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Elezioni regionali, le furbate di Matteo Renzi

Matteo Renzi sta attirando gli avversari in un’altra delle sue trappole. All’improvviso ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’esito del voto nelle sette regioni come se volesse far intendere che teme un risultato inferiore alle attese e si accontentasse di un quattro a tre che a suo dire sarebbe comunque una vittoria. Poiché le cose andranno meglio (sei a uno o cinque a due), ecco che il giovane caudillo potrà nuovamente cantare vittoria.

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Nelle sue Considerazioni finali, il governatore Ignazio Visco ha smorzato gli entusiasmi di quanti ormai credevano a portata di mano la manomissione della riforma Fornero del 2011 sull’aspetto cruciale dell’età pensionabile. Non a caso, la sera stessa, nel tinello di Giovanni Floris, due ministri, Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan (Schioppan?) hanno usato molta prudenza sulla questione della flessibilità e soprattutto hanno smentito quanti dal Quartier generale dell’Inps-LaVoce-info vagheggiano di ricalco contributivo per i trattamenti liquidati secondo le regole del sistema retributivo. Alla buon ora si è tornato a parlare di diritti acquisiti.

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Ottima la performance di Mario Monti ad “8 e 1/2“. Continuo a pensare che la sua e quella del suo governo siano state una grande stagione. E che il suo unico errore sia stato, in talune occasioni (penso ad esempio alla legge Severino), quello di assecondare il lezzo dell’antipolitica.

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“Podemos” vince a Madrid e a Barcellona. I media salgono sul carro del vincitore. Ma l’esempio di Syriza sta a dimostrare che queste forze possono vincere ma non sono in grado di governare, perché non esiste una politica diversa da quella del risanamento e delle riforme, in un Continente che vive al di sopra delle sue possibilità.


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