L’Alitalia parla ormai arabo ma quanto ci è costato, e continua a costarci, aver salvato anni fa la compagnia aerea di bandiera? E soprattutto, chi sta pagando davvero gli oneri?
A questi interrogativi ha tentato di rispondere il sito di informazione Lavoce.info, fondato nel 2002 dai bocconiani Tito Boeri, neo presidente dell’Inps, e Francesco Giavazzi. Gli economisti liberali e liberisti da tempo ricordano di aver messo in guardia dagli esiti del salvataggio fin dal 2008, anno in cui prese il via l’operazione.
QUANTO CI COSTI
L’ultimo articolo della Voce.info (post nomina di Boeri alla presidenza dell’Inps) sui temi previdenziali è firmato dall’economista Carlo Scarpa: “I costi complessivi dell’operazione che sono stati scaricati sulle casse dello Stato e sulle tasche di contribuenti e utenti delle compagnie aeree, purtroppo, non li conosceremo mai. Miliardi di euro, sicuramente”, ha scritto Scarpa.
Spiega poi l’economista della Voce.info: “La notizia giunta più di recente sui giornali riguarda il “fondo” per sostenere i redditi di alcune migliaia di dipendenti che sono stati messi in cassa integrazione per sette anni (sette anni!) spesso a oltre 10 mila euro al mese. Questo fondo – ci avevano assicurato, ma qualcuno ci aveva davvero creduto? – sarebbe stato autosufficiente, alimentato interamente da contributi specifici dei lavoratori. Invece, come noto, da anni tutti i passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani pagano un obolo (passato da un euro a tre euro per ogni passeggero). Con l’ironico risultato che finanzi l’operazione anche se voli con un concorrente di Alitalia o una low cost”.
DUE OSSERVAZIONI
Ed è proprio al Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA) che Boeri ha deciso di dedicare la prima operazione di trasparenza dell’Inps, così come anticipato nel suo discorso di insediamento.
In merito al comunicato pubblicato dall’Ente nazionale di previdenza, Scarpa sottolinea due aspetti: “Il primo è che la parte a carico dei lavoratori del settore è simpaticamente regressiva, poiché grava soprattutto su chi guadagna meno, ossia sul personale di terra. Il secondo – continua l’economista -, è che il contributo a carico dei passeggeri non è una “integrazione” ma copre ben il 96 per cento di questo fondo”.
In sostanza: “I soldi non c’erano e li hanno prelevati dalle nostre tasche, se non come contribuenti, come consumatori”, si legge su la Voce.info.
I RINGRAZIAMENTI IRONICI
A chi dobbiamo ringraziare? “A chi ha condotto l’operazione politicamente, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ci aveva giurato che l’operazione non avrebbe gravato sulle nostre tasche. A ruota, ringraziamo la Lega, che la ha sostenuta sperando di salvare i conti dell’aeroporto di Varese (Malpensa) con i soldi di tutti. E infine a chi l’ha orchestrata finanziariamente, l’allora amministratore delegato di Banca intesa, Corrado Passera, che oggi in politica reclama l’abbattimento degli oneri sulle imprese e le famiglie”, conclude Scarpa.