“Caro artista e caro lettore, mi corre l’obbligo di avvisarti. L’argomento di queste pagine è ostico“. Inizia con queste parole il libro “Imbizzarriti. Com’è stato possibile restituire dignità e diritti agli artisti italiani” scritto da Francesco Schlitzer. La storia racconta di come un gruppo di artisti, aiutati dallo stesso Schlitzer, siano riusciti a liberare dalle briglie della burocrazia e del monopolio quanto gli spettava di diritto, ossia i propri compensi.
Una piccola rivoluzione che Schlitzer, insieme con Gian Antonio Stella e vari “imbizzarriti”, racconterà il 3 febbraio durante la presentazione del volume, pubblicato da Contrasto Editore, al polo culturale romano Fandango Incontro.
IMAIE, MONOPOLIO, MALFUNZIONAMENTO ALL’ITALIANA
L’Imaie (ora Nuovo Imaie) è un istituto nato nel 1977 su volontà della Triplice sindacale con la funzione di “raccogliere e distribuire i diritti per gli Artisti Interpreti ed Esecutori”, ossia raccogliere i soldi dovuti agli artisti ogni qualvolta fosse stata trasmessa un’opera che li vedesse come protagonisti. Ma l’istituto, pur raccogliendo tali compensi, si è inceppato per anni nella loro distribuzione agli artisti (ha tenuto bloccati oltre 118 milioni di euro di compensi) e per questa ragione nel 2009 è stato estinto. Successivamente, nel 2010, è stato ricreato, per legge, ma senza sostanziali cambiamenti nelle funzioni, beni e funzionari. Tutto questo nonostante l’Antitrust da diversi anni segnalasse la necessità di consentire agli artisti di poter scegliere da chi far amministrare i propri diritti.
ARTISTI 7607
In questo contesto l’associazione Artisti 7607 – composta da artisti come Neri Marcorè, Elio Germano e Claudio Santamaria – ha deciso di rivendicare la libertà di poter gestire autonomamente i diritti connessi per propri associati. Grazie al sostegno di Francesco Schlitzer, esperto di relazioni istituzionali, è riuscita a smuovere il monopolio ponendosi come alternativa all’Imaie.
IL DOCUMENTARIO
Il percorso, però, non è stato semplice. Per raccontare il malfunzionamento dell’Imaie, e sensibilizzare i cittadini sull’argomento, gli artisti di 7607 hanno distribuito il corto “Una commedia italiana che non fa ridere” (2012, Produzione Artisti 7607, regia Luca D’Ascanio, fotografia di Alberto Molinari), arrivando così al grande pubblico. Il corto (il video in basso) ha ottenuto moltissime visualizzazioni ed è stato proiettato al Festival di Cannes. Questo ha reso la richiesta di cambiamento nella gestione dei diritti degli interpreti inarrestabile.
FINALMENTE LIBERI (ALMENO IN PARTE)
Nel 2013 l’associazione Artisti 7607 è diventata una Società Cooperativa e nel novembre dello stesso anno ha comunicato l’inizio l’attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi alla Presidenza del Consiglio. È nata così l’alternativa al monopolio “di fatto” rappresentato dall’Imaie e nel corso del 2014 l’Artisti 7607 ha iniziato a riscuotere i compensi dovuti ai suoi iscritti, che distribuiti in breve tempo.
La battaglia non è certo finita. Il settore ha bisogno di una riforma legislativa che rimuova tutti gli ostacoli che danneggiano gli artisti e il mercato italiano dei diritti connessi, ma forse si è imboccata una strada possibile, anche se difficile.