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Landini? L’erede di Cofferati. Parla Walter Galbusera

“L’iniziativa di Maurizio Landini è del tutto legittima. Ma non ha un grande respiro politico”. Walter Galbusera, sindacalista di lungo corso, ex segretario della Uil milanese e lombarda, ha seguito la manifestazione di Coesione sociale a Roma. Che, almeno nei numeri, è stato un successo. Ma ne vede anche i limiti.

Ha sentito Landini in piazza? Cosa ne pensa?

Credo che lui faccia bene a fare quello che fa. Ne ha tutto il diritto. Il sindacato ha sempre fatto politica, chi lo nega forse vive su Marte. La Cgil è sempre stata la cinghia di trasmissione del vecchio Pci. Per ora Landini vuole un maggiore impegno del sindacato all’interno della lotta politica contro questo governo.

Qualcuno dice che Landini se vuole fare politica dovrebbe dimettersi da segretario della Fiom.

E perché mai? Lo statuto dice che si deve dimettere solo nel caso diventi segretario di un partito o si candidi alle elezioni. Da questo siamo ancora lontani.

Dopo averlo criticato, anche la Camusso era in piazza.

La leader della Cgil ha dovuto fare di necessità virtù. Del resto l’iniziativa di Landini non è contro la Cgil. Lui ha sempre detto che le due organizzazioni viaggiano di pari passo, all’unisono. Certo, a Susanna non farà piacere che il timone di questa iniziativa sia nelle mani del leader della Fiom e non nelle sue.

Qualcuno dice che la battaglia di Landini sia tutta interna alla Cgil, per scalarla…

Una cosa non esclude l’altra. La sua però mi sembra un’iniziativa alla luce del sole, non ne darei una lettura eccessivamente macchiavellica.

Ci sono delle analogie con Sergio Cofferati?

Landini è l’erede di Cofferati. L’ex segretario della Cgil, lottando contro l’abolizione dell’articolo 18, voleva costruire qualcosa di alternativo alla classe dirigente della sinistra di allora, a cominciare da D’Alema e Veltroni. Per Landini è più difficile perché il Job Act è già stato approvato. Ma anche lui vuole occupare uno spazio, che esiste, alla sinistra di Renzi. E costruire un’alternativa.

Ma?

Mi sembra uno spazio minoritario, che non può ambire a essere una vera alternativa di governo. Landini è un leader operaio e parla, con un linguaggio chiaro ed efficace, a quella gente, a quel mondo. Da lì, però, non si allontana. La sinistra del Pd già è qualcosa di molto diverso da lui. Inoltre Landini si muove in modo molto tradizionale. Insomma, è più Tsipras che Podemos. Può ambire a rifare il vecchio Pci. Ma ha senso oggi?

Ha senso?

Secondo me quello che potrà fare di buono è dare maggiore forza al sindacato e ai lavoratori, aumentare il potere contrattuale, ricercando quell’unità che da tempo non c’è più.

Il Landini politico è molto criticato dai rappresentanti dei metalmeccanici di Cisl e Uil. Sembra averli allontanati.

Credo che per ora gli basti avere dietro almeno tutta la Cgil. E farà affidamento sulla militanza della Fiom, che è molto forte e che lui controlla totalmente.

Secondo lei ha il carisma del leader?

Sì ma, ripeto, è un leader operaio che può agire in un ambito ristretto. Mentre lo spazio politico a sinistra di Renzi è molto più grande.

Intanto i contratti a tempo indeterminato stanno aumentando…

Mi sembra uno specchietto per le allodole. Aumentano i contratti a tempo indeterminato, ma non il numero dei posti di lavoro. Per ora Landini su questo ha avuto gioco facile. Vedremo nei prossimi mesi. Più il malcontento nei confronti del governo cresce, meglio è per lui e il suo progetto.



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