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Ecco come Pd e Ncd hanno boicottato i risparmi di spesa voluti da Cottarelli

Le 32 mosse previste in origine da mister spending review, Carlo Cottarelli, prevedevano di tagliare 7 miliardi nel 2014, 18,1 tra dodici mesi e 33,9 nel 2016. Il risultato è che i freni rappresentati in larga misura da Sanità e Pubblica Amministrazione ne hanno azzoppato intenzioni e realizzazioni.

FRENI
Come annunciato dallo stesso premier Matteo Renzi, mentre le cifre iniziali erano di 59 miliardi in tre anni, progressivamente Palazzo Chigi ha limato quei numeri con calcoli al ribasso, scendendo a 52. Ma non finisce qui, perché due freni non da poco ne stanno condizionando in maniera definitiva l’esito finale.

SANITA’
Al primo posto la sanità. Cottarelli avrebbe voluto ricavare almeno 3 miliardi da costi standard e dal nuovo Patto per la Salute, salvo scoprire la contrarietà del ministro Beatrice Lorenzin e delle Regioni, che hanno premuto affinché quei risparmi restassero all’interno del settore sanitario, ha scritto Paolo Baroni su La Stampa.

PA
Al secondo posto la Pa. Nella riforma della Pubblica Amministrazione non c’è traccia dei tagli, anche per una certa pressione delle forze sociali, con l’aggravio rappresentato da costi in più che dovrebbero presentarsi come un nuovo conto da pagare per lo Stato. Senza dimenticare il tetto ai compensi dei dirigenti, una “burletta” la definisce Paolo Baroni sulla Stampa, secondo cui dopo gli annunci di tagli a cascata su tutte le fasce inferiori alla dirigenza (con nuove griglie di stipendio a 190, 120 e 80mila euro) se ne sono perse le tracce. Con l’aggravante dell’esenzione da tetto per i manager delle società approvata dal Senato.

SPESA AUMENTATA
Dagli 80 euro di bonus in poi, per quattro volte la spesa è aumentata, “complici ministri distratti incompetenti e nonostante il parere contrario della Ragioneria dello Stato” attacca l’economista Tito Boeri su Repubblica. Con il risultato di aver moltiplicato per ben quattro volte la spesa “invocando come coperture i risparmi futuri associati alla rassegna della spesa”. E’ il caso della Legge di Stabilità 2014, del decreto fiscale di gennaio, del decreto legge sulla Pae e sulla controriforma Fornero. Ecco perché, secondo Boeri, la spending review è stata “svuotata prima ancora che potesse cominciare a dare qualche frutto”.

SCENARI
Nonostante lo stesso ministro dell’economia Pier Carlo Padoan abbia smentito che ci fosse un caso (“il caso Cottarelli non esiste”) è stato lo stesso premier a sottolineare quale sarà lo scenario futuro: “Io non so quel che farà Cottarelli, lo rispetto, lo stimo e farà quel che crede. La revisione della spesa la faremo anche senza Cottarelli”.

TAGLIARE SENZA COMMISSARIO
Ma la strada in qualche misura è già segnata e potrebbe essere percorsa anche senza il guidatore. Si può tagliare la spesa anche senza il commissario, osserva l’economista ed ex ministro delle Finanze, Francesco Forte, sul Giornale, nella consapevolezza che il governo senza bisogno di un alto commissario potrebbe riprendere la proposta del prof. Giavazzi “rimasta nel cassetto perché non gradita al Pd e al capitalismo assistito”.

twitter@FDepalo



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