“Al nostro progetto hanno già aderito 70 parlamentari tra Montecitorio e Palazzo Madama”. Con queste parole Angelino Alfano ha ufficializzato l’approvazione da parte del Nuovo Centro-destra della costituzione di Area Popolare, frutto della fusione con l’Unione di Centro in entrambe le Camere.
Un traguardo non ancora raggiunto
Il progetto lanciato dal responsabile dell’Interno alla conquista delle “vaste praterie lasciate libere da Partito democratico e Lega Nord per ricostruire su fondamenta moderate un’alleanza conservatrice” non ha ancora raggiunto le adesioni necessarie per giocare un ruolo strategico nelle partite della riforma elettorale e della scelta del Presidente della Repubblica. Perché se al Senato la cifra di 35 parlamentari è a portata di mano, alla Camera il panorama è ricco di incognite.
Udc alla finestra?
Nell’Aula di Montecitorio Area Popolare può contare sui 27 deputati del Nuovo Centro-destra.
I parlamentari dell’Unione di Centro – Giuseppe De Mita, Ferdinando Adornato, Paola Binetti, Rocco Buttiglione, Angelo Cera, Gianpiero D’Alia, Milena Santerini – restano per ora alla finestra, in attesa di chiarimenti sulla linea politica della nuova compagine moderata. Nel frattempo hanno creato con il Centro democratico guidato da Bruno Tabacci un gruppo di 19 rappresentanti che appoggiano con convinzione l’iniziativa del governo.
Ad esso hanno aderito in tempi diversi i Popolari per l’Italia che non hanno condiviso la scelta di centro-destra compiuta dall’ex titolare della Difesa Mario Mauro. Si tratta di Lorenzo Dellai, Gian Luigi Gigli, Mario Marazziti, Domenico Rossi, Mario Caruso (ora nel gruppo Per l’Italia-Centro democratico).
Partita più semplice al Senato
A Palazzo Madama il quadro appare più favorevole a una rapida costituzione del gruppo di Area Popolare. La partecipazione di tutti i 31 senatori di Ncd è fuori discussione. E riguarda esponenti come Antonio Azzollini, Antonio Gentile, Guido Viceconte, Giuseppe Esposito, che pure nutrono riserve sull’accelerazione dell’Italicum 2.0.
È in dirittura d’arrivo l’adesione dei 2 rappresentanti dell’Udc – Pierferdinando Casini e Antonio De Poli – dell’ex parlamentare di Futuro e Libertà Aldo Di Biagio e dell’ex Popolare per l’Italia Luigi Marino.
Le scelte contrapposte degli ex Popolari per l’Italia
Altri ex esponenti della formazione un tempo capitanata da Mauro hanno scelto una strada alternativa. Nettamente orientata a favore dell’esecutivo di Matteo Renzi.
Hanno infatti optato per l’ingresso nel gruppo delle Autonomie, tradizionalmente vicino alle posizioni del Pd, Lucio Romano e Andrea Olivero. Il quale con Dellai e Mario Giro aveva creato in estate il movimento “Democrazia solidale”.
Radicalmente antitetica la scelta effettuata da Mario Mauro, che con Angela D’Onghia e Tito Di Maggio è confluito nella compagine Grandi Autonomie e Libertà. Realtà politicamente contigua a Forza Italia e Carroccio, a cui ha già aderito l’ex appartenente del Nuovo Centro-destra Paolo Naccarato.