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Ripartono da Verona le prove tecniche di centrodestra plurale (non alla Salvini)

Prove di centro e di destra auspicando la nascita di un contenitore unitario che si confronti con il Pd di Matteo Renzi, nella consapevolezza che “è più facile provocare i campi rom come fa Matteo Salvini che ragionare nel merito su politiche e soluzioni”. Così la senatrice di Forza Italia Cinzia Bonfrisco spiega a Formiche.net da dove è necessario partire per queste “prove di futuro”, ovvero dare corpo a quell’idea di andare oltre i naturali confini degli schieramenti politici con la prospettiva di costruire un nuovo polo moderato e liberale.

L’occasione è il convegno “Centro e Destra a confronto, prove di futuro. Dai territori una proposta per l’Italia” organizzato per sabato 15 novembre a Verona dai Club Forza Silvio e dalla Fondazione Ricostruiamo il Paese.

CENTRO E DESTRA
All’evento parteciperà anche Flavio Tosi, fautore di una Lega più moderata e dialogante rispetto a quella tarata sulle pulsioni del segretario Matteo Salvini. Un Carroccio e un centrodestra, secondo la visione del sindaco di Verona, disposti a un dialogo anche con il movimento di Corrado Passera, le nuove esperienze della società civile, come la Leopolda Blu, la destra moderna ed europea. Secondo la senatrice Bonfrisco l’idea deve partire da un moto di ricomposizione strutturale: “Sono ben consapevole del fatto che Salvini occupa un vuoto che certamente esiste, sintomo dell’urgenza di far ritrovare al centrodestra l’entusiasmo di combattere quella deriva interpretata da Matteo Renzi”. “E’ certamente più facile come fa Salvini – aggiunge la senatrice forzista – andare a provocare i campi rom, piuttosto che ragionare nel merito e con calma su politiche e soluzioni non di pancia”.

FORZALEGHISMO
Punto di partenza dell’iniziativa veronese organizzata da Bonfrisco è il desiderio di confronto con storie diverse, ma che possono ancora incrociarsi per dare vita ad una nuova prospettiva: “Penso anche a chi non è oggi nostro alleato, come i moderati di Portas, molto influenti in Piemonte”. Non a caso, poi, in Veneto “vorremmo confermare ed ampliare la sintesi di un’identità culturale legata alla nostra operosità, perché è la capitale di quel Forza-Leghismo che negli ultimi vent’anni ha guidato un intero processo”. E’ la ragione per cui rivolge un appello al governatore Zaia: “Saper essere il presidente di una coalizione, ma sforzarsi di andare oltre”.

NODI
Due al momento i nodi da sciogliere per il centrodestra italiano: Matteo Renzi e Matteo Salvini. Secondo l’esponente di Forza Italia, Renzi fa “le cose che piacciono all’elettorato di centrodestra, ma poi fa cose che servono al suo elettorato”. E’ in quell’equivoco che prende forma la necessità del centrodestra da costruire, rileva, “ritrovando credibilità presso gli elettori che devono poter scegliere tra un centrosinistra moderno e un centrodestra unito”. E’ la ragione per cui l’azione di Salvini rischia di “marginalizzarci agli estremi del quadro politico, condannandoci a non vincere”. Cosa accadrà, si chiede, quando gli italiani si sveglieranno dal torpore renziano? In quel momento “dovremo far trovare loro un perimetro politico certo e moderato, quello che da sempre è l’ago della bilancia delle elezioni italiane”.

FITTO
Altro elemento al centro del convegno sarà il ruolo dell’eurodeputato Raffaele Fitto, protagonista negli ultimi mesi, dall’interno, di un acceso e lungo dibattito con i vertici di Forza Italia. L’elemento di novità rispetto ai precedenti casi di Gianfranco Fini e Angelino Alfano “sta nella generazione-Fitto, che mantiene la propria modernità di una proposta politica anche nel non accettare mitizzazioni figlie di un personalismo che non ci appartiene”. Da qui la scelta, “magari più difficile e faticosa”, di non mettere mai in discussione l’unità del partito, “che è un grande valore”.

TEMI
Non va dimenticato che esiste una domanda, ancora senza risposta, di sicurezza e di diritto, “che produce l’esplosione di quelle emergenze a cui assistiamo in questi giorni” (come quella di Tor Sapienza a Roma), persone che “pagano il prezzo più alto rispetto all’incuria del nostro sistema giudiziario e alle sue grandi carenze”. E le primarie? “Utili ma non indispensabili”, osserva la senatrice Bonfrisco.

CON CHI
L’obiettivo spiega la senatrice è quello di programmare un vademecum di proposte per il futuro del Centro e della Destra dopo l’archiviazione degli steccati passati, partendo dalla madre di tutte le riforme: “quella della giustizia”. Per questo la diversità dei relatori rappresenterà “una ricchezza di interlocuzione verso nuove prospettive”. Si va dai forzisti Renato Brunetta, Raffaele Fitto, Augusto Minzolini ed Elisabetta Gardini ai popolari Antonio de Poli e Tito Di Maggio; dai leghisti Luca Zaia e Flavio Tosi al meloniano Massimo Corsaro oltre all’alfaniano (vicepresidente del Veneto) Marino Zorzato e ad esponenti del movimentismo di centrodestra, come Giorgio Bissoli di Azione Rurale, Maria Cristina Sandrin di Donne per l’Italia, Gianpiero Samorì (Moderati italiani in rivoluzione), Vincenzo D’Anna (Gal), Giovanni Basini (Leopolda Blu). “Abbiamo ancora tanto da dire e tanto da dare – chiude la senatrice – ragion per cui non possiamo prescindere da un sì, netto e deciso, alle alleanze con liberali, popolari e società civile”.

twitter@FDepalo


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