Le dimissioni ufficiali di Alessandra Poggiani da direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale e il bando per la riassegnazione del medesimo incarico datano entrambi lunedì 30 marzo. Tempi record se paragonati al ritardo digitale accumulato dal nostro Paese.
“Coloro che intendono candidarsi possono presentare la propria istanza di conferimento del suddetto incarico entro le ore 13 del 13 aprile 2015 al seguente indirizzo candidature@governo.it”, si legge sul sito dell”Agid.
Le istanze, oltre a contenere i dati anagrafìci, titoli di studio e curriculum vitae, dovranno riportare “una sintetica descrizione delle linee programmatiche sull’espletamento dell’incarico per il quale si manifesta interesse”.
Il bando è il medesimo che portò Poggiani alla direzione dell’Agenzia. E gli stessi saranno probabilmente i nomi dei candidati, nonostante in Rete si intravedono i primi passi indietro.
GLI INTERROGATIVI SULLE DIMISSIONI
Dopo l’analisi di Stefano da Empoli, presidente di I-Com, pubblicata anche su Formiche.net, si innescano gli interrogativi sulle dimissioni di Poggiani. Silurata dal governo di Matteo Renzi come il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, o partita per difendere la causa del Veneto candidandosi al fianco della compagna di partito Alessandra Moretti?
IL LEGAME CON IL VENETO
Quello in Veneto sarebbe per lei un ritorno. Prima di passare alla direzione generale dell’Agid è stata infatti alla guida di Venis spa, la società informatica del Comune di Venezia, come direttore generale. Fu in quei panni che diresse l’organizzazione di Digital Venice, l’iniziativa sulle politiche per il digitale promossa dalla Presidenza Italiana del Consiglio europeo a Venezia lo scorso luglio. Un legame con la società veneziana che non sarebbe mai stato scisso, visto che Poggiani risulta in aspettativa dal 19 agosto del 2014.
GLI INCARICHI E LE CONSULENZE
Nonostante nell’intervista a Wired Poggiani avesse manifestato la sua delusione per i pochi margini di manovra sul personale dell’agenzia (“Assumere nella pubblica amministrazione è impossibile. L’agenzia è un dipartimento della presidenza del Consiglio, non è nemmeno un’azienda. Avrei voluto almeno riorganizzare, ma anche lì, avevo sottovalutato i sindacati del pubblico impiego”), sul taccuino di Formiche.net è stato annotato nel tempo qualche nome.
A voler smentire l’eccesso di rigidità e burocratizzazione che le avrebbero impedito di assumere sono intervenuti FP Cgil, Fipe e Rsu mettendo nero su bianco alcune iniziative del direttore dell’Agid: 30 collaboratori a progetto in otto mesi, un numero rilevante di consulenti, numerosi affidamenti diretti, la nomina di 3 dirigenti “senza dare trasparente evidenza delle relative procedure di nomina”, si legge su un comunicato delle organizzazioni sindacali. Poggiani poi avrebbe “discrezionalmente disposto spostamenti di diverso personale dipendente di altre PA, adottato, con piena discrezionalità e responsabilità, una nuova organizzazione, in assenza di criteri e di un quadro chiaro di pianificazione delle attività in carico all’Agenzia”, hanno sostenuto i sindacati presi di mira dall’ex direttore dell’Agid nell’intervista a Massimo Russo.
UN CASO
Poi c’è il conferimento di incarichi dirigenziali e consulenziali senza una previa valutazione delle professionalità interne. Da ambienti della Camera si apprende che alcuni gruppi parlamentari stanno lavorando a una interrogazione che avrebbe come oggetto una iniziativa della gestione Agid degli ultimi mesi.
Si tratta del conferimento – secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net – di una consulenza nel periodo compreso tra il 17 novembre 2014 e il 16 febbraio 2015 allo Studio legale E-lex Belisario Scorza Riccio & Partners per un valore di 36.135,00 euro con questo oggetto: “Affidamento diretto in economia del servizio di consulenza e supporto giuridico alla Direzione Generale sulla normativa in materia di Dematerializzazione, Agenda digitale, Open Data e Open Government”.
Socio di E-lex è Ernesto Belisario, avvocato specializzato in diritto amministrativo, che dal 24 settembre scorso fa parte del tavolo degli esperti del Comitato di indirizzo per l’Agenzia per l’Italia Digitale. L’incarico è visibile in un documento pubblicato sul sito ufficiale dell’Agid e consultabile qui.
Come mai nel lungo elenco dei pagamenti che è possibile scorrere nel file xml salta all’occhio questa spesa? Non certo per l’importo, dicono fonti parlamentari.
Innanzitutto appare anomalo che un direttore generale commissioni una consulenza su una materia su cui è chiamata a dirigere. E poi, davvero all’interno dell’Agid non c’era professionalità utile allo scopo? (leggi qui l’articolazione degli uffici dell’Agid).
COME VIENE GESTITO IL PERSONALE AGID
Un discorso analogo pare possa essere applicato anche alla gestione delle risorse umane:
“Per la gestione del personale si ricorre sistematicamente a consulenze di studi legali esterni, eppure la funzione di amministrazione del personale conta 9 persone e l’ufficio legale è composto da 5 persone, nessuno dei quali abilitato alla professione (anzi qualcuno nemmeno laureato in legge)”, spiegano a Formiche.net fonti sindacali.
In sintesi: “In Agid c’è un nucleo di tecnici qualificati (ereditati dagli enti preesistenti) e una massa di persone (ultraprotetta) dal profilo non eccelso ma che con il gioco delle indennità stratificate ha retribuzioni paragonabili a quelle dei dirigenti”.