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Renzi, gli svolazzi di Stato e le Frecce a terra

repubblica

Costituiscono un prestigioso biglietto da visita per l’Italia all’estero. Ma a causa dei tagli di risorse pubbliche peraltro comuni agli apparati aeronautici dei paesi Nato, le Frecce Tricolori hanno ridotto le proprie esibizioni.

Un annuncio singolare

E così, racconta Marco Nese sul Corriere della Sera, il generale Roberto Di Marco – responsabile del progetto – ha pubblicato un annuncio sulla stampa per ricevere finanziamenti e partnership da tutti gli appassionati dei voli acrobatici. Lo ha fatto tramite un’inserzione apparsa sul Sole 24 Ore.

Nella quale, con numero di telefono cellulare, si rivolge ad aziende, imprese e istituzioni che vogliano diventare sponsor ufficiali della una manifestazione in programma a settembre nella base militare di Rivolto in Friuli Venezia Giulia per celebrare il 55° anniversario della fondazione della pattuglia acrobatica. E le prime adesioni, dalla governatrice regionale Debora Serracchiani e da Fastweb, sono giunte.

Un contrasto stridente

Al contrario, il ricorso ai voli di Stato per i trasferimenti del ceto politico italiano non sembra soffrire di mancanza di fondi.

E resta molto diffuso per i rappresentanti del governo, a partire dal premier Matteo Renzi. Il quale utilizza elicotteri e aerei pubblici per una varietà di impegni internazionali, nazionali, locali. Atteggiamento singolare per una figura che aveva fatto della rottamazione delle abitudini e privilegi della “Casta” una leva formidabile per la sua ascesa politica, hanno notato diversi osservatori. E che, punto non secondario, potrebbe mettere a repentaglio la stessa sicurezza del leader del Partito democratico, secondo alcuni addetti ai lavori.

È fin troppo stridente, in ogni caso, il contrasto con le scelte compiute dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha utilizzato un volo di linea Alitalia per andare a Palermo e un Frecciarossa per la visita a Firenze. Effettuata rigorosamente in tram.

Matteo Renzi vola più di Silvio Berlusconi

A fornire cifre eloquenti del fenomeno dei voli di Stato è un articolo scritto da Emiliano Liuzzi sul Fatto Quotidiano.

Il giornale, con alcuni spunti forniti dalla Fondazione Intelligence, Culture, Strategic Analysis (Icsa) guidata dall’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico, è riuscito  a ricostruire quante ore hanno volato gli aerei istituzionali dal 2010.

Anno in cui l’allora capo del governo Silvio Berlusconi, insieme ai propri ministri, ha viaggiato 10.640 ore. Calate a 8.540 nel 2011. L’esecutivo capitanato da Mario Monti ne ha registrate 6.069, mentre la compagine guidata da Enrico Letta ne ha collezionate 1.877.

Con l’arrivo di Renzi a Palazzo Chigi, rimarca il giornalista del quotidiano diretto da Marco Travaglio, le ore di volo sono tornate ai livelli dei governi Berlusconi: “Ben 6.141 nel 2014, in grandissima parte riferibili al premier, e un numero superiore alla media nel 2015”.

Nessun volo di Stato nelle tratte coperte da treni veloci

Il costo legato all’utilizzo di una flotta che non è mai stata ridotta ammonta a milioni di euro: 53 nel 2010, quasi 43 nel 2011, 31 nel 2012, oltre 19 milioni nel 2013, 40 nel 2014.

Risorse notevoli, che potrebbero essere risparmiate in forma rilevante se è vero che il “volo blu” non è consentito per le tratte in cui opera un efficiente collegamento ferroviario, rimarcano diversi osservatori.

Un paradosso eloquente

A rendere più clamoroso il fenomeno è “il grande mistero che circonda il ricorso ai voli di Stato”. Poco si può sapere – spiega la firma del quotidiano diretto da Marco Travaglio – su dove, quando e perché si sia recato il Presidente del Consiglio o della Repubblica”.

La ragione ufficiale è legata a “questioni di sicurezza”. Il cui protocollo prevede che i servizi segreti, ogni 6 mesi, indichino cosa è opportuno fare. E in ogni caso il trasporto con aereo istituzionale deve contribuire a proteggere figure soggette a minaccia.

Tuttavia a controllare l’applicazione delle regole e a decidere in ultima istanza l’autorizzazione al volo di Stato è esclusivamente il governo. E chi lo guida.



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