Il bastone di Esculapio, simbolo della salute, ma anche la sicurezza. Quella che l’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri ha voluto incidere sotto il nuovo logo presentato questa mattina nella sede di Piazza Vittorio a Roma.
Il nuovo logo, i conti e i risultati degli investimenti raccontati da Alberto Oliveti, presidente della Fondazione Enpam, in una conversazione con Formiche.net.
Come nasce il nuovo logo?
C’era l’esigenza di dare unitarietà all’identità visiva dell’Ente. L’obiettivo, infatti, era fare in modo che i medici e gli odontoiatri, e tutti, ci riconoscessero in maniera immediata, dalle carte intestate, alle buste, dalle brochure al sito internet. Quello che abbiamo fatto è un’operazione molto semplice e molto complessa allo stesso tempo. Creare cioè un logo immediato che recuperasse gli elementi di quello esistente, come il bastone di Esculapio, un serpente che idealmente si attorciglia alla lettera “p”, il dio greco della Salute. Un simbolo ripreso dalla tradizione e che accomuna i professionisti che lavorano in questo campo, come medici e chirurghi, ma anche gli odontoiatri.
Qual è la novità?
Una novità di questo logo è che per la prima volta ci accompagniamo un pay-off, una scritta sotto che dice: previdenza, assistenza, sicurezza. Lo possiamo interpretare da un punto di vista descrittivo, nel senso che la sicurezza è il risultato della previdenza e dell’assistenza, che sono i nostri scopi istituzionali, ma anche ad un livello più evocativo: la sicurezza è quella che l’Enpam ha conquistato facendo un’importantissima riforma della gestione del patrimonio che è stata fatta a partire dal 2010/2011 e poi con una riforma delle pensioni epocale che ha messo in sicurezza i conti pensionistici dell’Enpam su una proiezione di oltre 50 anni.
A quanto ammonta il patrimonio dell’Enpam?
Se facciamo una valutazione in termini di mercato l’Enpam ha un patrimonio che si aggira sui 17 miliardi di euro. Per avere un paragone, quello dell’Inps è di 12,5 miliardi. Abbiamo oltre 355 mila iscritti attivi e circa 95 mila pensionati. Siamo sicuramente il primo ente di previdenza privato italiano, e il primo per consistenza patrimoniale, anche. Gli investimenti sono circa 1/3 nel ramo immobiliare e gli altri 2/3 sono nell’ambito finanziario. Negli ultimi anni siamo andati sempre di più verso prodotti semplici e poco costosi in termini di commissioni.
Come decidete gli investimenti?
Noi abbiamo un’allocazione degli investimenti fatta secondo le migliori pratiche internazionali. Per il 95% delle nostre risorse seguiamo in maniera assolutamente rigorosa i canoni di diversificazione, guardando al miglior rapporto tra rischi e rendimento. Per il restante 5% delle risorse, pur non perdendo mai di vista questi obiettivi, siamo disposti ad accettare anche un rendimento più contenuto purché l’investimento sia correlato alla nostra missione istituzionale. All’interno di questo 5% noi abbiamo deciso di fare investimenti mirati, come 150 milioni nella ricerca biomedicale. L’Italia è una terra arida per la ricerca, noi vogliamo concimarla e fare in modo che risultati importanti possano esserci anche per il nostro Paese e non solo all’estero. Anche se a preoccuparci non è tanto la fuga di cervelli, perché l’andare in sé è contaminazione e arricchimento: ciò che ci interessa è attrarre idee.
Questo è un forte investimento nell’economia reale del Paese, e in un campo che è familiare alla nostra categoria professionale.
Ecco il nuovo logo