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Pensioni, chi ha fatto lo gnorri?

Seguiamo, sul calendario, le tappe della sentenza sfascia/bilanci della Consulta, nel loro intreccio con altri eventi che si sono verificati nel frattempo.

Il 10 marzo la Corte Costituzionale prende, in modo rocambolesco, una decisione che “costa” a regime poco meno di 17 miliardi. Esattamente un mese dopo il governo presenta il Def. Il documento non affronta il problema degli effetti della sentenza perché, apparentemente, non era noto.

Il 30 aprile, mentre il Def è a Bruxelles, all’esame della Commissione, viene pubblicata, con le relative motivazioni, la sentenza n. 70, in tutti i suoi devastanti aspetti finanziari.

Sorgono spontanee delle domande. E’ possibile che nessuno, alla Corte, abbia pensato di avvertire il governo di quanto stava avvenendo? Tra organi istituzionali esiste una prassi di comunicazioni informali ma dirette. Non è credibile che la Corte non abbia mandato alcun avvertimento a Palazzo Chigi e all’Economia. Se così fosse sarebbe molto grave.

E’ più probabile che il giovane caudillo fosse al corrente che stava maturando qualche cosa di grosso e che abbia fatto lo gnorri, tirando diritto per la sua strada e vendendosi, a fini elettorali, la panzana del “tesoretto”.



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