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Che cosa penso del Berlusconi acrobata. Parla Piero Ostellino

Riconoscimento giuridico delle unioni civili a partire da quelle fra persone dello stesso sesso. Atteggiamento di opposizione tutt’altro che intransigente nei confronti del governo di Matteo Renzi, affiancato alla costruzione di un’alleanza con Lega Nord e Fratelli d’Italia, tra le forze più ostili al Partito democratico. E l’ennesima giravolta sulla legge elettorale.

I molteplici mutamenti di fronte che hanno costellato la parabola politica di Silvio Berlusconi conoscono oggi un nuovo capitolo. Per capirne ragioni e sbocchi nella cornice di un centro-destra sempre più frantumato Formiche.net ha sentito Piero Ostellino, firma storica e già direttore del Corriere della Sera.

Come spiega i cambiamenti di prospettiva dell’ex Cavaliere sul tema delle unioni gay?

Silvio Berlusconi fa semplicemente il suo mestiere. Ha capito che Matteo Renzi e la politica intrapresa dal premier sono popolari. E lui, che non lo è più molto, scegli di adeguarsi alla tendenza prevalente nell’opinione pubblica.

Non è un ritorno allo “spirito liberale” che animò la creazione di Forza Italia nel 1994?

Ma per carità. Non vi è nulla di liberale nell’ex capo del governo. Così come nell’attuale Presidente del Consiglio. Viviamo una stagione demagogica, priva di grandi tensioni ideali. E il leader degli “azzurri” ne è un interprete perfetto.

Anche sulla riforma elettorale Berlusconi è stato protagonista di clamorosi voltafaccia.

Perché non ha e non coltiva un’idea dello Stato in cui vivere. Si adatta alle mutevoli circostante con il camaleontismo tipico dell’uomo di mercato. È abituato a comprare tutto. Non certo a portare avanti convinzioni politiche.

Vede contraddizioni tra l’opposizione benevola di Fi verso Renzi e la ricerca di una robusta alleanza politico-elettorale con il Carroccio radicalmente ostile al premier?

Non vi è nessuna stranezza. L’ex Cavaliere tiene semplicemente i piedi in due scarpe. La sua scelta è frutto di un calcolo, visto che la Lega Nord sta promuovendo una politica molto più razionale e coerente rispetto a Forza Italia.

È una strategia finalizzata a neutralizzare i “fratelli divisi” del Nuovo Centro-destra?

No. Si tratta dell’atteggiamento di un personaggio che non nutre prospettiva politica. Il cui ritorno alla guida dei conservatori e moderati è impensabile. La sua parabola pubblica è giunta al capolinea.



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