Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Eterologa, tutti i miei dubbi sul sinistro liberismo riproduttivo. Parla Eugenia Roccella

Nato dalla spinta propulsiva di alcune regioni vicine alla sinistra, il documento che regola la tecnica della fecondazione eterologa ha ricevuto ieri l’unanimità dei presidenti delle regioni riunitisi in conferenza. Sono superati quindi gli antichi dissapori e i diversi orientamenti tra i partiti, alcuni dei quali sono scesi in trincea per la difesa dei temi etici?

Eugenia Roccella, deputata del Nuovo Centro Destra, Sottosegretario al Lavoro, alla Salute e alle Politiche sociali nel quarto governo Berlusconi IV, chiarisce in una conversazione con Formiche.net la posizione del suo partito, spiega gli aspetti più delicati del regolamento e mette in guardia da possibili conseguenze dovute all’assenza di una normativa efficace.

E’ UN DATO DI FATTO
“Sui temi etici il mio partito ha una visione omogenea ma dopo l’abolizione della Corte costituzionale del divieto, non possiamo fare altro che accettare che l’eterologa è ormai un fatto”, dice Roccella.
“Altra cosa è scegliere come la vogliamo: vogliamo affidarla al mercato e innescare il meccanismo della selezione che vige negli altri paesi o vogliamo lasciarla alla gratuità disciplinandola con una legge?”, è l’interrogativo posto dalla deputata alfaniana che ipotizza:
“Di fronte alla fuga in avanti di alcune regioni rosse, prima tra tutte la Toscana, le altre hanno probabilmente sentito l’esigenza di non andare in ordine sparso”.

UNO STRUMENTO BLANDO
“Senza una legge votata dal Parlamento che preveda limiti certi, garanzie e sanzioni efficaci sarà adesso problematico garantire l’efficacia di queste regole”. Per Roccella infatti un accordo tra i presidenti delle regioni, non soggetto a sanzioni né multe, sarebbe facilmente raggirabile.

UN REGALO AI PRIVATI
Per il deputato del Ncd la verità è un’altra: “Il regolamento rappresenta prima di tutto un regalo fatto ai privati e ce ne accorgeremo tra qualche mese facendo un bilancio delle cliniche che hanno realmente intrapreso questa tecnica”, afferma Roccella.
La sanità pubblica rischia invece di dover affrontare costi troppo onerosi. “Ma non è solo un problema di fondi, né solo di temi etici, è in ballo la sicurezza sanitaria”, chiarisce la parlamentare del partito di Alfano.

IL RISCHIO CLINICO
“Determinante sarà il fattore rischio clinico. I privati sono liberi di stipulare contratti con le coppie per tutelarsi. Cosa che il pubblico non potrà fare”.
L’accelerazione da parte delle regioni altro non è quindi per Roccella che “una mano tesa a una lobby molto agguerrita che difende un mercato redditizio. E lasciare questo mercato deregolato favorirà solo il far west dell’eterologa”, chiosa la deputata che a questo punto chiede: “Dove sono finite le regole tanto care alla sinistra che adesso dà invece il via libera al liberismo riproduttivo?”.

TEMI DELICATI
Per il deputato di Ncd il documento lascerebbe così aperti una serie di problemi, primo tra tutti quello delle autorizzazioni”: “Nella sanità non esiste uno spazio sottratto ad autorizzazione. Le direttive europee dicono che i centri che effettuano l’eterologa devono essere autorizzati, cosa che il documento delle regioni invece non prevede”.

Roccella tema anche per la tracciabilità dei gameti dei donatori, tema molto delicato a livello internazionale. Per spiegare i rischi a cui si potrebbe incorrere la deputata ricorda il caso danese, dove la più grande bio-banca del paese ha venduto in tutto il mondo, tra cui due coppie italiane, gameti di un uomo portatore sano di una patologia molto grave, che si sono riusciti a tracciare solo dopo cinque anni e in seguito all’attivarsi di diverse associazioni.
Assente nel decreto Lorenzin ma altrettanto preoccupante è per Roccella l’imposizione di un fenotipo simile a quello dei genitori nella scelta del donatore: “Innescare questo meccanismo nella selezione creerebbe una ferita insanabile nel rapporto genitori-figli”.

L’ETEROLOGA TRA RENZI E LORENZIN
Nessuna responsabilità può essere attribuita invece secondo Roccella al ministro Lorenzin: “Ad agosto era già pronto un testo, preparato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin – sottolinea Roccella -, ma il premier Renzi e il Consiglio dei ministri l’hanno bocciato”.
E sulle ragioni di questa scelta la deputata del Ncd commenta: “Renzi ha preferito rimandare ad una legge di natura parlamentare forse per evitare che nel suo partito si creassero lacerazioni con possibili riflessi sul governo”.

PRESTO LA LEGGE
Urge quindi una legge: “Se c’è la volontà politica una legge si fa anche in sei mesi. Questa norma dovrà dare sicurezza sanitaria e mantenere da un punto di vista sociale alcuni dei caratteri che ha sempre avuto la nostra sanità”, conclude Roccella.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter