Dice che è “prematuro” parlare di fiducia sulla legge elettorale, che ormai “è il tempo delle scelte, delle decisioni” secondo un principio “di maggioranza”, precisa, “anche all’interno del Pd, perché l’unanimità è impossibile e vuol dire non decidere”.
Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, a Torino per un incontro organizzato dal Pd locale dal titolo ambizioso “Cambiamo l’Italia” lancia messaggi diretti in perfetto stile renziano e avverte la vecchia guardia del partito: “L’era dei caminetti e degli incontri segreti è finita. Il confronto interno è prezioso, ma non può essere una scusa per non fare le cose”. Insomma si prepara il terreno anche per lunedì quando è prevista una Direzione Pd, su cui Boschi si dice fiduciosa: “in tutti questi mesi di lavoro, sia sulla legge elettorale sia sulle riforme costituzionali e sugli altri temi, dopo il confronto abbiamo sempre trovato un punto di accordo e soprattutto il partito si è sempre dimostrato compatto nei momenti decisivi”.
L’Italicum non sarà “una legge elettorale perfetta, ma ha corretto tanti limiti di quella precedente e ha raggiunto un buon compromesso. Poi occorre non perdere di vista l’obiettivo finale che è quello di dare al paese una nuova legge elettorale. Ci vuole serietà: è oltre un anno che ne stiamo parlando” ha detto il ministro, secondo cui “non ha senso rimandare”.
Un richiamo alla serietà, a serrare i ranghi, quello di Boschi, ma non in vista di nuove elezioni. “No, no, non andiamo a votare, non avrebbe senso per il paese” scandisce, rivendicando il fatto che l’esecutivo Renzi sta facendo bene ed è solo all’inizio. “Tutti immaginavano che questa legislatura sarebbe durata poco, in realtà siamo riusciti a cambiarne il destino: è diventata importante per le riforme che stiamo facendo, per ciò che stiamo costruendo, quindi non avrebbe senso per il Paese, proprio mentre c’è la ripresa economica, tornare alle urne. Questo è l’inizio di un percorso e molto rimane da fare. Sono convita che arriveremo al 2018” ha vaticinato Boschi, prima di tornare a bomba sull’Italicum: “Se ci saranno le condizioni possiamo votare l’Italicum alla Camera entro maggio”.
“Sappiamo che il 27 aprile dobbiamo essere in aula e mi auguro che non si ripetano le scene viste nei passaggi parlamentari precedenti, con le opposizioni che hanno fatto ostruzionismo in modo, a mio avviso, poco giustificabile, visto che sono andate oltre, nell’antidemocrazia, passando dall’esporre le loro posizioni a non consentire a noi di esporre le nostre”, ha aggiunto il ministro, auspicando che “il percorso sia più tranquillo e ordinato, nel rispetto dei regolamenti”.
Insomma il catalogo degli avvertimenti sull’Italicum è questo. Resta da capire se il Pd alla fine di questa vicenda uscirà rafforzato.