Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

E’ davvero buona la Buona Scuola renziana?

Dopo aver vissuto sul web per molti mesi (con slide costellate di clamorosi errori di ortografia) la ‘’Buona scuola’’ è arrivata in Consiglio dei ministri. Gli occhi di tutti i gruppi sono puntati sulla cosiddetta  ‘’soluzione finale’’ della questione dei precari, la cui assunzione nei tempi promessi – in mancanza di un decreto legge – è affidata agli itinerari del disegno di legge.

++++

Ma il Governo si è interrogato – come sarebbe auspicabile – sull’opportunità di siffatta operazione che, pur essendo di natura clientelare, diventerà, alla fine dei conti, il punto cruciale del provvedimento? In proposito riportiamo nuovamente  le parole di Andrea Gavosto, direttore dell’autorevole Fondazione Agnelli,  a commento di una ricerca sulla scuola in Italia: ‘’Assumere tutti e subito i circa 140mila precari avrà effetti molto negativi sulla scuola italiana abbassandone la qualità e ostacolandone il rinnovamento per molti anni a  venire’’. Inoltre – ha aggiunto – la promessa di assunzione di tutti i precari nelle graduatorie ad esaurimento non è stata preceduta da ‘’un’analisi dei profili necessari alla scuola italiana, ma si è adottata una logica capovolta: assumiamo questi insegnanti e poi vediamo che cosa gli possiamo far fare’’.

++++

La parola d’ordine dei tweet presidenziali torna ad essere il merito, ma saranno ripristinati gli  aumenti periodici di anzianità, come se la qualità dell’insegnamento migliorasse col trascorrere del tempo, al pari del vino d’annata. A causa di una cultura sindacale del ‘’todos caballeros’’, nel comparto della scuola non hanno trovato posto neppure quelle poche innovazioni che, negli ultimi anni, si sono diffuse nel pubblico impiego (come le diverse voci del c.d. salario accessorio legate al risultato, ai progetti e alla produttività). È anche per questi motivi (in pratica non esiste contrattazione decentrata) che le retribuzioni degli insegnanti e del personale Ata sono tra le più basse della pubblica amministrazione.

++++

Le politiche retributive di riconoscimento del merito appartengono al novero delle speranze deluse e delle battaglie perse, a cominciare da quando il ministro Luigi Berlinguer (cugino di Enrico) fu costretto a compiere una vistosa marcia indietro rispetto ai criteri che aveva individuato per giudicare il merito dei docenti. Magari quei parametri erano rozzi. Ma anche la più recente adozione di metodi più oggettivi e scientifici come quelli dell’Invalsi (l’Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo) ha incontrato la resistenza (non sempre) passiva degli insegnanti.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter