti)

Baruffa a destra. Dopo la débacle alle elezioni europee tra i meloniani è l’ora della resa dei conti. Ignazio La Russa attacca la gestione del partito e con Giorgia Meloni è ormai scontro, e quest’ultima sconta anche la defezione di Fabio Rampelli. E mentre è ancora aperta la questione relativa al simbolo e all’eredità di An, l’altra destra di Gianfranco Fini organizza di nuovo la kermesse di Mirabello: a settembre rifarà il suo consueto comizio dopo il crollo di Fli.

FRATELLI
Che le cose dentro Fdi non fossero chiare e pacifiche era emerso già dallo scorso inverno, quando lo scatto in avanti sul simbolo, dopo la tempestosa assemblea della Fondazione di An, non era piaciuto a molti dei vecchi elettori della destra italiana pre e post Fiuggi. Inoltre la strumentalizzazione delle iniziative almirantiane in concomitanza con gli appuntamenti elettorali di Fdi dello scorso maggio, avevano fatto storcere la bocca a quanti avevano creduto ad una reale riedizione di un partito di destra: anti sistema, a trazione sociale, legato ad un passato da rimodernare ma distante e distinto da quelle vocazioni governative che, per dirne una, hanno di recente fatto naufragare una fetta di elettorato che poi ha scelto di votare Beppe Grillo.

SCONTRO
Secondo alcune ricostruzioni gli scontri tra La Russa e la Meloni sono stati all’ordine del giorno sin dai primi passi di Fdi. Troppo forte l’esperienza dell’ex ministro della Difesa per essere relegata a semplice comparsa da chi vorrebbe inaugurare una nuova generazione di leader, accanto ai coetanei Alfano, Renzi e Salvini. Ma a rovinare i piani di Fdi ecco la debacle elettorale delle europee, con il mancato raggiungimento del 4%, frutto di strategie non condivise ma dettate dal cosiddetto “club del Celio”, la location dell’annuale manifestazione di Atreju.

DIFFERENZE
La svolta ideologica “no euro” non è stata solo ad appannaggio di Fdi, ma al nord est è stata subissata dalla nuova Lega di Matteo Salvini che in quel fazzoletto d’Italia ha raggiunto percentuali significative. E se per un verso, al sud e al centro, i meloniani hanno raccolto buoni voti, è ancora una volta nel manico che si annidano vecchie ruggini e incomprensioni, come quella di un occhio troppo strizzato verso Marie le Pen.

ADDIO NO EURO?
Che le posizioni ultraortodosse contro l’euro non fossero più così solide come in campagna elettorale, anzi, già sostituite da quelle anti Fiscal Compact, è stato oggettivizzato in occasione dell’adesione da parte di Fratelli d’Italia all’iniziativa referendaria appoggiata dalla minoranza Pd, da Sel e dalla Cgil. In particolar modo il liberale Guido Crosetto era stato tra le rare voci contrarie all’introduzione del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio nella Costituzione repubblicana. Svolta anti Fiscal Compact, e dunque non più anti euro, anche da parte di Gianni Alemanno.

FUTURO
Niente scissioni all’orizzonte, anzi, Fdi raddoppia le campagne per le primarie e per i gazebo programmatici in vista delle regionali del 2015 ma un’estate di riflessione, su idee e volti da candidare, è sicuramente iniziata. E non sono esclusi colpi di scena, anche per via del doppio intreccio che lega il partito e i veleni della destra italiana al simbolo e al patrimonio della Fondazione di An che, dopo aver annunciato lo stanziamento di un milione di euro per iniziative ed eventi legati alla memoria della destra, ha annullato tutti i progetti già presentati e solo in attesa del nulla osta da parte della speciale commissione esaminatrice.

MIRABELLO
Un momento di impasse che registra un passo in avanti da parte della nuova eurodestra di Gianfranco Fini che, un mese dopo aver lanciato da allenatore il raduno romano “Partecipa”, si prepara a tornare in un luogo simbolo della destra italiana, dove ci fu l’investitura da parte dello storico leader Giorgio Almirante. Dopo l’assenza dello scorso anno, legata ai magri risultati di Fli, e ai successivi tentativi di una riunificazione a droit naufragati per mille e più motivi, il prossimo 13 settembre l’ex Presidente della Camera sarà sul palco per il comizio finale dell’edizione numero trentatré della Festa di Mirabello, allestita dal 1981 da Vittorio Lodi. Quest’anno si svolgerà sui terreni della famiglia Lodi colpiti dal terribile terremoto che in Emilia Romagna nel 2012 provocò la morte di 17 persone ed il ferimento di 300.

twitter@FDepalo

 

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