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Chi sono i ministri più assenti in Parlamento

Certo ci sono gli impegni istituzionali. Di sicuro sono frenetiche e frequenti le riunioni ai dicasteri. E pure gli incontri di partito pesano. Sta di fatto che, al netto di giustificazioni istituzionali, i numeri elaborati dal centro studi Openpolis parlano chiaro: i ministri, nominati tra i deputati e i senatori, sono i più assenteisti in Parlamento.

A svelarlo è una ricerca di Openpolis, secondo cui ministri come Paolo Gentiloni (Esteri), Angelino Alfano (Interno), Beatrice Lorenzin (Salute) e Maurizio Lupi (Trasporti) hanno meno dell’1% di presenze in Parlamento, seguiti da Andrea Orlando, ministro della Giustizia, con il 3,88% di presenze, Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, col 6,91%, fino ad arrivare a Roberta Pinotti (Difesa) e Stefania Giannini (Istruzione), rispettivamente con il 39,03% e 50,48% di presenze.

LE CAUSE DELL’ASSENTEISMO

“Il nostro ordinamento non considera incompatibili le cariche di Parlamentare e Ministro della Repubblica” si legge su Openpolis. “Il problema – continua la ricerca – è che i Deputati e Senatori che vengono nominati a capo di un dicastero, finiscono per non andare più in Parlamento, venendo meno alle loro responsabilità nei confronti dei cittadini, e lasciando vuoto un posto che potrebbe benissimo essere occupato da altri”.

IL SUGGERIMENTO DI OPENPOLIS

Se i ministri-parlamentari si rivelano fortemente assenteisti, è forse in ragione dell’incompatibilità tra le due cariche, diversamente da quanto previsto dalla legge italiana. “Sarebbe forse il caso di discutere la possibilità di riformare dell’attuale sistema – suggeriscono gli analisti di Openpolis -, e rendere incompatibili, come per esempio è in Francia, gli incarichi di Ministro e Parlamentare”.



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