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Net neutrality, così Netflix si sta sostituendo a Google

Dopo aver svelato la ricetta che può rendere imbattibile Netflix tra i fornitori di servizi in streaming, e anticipato modalità e tempi dello sbarco del colosso americano in Italia, prosegue con la sua battaglia a difesa della neutralità della rete la conversazione di Formiche.net con Augusto Preta, economista e analista di mercato, docente di economia dei media e fondatore di ITMedia consulting

CHE COSA CAMBIA CON LA PROPOSTA DELLA FCC

Mentre Netflix procede esplorando Europa ed Oriente, negli Stati Uniti si lavora su nuove regole per difendere Internet, che potrebbero riguardarla. Il presidente della Federal Communications Commission (Fcc) Tom Wheeler abbracciando la visione di Obama sulla net neutrality, ha proposto nei giorni scorsi di regolare la banda larga negli Usa come servizio pubblico. Queste regole, sulle quali la Fcc voterà il 26 febbraio, vieteranno di pagare per la priorità, di bloccare o rallentare contenuti e servizi.

Questa ipotesi trova contrari i giganti delle Tlc – da Verizon ad AT&T a Time Warner Cable – che da tempo chiedono ad attori come Netflix di essere remuerati in cambio di più banda e migliore qualità dei servizi.

È GIUSTO PAGARE PER AVERE UNA CORSIA PREFERENZIALE?

Wheeler non ha specificato però se la sua proposta tenderà un mano anche alle aziende del video online come Netflix e YouTube dalle tariffe richieste dai fornitori della banda larga, con gli accordi di transito, per trasportare i video agli abbonati in modo veloce e senza interruzioni.

Ma per gli Internet service provider la riclassificazione della banda larga come pubblico servizio bloccherà comunque investimenti e innovazione.
“Se l’obiettivo è sviluppare le reti in fibra ottica allora si potrebbe anche lasciare agli operatori la possibilità di avere un ritorno economico che gli permetterebbe di investire – ha commentato l’esperto di media digitali -. In prospettiva se ci fosse una regolamentazione da parte delle Telco sarebbero loro a decidere quanta banda far utilizzare, aprendo la strada a possibili privilegi a favore di alcuni e a danno di altri, ostacolando magari l’eventuale ingresso di nuovi operatori”.

LA NEUTRALITA’ DELLA RETE SECONDO NETFLIX

Ma qual è la posizione di un colosso come Netflix che negli Usa utilizza oltre il 30 per cento della banda in downstream?
“Netflix si sta sostituendo a Google come maggior paladino nella lotta globale per la net neutrality. Negli Usa Google da qualche tempo ha acquistato della fibra divenendo anche un operatore di telecomunicazioni. Stando su entrambi i fronti, ovvero come operatore infrastrutturale e fornitore di contenuti, tende recentemente a non sbilanciarsi come in passato sul tema della neutralità della rete”.

IL PARADOSSO

“Netflix è un grosso divoratore di banda. Ma essendo un operatore di contenuti puro, ha molto a cuore che gli operatori di tlc non ricarichino su di essa i costi di una migliore gestione della rete”, spiega Preta commentando quello che può apparire un paradosso: “Allo stato attuale, di fatto, occupando un terzo del traffico americano, favorisce lo sviluppo della rete e quindi il business delle telcos ma allo stesso tempo tende ad avere essa stessa un percorso privilegiato sottraendo più banda a futuri potenziali concorrenti”.

LA POSIZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

In Europa ad accontentare un po’ tutti potrebbe sopraggiungere la proposta della presidenza lettone: prevedere alcune circostanze eccezionali in cui gli operatori possano gestire il traffico dando la priorità ad alcuni servizi discriminandone altri. Secondo la proposta le telco potranno offrire servizi specializzati, anche a velocità maggiori, a patto che non interferiscano col servizio offerto ad altri consumatori.

Il principio che ogni pacchetto di dati debba essere trattato allo stesso modo dalla rete è stato fortemente sostenuto dal commissario europeo per il mercato unico digitale Neelie Kroes, e dal suo successore Andrus Ansip, che hanno approvato norme molto stingenti a tutela della net neutrality: “Sembra che il Parlamento europeo esprima più una posizione di principio che di analisi del sistema. Finge cioè di ignorare che già molti operatori utilizzano di fatto la banda in modo differenziato. È evidente che l’argomento è complesso e che ci sono molti interessi contrapporti da bilanciare. Nel valutarle però bisognerebbe tener conto di tutti i fattori, a cominciare dagli aspetti economici”, ha commentato Preta.

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