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Primo Maggio, festa del lavoro (che deve isolare i violenti)

Al di là di ogni possibile retorica, la Festa del 1° Maggio è una ricorrenza importante, perché è l’occasione per celebrare il lavoro che è il fondamento della Repubblica democratica, nata dalla lotta di Liberazione. È un evento in cui è bello e doveroso riconoscersi, ben oltre le appartenenze politiche e gli orientamenti culturali.

La Festa del Lavoro segue a pochi giorni di distanza quella del 25 Aprile. La demonizzazione degli avversari, la personalizzazione della lotta politica hanno scatenato una folata di odio che ha preso sempre più spinta e che adesso non risparmia nessuno.

Negli anni scorsi erano contestati i sindacalisti giudicati troppo moderati (è capitato tante volte a Savino Pezzotta quando era segretario della Cisl) e gli  esponenti del centro destra (chi non ricorda l’aggressione che dovette subire, il 25AAprile del 2006, Letizia Moratti mentre spingeva la carrozzella del padre invalido ed ex partigiano?). Adesso è toccato anche ai militanti del Pd che a Milano sfilavano insieme ai rappresentanti della valorosa Brigata ebraica.

Che cosa succederà il 1° Maggio? Le forze democratiche devono reagire alle provocazioni. Non si può consentire a minoranze settarie e violente (magari con il pretesto del No Expo) di appropriarsi, con il loro cieco furore, di Giornate che segnano la storia di un popolo.

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