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Tutte le versioni di Poggiani che abbandona Agid e abbraccia Alessandra Moretti

Dietrofront. Alessandra Poggiani, direttore dimissionario dell’Agenzia per l’Italia digitale offre alla stampa e ai social network diverse versioni della sua scelta di lasciare l’Agid per candidarsi in Veneto in una lista di appoggio alla candidata del Pd, Alessandra Moretti. La notizia, già annunciata due settimane fa da Formiche.net in un articolo di ricostruzioni e indiscrezioni, è stata prima diffusa dal sito Wired diretto da Massimo Russo, rettificata in parte su Facebook dalla stessa Poggiani e rimbalzata, seppur con sfumature diverse e correzioni di rotta, sul Corriere delle Comunicazioni. In mezzo, numerosi tweet e commenti di esperti del settore ed appassionati digitali.

L’INTERVISTA SU WIRED

“Non posso cambiare le cose da sola, senza squadra. Ed è difficilissimo farlo se il digitale è ancora ritenuto una questione tecnica e non una priorità”, ha detto Poggiani a Wired. L’intervista prosegue con accuse non fin troppo velate al gruppo di lavoro: Stefano Quintarelli? “Segue con gran tenacia le battaglie che gli stanno a cuore, ma poi comunque ha la sua attività di parlamentare”. Riccardo Luna? “Ha fatto un lavoro intelligente con i digital champions locali, ma lui è un comunicatore”. Paolo Barberis? “A sua volta deve seguire le proprie attività”, ha detto Poggiani.
E poi ci sono i limiti dell’Agenzia che non le hanno permesso di esercitare al meglio il proprio lavoro, ha detto Poggiani a Wired: “La situazione oggettiva rende tutto complicatissimo, anche le cose più banali […] In quest’anno penso di non aver mai dormito più di tre ore a notte. Tuttavia bisogna domandarsi se allo sforzo corrispondano risultati.[…] Avrei voluto almeno riorganizzare, ma anche lì, avevo sottovalutato i sindacati del pubblico impiego”.

Infine il piano per la banda ultralarga al quale l’Agid ha lavorato insieme a Palazzo Chigi: “Non me la sento più di sostenere come ottimale un piano per la banda ultralarga che è assai limitato. Non sono diplomatica”, ha confessato il direttore uscente dell’Agid.
Fatto salvo (forse) il premier Renzi, Poggiani lamenta di essersi sentita sola, in balia di un eccessivo protagonismo che attanaglia il mondo digitale: “Forse il presidente del Consiglio ha chiaro quanto sia importante questa partita, ma gli altri senz’altro no. Il mondo digitale è un circo ristretto, una camera dell’eco. Ce la raccontiamo tra di noi, piccole invidie, rivalità da cortile, divisioni personali. Ci sono troppi protagonismi, nemmeno le rockstar!”, si legge su Wired.

IL POST SU FACEBOOK

“L’intervista che mi è stata attribuita oggi da Massimo Russo di Wired non corrisponde ai contenuti della breve chiacchierata intercorsa durante una iniziativa pubblica nella quale ci trovavamo entrambi”, ha replicato Poggiani sul suo profilo Facebook.
“La mia esperienza in AgID oltre a essere stata appassionante ha sempre trovato riscontro e sostegno nelle politiche di Governo, con i cui componenti peraltro la mia scelta di impegnarmi sul territorio è stata condivisa”, ha aggiunto Poggiani.
Poi i ringraziamenti: “Ancora di più la condivisione c’è stata con tutta la squadra che lavora sui temi dell’innovazione, tutti i colleghi di AgID, Paolo Barberis, Riccardo Luna Stefano Quintarelli Paolo Coppola che non smetterò mai di ringraziare”, conclude il suo post il direttore dell’Agid”.

LA REPLICA DI RUSSO
Ancora fantasie dunque? “Non posso che confermare tutto: le parole e il senso”, ha scritto Russo fornendo alcune precisazioni in seguito a quanto affermato da Poggiani. “Dei 26 minuti e due secondi di conversazione ho una registrazione. L’ho riascoltata da cima a fondo prima di scrivere”, ha specificato il direttore di Wired.

LA VERSIONE DEL CORRIERE DELLE COMUNICAZIONI

Altra testata, altra intervista, altra versione. Il grosso è fatto, me ne vado. L’intervista rilasciata da Poggiani nello stesso giorno al Corriere delle Comunicazioni offre uno scenario in parte differente: “Ho ritenuto che la parte più importante del mio lavoro sia stata portata a termine con il varo del piano Crescita Digitale e della strategia per la Banda ultralarga. Ora porterò il mio contributo sui territori”, ha detto Poggiani, dalle notorie simpatie piddine, motivando la sua scelta di lasciare l’Agid.

Il lavoro in Agid non è stato stancante, e Poggiani ha ancora in serbo altre energie: “Non sono stanca, anzi ho intenzione di mettere la mia energia a disposizione del Veneto. E non è vero che non si possono cambiare le politiche per l’innovazione: lo dimostrano i due piani appena varati dal governo, Crescita Digitale e Strategia Ultrabroadband”, si legge sul Corriere delle Comunicazioni.

(QUI UN ARTICOLO DI FORMICHE.NET CHE ANALIZZA LA VICENDA AL DI LA’ DELLE INTERVISTE)

I COMMENTI SU TWITTER

Ecco una breve selezione di tweet sulla notizia delle dimissioni di Alessandra Poggiani:



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