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Gli editori spagnoli rimpiangeranno Google news?

Mentre in Spagna sta per consumarsi un nuovo episodio della battaglia del continente europeo contro le piattaforme americane capitanate da Google, molti esperti del settore si interrogano sui possibili effetti della mossa del Parlamento spagnolo.

COSA E’ SUCCESSO

Il prossimo 16 dicembre Google chiuderà il suo servizio Google News in Spagna. La società ha spiegato che la decisione si è resa necessaria in seguito alla recente approvazione da parte del Parlamento spagnolo di una legge sul copyright che prevede il pagamento del diritto d’autore ai giornali da parte dei motori di ricerca che mostrano titoli e anteprime degli articoli. “Poiché Google News non raccoglie direttamente denaro (non mostriamo nessuna pubblicità sul sito) – si legge sul blog Google Europe – questo nuovo approccio non è sostenibile”.
Approvata anche in seguito alle forti pressioni di alcune associazioni di editori, soprattutto l’Asociación de Editores de Diarios Españoles (AEDE), la nuova legge sul copyright spagnolo entrerà in vigore il primo gennaio 2015.

LE CONSEGUENZE

Uno studio dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati a cura del presidente Luca Bolognini e di Giuseppe Ragusa sugli effetti dei motori di ricerca, mostra come i primi a essere danneggiati dalla gabella sui link imposta dalle Camere di Madrid saranno gli utenti. Così come dallo stesso studio è possibile evincere che la misura non sarà sufficiente a salvare i giornali e i media in genere dalla crisi, anzi.
“I singoli siti non traggono null’altro che benefici, così come anche i consumatori che hanno la possibilità di accedere a un volume e una qualità delle informazioni mai raggiunta prima”, scrivono gli autori.

L’IMPATTO DEI MOTORI DI RICERCA SULL’INFORMAZIONE

Ma quale impatto hanno i motori di ricerca sul pluralismo dell’informazione? E quale sul numero di visite dei siti internet e quindi sulla rilevanza che essi ottengono grazie ai motori di ricerca?
Lo studio, che si è concentrato sul settore Media e news di Italia e Germania, ha analizzato i primi 100 siti internet classificati secondo il numero di visite. In entrambi i Paesi nel periodo considerato gli utenti si sono informati di più. Ma quanto di questo incremento è dovuto ai motori di ricerca? “Il traffico search incrementa le visite totali che un sito riceve nell’arco di un mese in modo sostanziale e sfruttare i motori di ricerca è a tutti gli effetti una strategia corretta al fine di aumentare la propria visibilità”, si legge nell’analisi econometrica dell’Istituto Italiano per la Privacy.
Quindi, rispondendo al precedente interrogativo, i motori di ricerca “aumentano il pluralismo dell’informazione, aiutando anche i piccoli siti ad emergere ed acquisire visibilità”.

LA STRATEGIE DI GOOGLE IN EUROPA

Da tempo in Europa gli Stati lamentano di non ricevere nulla per l’uso delle anteprime dei loro articoli da parte del motore di ricerca. Ma gli approcci seguiti da Google alle prese con le legislazioni europee sono diversi.
In Germania big G ha usato il pugno duro ottenendo dagli editori tedeschi la possibilità di pubblicare le anteprime senza pagare alcun diritto. Come? Minacciando di pubblicare solo le anteprime dei giornali che avessero dato espressamente il permesso a farlo in modo gratuito, Google ha fatto leva sulla paura degli editori tedeschi di perdere molti lettori a causa della minore evidenza dei loro articoli. Sulla questione si attende però ancora un pronunciamento da parte della magistratura.
Strategica è stata invece la mossa di Google in Belgio risalente al 2012. Dopo lunghi anni di lotte con gli editori il motore di ricerca si è fatto carico delle spese legali e ha scelto di collaborare con gli editori in partnership commerciali a beneficio di entrambe le parti.
In Francia Google ha scelto invece la via della mediazione con il governo, stringendo un accordo per dare alle società editrici dei giornali 60 milioni di euro per favorire il passaggio al digitale mettendo in cambio fine ai lunghi contenziosi legali.

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