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Corrado Passera, tutte le idee (anche su Cdp Reti) del partito che sarà

“Ridiamo speranza e voce a coloro cui è stata tolta. A quelli che amano questo Paese, che non si rassegnano al declino e che non hanno perso la voglia di impegnarsi”. E con questo slogan che Italia Unica, la formazione politica creata da Corrado Passera, si accinge al battesimo di vero e proprio partito.

Appuntamento previsto sabato 31 gennaio all’Hotel Cavalieri di Roma. Il movimento dell’ex banchiere ed ex ministro, tra progetti ambiziosi, allargamento delle adesioni e riserve critiche, punta a guidare la trasformazione e il rinnovamento del centro-destra.

IL PROGETTO ECONOMICO

La sfida riformatrice promossa al vasto mondo liberale e popolare alternativo al Partito democratico di Matteo Renzi – secondo i passeriani – prende corpo in un programma ambizioso e ricco che ricalca e sviluppa i punti prefigurati nella prima iniziativa pubblica del movimento capitanato dall’ex ministro per lo Sviluppo economico, risalente al giugno 2014.

La parola chiave è shock positivo. Per promuovere la ripresa economico-sociale e liberare il nostro paese dalle secche della recessione, Italia Unica propone una ricetta di 400 miliardi di euro da mobilitare a favore di cittadini e imprese. Il tutto “nel rigoroso rispetto dei parametri di bilancio fissati in sede europea”.

COME MOBILITARE LE RISORSE 

La strada prospettata prevede un “utilizzo intelligente” dell’enorme patrimonio nazionale. Far emergere a bilancio tutto l’attivo pubblico: terreni, immobili, partecipazioni, crediti, brevetti. E valorizzarlo per supportare il pagamento dei debiti commerciali della Pa alle aziende fornitrici, oltre che per capitalizzare la Cassa depositi e prestiti e il Fondo centrale di garanzia.

In tal modo, spiegano i responsabili del progetto, si verrebbero a creare 100 miliardi di liquidità a favore delle imprese. Mentre altri 100 potrebbero entrare nelle tasche dei lavoratori tramite l’anticipazione volontaria del trattamento di fine rapporto in busta paga e l’erogazione di tre mensilità aggiuntive nella retribuzione libere dall’aggravio di contributi e tasse. Bonus pagabili anche attraverso servizi di Welfare aziendale sulla base di accordi di produttività.

A tale giacimento di ricchezze Passera vuole affiancare l’utilizzo virtuoso dei fondi europei destinati all’Italia per creare infrastrutture innovative, un piano di tagli selettivi della spesa e l’eliminazione degli sprechi, la totale alienazione delle partecipazioni pubbliche nelle società municipalizzate e statali salvaguardando le grandi reti strategiche.

VADE RETRO CINA DA SNAM E TERNA

Tema, quest’ultimo, che costituisce un’eccezione molto significativa nella piattaforma radicalmente liberale della formazione guidata dall’ex ministro per lo Sviluppo economico.

Lo conferma in modo eloquente un intervento apparso sul sito on line di Italia Unica a firma di Massimo Brambilla, manager di una società di consulenza per la crescita internazionale delle imprese e le privatizzazioni delle multi-utility locali ed esponente di spicco del movimento fondato da Passera.

Bersaglio dell’analisi polemica di Brambilla è la cessione per la cifra di 2,1 miliardi di euro del 35 per cento di Cdp Reti a State Grid China, “la più grande realtà al mondo nella trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica interamente controllata dalla Repubblica Popolare”. Governo che ha acquisito la facoltà di nominare un numero rilevante di membri dei consigli di amministrazione delle aziende controllate Snam e Terna, nonché il potere di veto su operazioni straordinarie, aumenti di capitale,  indebitamento e distribuzione di dividendi.

La vendita, scrive il consulente finanziario in linea con le riflessioni di Formiche.net, è stata realizzata senza clamore. Mentre il carattere strategico delle reti dal punto di vista economico e della sicurezza nazionale “avrebbe spinto ogni esecutivo occidentale a valutare con grande cautela l’attribuzione del controllo della holding a un’autorità straniera, estranea a Ue e Nato, e partner commerciale privilegiato della Russia di Vladimir Putin”.

LA RICETTA FISCALE 

Rientra invece nell’orizzonte liberal-liberista il capitolo nevralgico della profonda riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese.

Un taglio di circa 50 miliardi “coperto grazie alla mobilitazione di risorse statali pari a mille miliardi di euro”. È così, ritengono i rappresentanti di Italia Unica, che il Prodotto interno lordo potrà tornare a crescere promuovendo il calo del debito pubblico e l’aumento delle entrate erariali. L’idea è dimezzare l’imposta sui redditi d’impresa, che vale 32 miliardi l’anno e pesa per il 27,5 per cento sulle aziende italiane, e ridurre del 30 per cento l’Irap.

Misure affiancate da un credito di imposta fino a 15 miliardi per investimenti in ricerca e innovazione grazie al ricorso ai fondi strutturali europei, e dall’abbattiamo dei contributi previdenziali per autonomi e precari. Più radicale il progetto relativo ai versamenti dei lavoratori autonomi in regime di partita Iva, che Passera vuole portare al 21 per cento del reddito.

COME E DOVE TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA

Per finanziare un taglio di tale respiro della pressione fiscale l’ex banchiere prospetta una riduzione tra il 5 e il 10 per cento dei 500 miliardi di spesa pubblica non pensionistica. “Interventi non lineari, derivanti dall’applicazione rigorosa dei costi standard per la sanità, dall’eliminazione dei contributi regionali a fondo perduto e di incentivi a pioggia calcolati in 15-20 miliardi, dalla razionalizzazione dei centri di acquisto, dalla chiusura di enti inutili e dallo sfoltimento di incarichi”.

Risorse rilevanti pari almeno a 25 miliardi di euro annui possono essere recuperate secondo l’ex amministratore delegato di Poste Italiane da una lotta rigorosa contro l’evasione fiscale. La ricetta passa per una “una fitta rete di controlli sui pagamenti finalizzata a  ridurre il contante, favorire la fatturazione elettronica tramite sgravi tributari, introdurre un conflitto di convenienze per i cittadini attraverso la possibilità di detrarre talune prestazioni fino a 5mila euro annui per famiglia”.

DOSSIER LAVORO

Pilastro della politica economica prefigurata da Italia Unica è l’apertura del mercato del lavoro a parametri di produttività tramite una “flessibilità positiva nell’orario e nella conciliazione famiglia-professione”.

A tale finalità è improntata la proposta di trasformare l’apprendistato in un vero e proprio contratto di inserimento allungando il periodo di prova e la durata, ed elevando i limiti di età a 35 anni. La formazione, si legge nel programma, va lasciata all’interno dell’impresa prevedendo che nel caso di arti, mestieri e professioni specifiche possa essere “compensata” da un congruo credito di imposta nella fase della trasformazione definitiva in rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Coerente con la filosofia ispiratrice del Jobs Act governativo è il rifiuto del reintegro in azienda fissato dal giudice per i licenziamenti provocati da oggettive ragioni economiche: “La via maestra consiste in adeguati risarcimenti monetari”. E rientra nell’orizzonte del Welfare to work la previsione di una rete trasparente e moderna di ammortizzatori sociali orientati a progetti di formazione e al reinserimento nel circuito produttivo.

RAFFORZARE IL PIANO JUNCKER

La sfida alla stagnazione economico-sociale coinvolge l’intera Europa. Che deve recuperare competitività e protagonismo attraverso una strategia di investimenti produttivi rilevanti. Passera vuole irrobustire il piano da 300 miliardi tracciato dalla Commissione Ue per il 2014-2020 con risorse aggiuntive di mille miliardi finalizzate a infrastrutture di mobilità, energia, telecomunicazione, ricerca e istruzione.

Un fondo che agisca come un “meccanismo europeo per lo sviluppo da affiancare al Meccanismo europeo di stabilità, e in grado di emettere project bond garantiti da una quota della tassa sulle transazioni finanziarie”.

LE PROSPETTIVE DOPO LE MOSSE DI DRAGHI

Avversario del principio dell’unanimità che blocca i processi decisionali nell’Unione a 28 paesi, Passera apprezza l’iniziativa di immissione di liquidità messa in campo dalla Bce guidata da Mario Draghi – “che si è cominciata a muovere come una vera banca centrale” – e auspica che l’intervento possa collegarsi strettamente con nuovo credito all’economia reale.

Correggere gli errori che hanno accompagnato la costruzione dell’architettura monetaria restando nell’Euro-zona richiede a suo avviso un atteggiamento rigoroso su due versanti: “Perché se è giusto richiamare gli Stati che non rispettano il rapporto tra deficit, debito e Pil, è altrettanto urgente riportare nei binari le nazioni che hanno eccessivi surplus nei conti con l’estero. Una valuta comune non può reggere a lungo in caso contrario”.

LE IDEE SULLA LEGGE ELETTORALE

Cornice della politica economico-sociale di Italia Unica è un pacchetto di riforme elettorali e istituzionali formulate nel segno della contrarietà verso la politica dell’“uomo solo al comando” incarnata dal premier.

Per favorire partecipazione politica, alleanze robuste e governabilità, Passera caldeggia un meccanismo “maggioritario con doppio turno di coalizione”. L’elezione della gran parte dei parlamentari avviene in collegi uninominali, “che consente l’instaurazione di un legame rappresentativo forte tra deputato e  territorio e al contrario delle preferenze non favorisce il voto clientelare ostile agli outsider”. Al fine di garantire una vittoria certa nelle urne, Italia Unica propugna la celebrazione di un ballottaggio tra le aggregazioni che hanno ottenuto più consensi con possibilità di ulteriori alleanze in vista dell’attribuzione di un premio di maggioranza.

Nel terreno costituzionale l’obiettivo è rendere snello il processo legislativo abolendo del tutto il Senato, rendere complete e esaustive le norme senza necessità di decreti attuativi, riordinare le leggi esistenti in testi unici comprensibili e coerenti. “La struttura del governo, invece, deve essere semplificata in 10-12 ministeri accorpati per chiare responsabilità rafforzando il ruolo del Presidente del Consiglio”.

FINANZIAMENTO VOLONTARIO DELLA POLITICA

Favorevole ad abrogare subito ogni forma di finanziamento pubblico dei partiti e di rimborso elettorale, l’ex numero uno di Intesa San Paolo prospetta contributi privati volontari con limiti ben precisi attinti a una quota del reddito imponibile.

A suo giudizio i gruppi parlamentari e consiliari dovrebbero  ricevere soltanto “servizi legislativi” per svolgere meglio le loro funzioni e facilitare la comunicazione con gli elettori. Mentre le forze politiche e le fondazioni collegate dovrebbero garantire assoluta trasparenza su bilancio e stato patrimoniale.

Regole analoghe riguardano l’attività di lobby, “meritevole di una normativa adeguata a tutela dei cittadini, dei rappresentanti di interessi, dell’autonomia delle istituzioni”.

NUOVE CARCERI DI MENO DETENZIONE PREVENTIVA

Tema “caldo” dell’agenda politica, la giustizia richiede per il leader di Italia Unica “un’iniziativa di depenalizzazione di reati irrilevanti e privi di reale pericolosità, oltre a misure per scoraggiare il ricorso al secondo e terzo grado di processo”.

Favorevole alla celebrazione dei concorsi necessari per riempire i posti vacanti nell’organico della magistratura e all’aumento delle toghe non professionali, Passera vuole razionalizzare l’utilizzo delle risorse telematiche e rivedere la corretta ripartizione di uffici e organici sul territorio.

Per garantire un trattamento dignitoso e il reinserimento sociale delle persone recluse, l’ex rappresentante del governo Monti propone la chiusure delle “carceri indecenti” e la costruzione di nuovi penitenziari ispirati a principi di “detenzione leggera” per reati meno gravi e soggetti meno pericolosi. Fautore delle pene alternative alla prigione fondate sulla riparazione dei danni da parte dei colpevoli di crimini, l’ex manager aspira a limitare a casi di “reale rischio per la comunità” il ricorso alla custodia cautelare.

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