Raffaele Fitto ha iniziato il suo percorso fuori da Forza Italia. L’annuncio dell’uscita e della costituzione di gruppi parlamentari autonomi ancora non c’è, avverrà subito dopo le elezioni regionali, ma l’ex governatore e i suoi si muovono già come fossero in un altro partito. Questa mattina l’europarlamentare ha dato appuntamento ai cronisti per annunciare la nascita della sua associazione/fondazione – “Conservatori e riformisti” – prodromica al primo vagito del nuovo partito, che verrà più avanti.
“Noi vogliamo parlare di proposte e contenuti per il centrodestra, stiamo costruendo la cornice, e la nascita dei gruppi parlamentari è solo l’ultimo passo di questo percorso”, ha spiegato Fitto davanti ai giornalisti in attesa dell’annuncio che per ora è rimandato. Per due motivi.
Innanzitutto per non mettere in difficoltà i candidati alle Regionali: molti fittiani, infatti, sono candidati sotto il simbolo di Forza Italia. Uscire ora rischierebbe di metterli in forte imbarazzo. In secondo luogo, i numeri per dare vita a un gruppo alla Camera ancora non ci sono.
Se a Palazzo Madama, infatti, le truppe fittiane contano almeno 18 senatori (ne bastano dieci per un gruppo autonomo), a Montecitorio è fermo a quindici (e alla Camera ce ne vogliono venti). “E’ tutto pronto, ci sono anche le stanze ed è stata messa in piedi la struttura con tanto di ufficio stampa, ma l’uscita è rimandata”, conferma una fonte fittiana. A Palazzo Madama in pole position per il ruolo di capogruppo c’è Anna Bonfrisco. A Montecitorio si vedrà.
“Gli incontri con Denis Verdini degli ultimi giorni servivano proprio a questo: trovare cinque deputati che ci mancano”, continua la nostra fonte. Una sorta di consulenza da parte dell’ex capataz azzurro con indicazioni e suggerimenti utili. “Chiama quello che ha litigato con la Rossi. Senti quell’altro che ce l’ha a morte con Toti”. Insomma, il solito lavoro sottotraccia che si fa in Parlamento per trovare uomini disponibili a saltare il fosso. Poi c’è anche qualcuno che frena.
Rocco Palese, per esempio, vicecapogruppo alla Camera, non è ancora convinto del tutto che la rottura sia la scelta giusta. Al momento dell’annuncio, però, si vedrà quanti fittiani saranno davvero della partita. “Non è questione di un parlamentare in più o in meno, noi lavoriamo su un progetto politico a lungo termine”, sottolinea Fitto.
Per ora l’unico “tradimento” registrato è quello che di Francesco Paolo Sisto, amico e avvocato di Fitto da una vita. Ora i due non si parlano più. “Avrebbe dovuto abbandonare la presidenza della commissione affari costituzionali di Montecitorio, non tutti se la sentono di fare simili sacrifici”, sussurrano i fittiani.
In attesa di avere i numeri, l’ex governatore pugliese ha lasciato il Ppe per iscriversi in Europa al gruppo di David Cameron. “Non stiamo né con la Merkel né con Marine Le Pen. Mentre in Italia ci interessa l’enorme spazio politico che sta tra Renzi e Salvini”, osserva. Quello che un tempo sarebbe stato di Silvio Berlusconi. Un nuovo centrodestra, il cui leader sarà scelto con le primarie, e che sarà alternativo a Matteo Renzi.
E Silvio? Per Fitto l’ex Cavaliere non esiste più. “La sua sembra la ridotta di un sovrano in declino, chiuso in un bunker, con l’orchestrina che suona mentre intorno cadono le bombe”, racconta un fedelissimo dell’europarlamentare. La nuova creatura fittiana, dunque, è quasi nata. Anche se il nome ancora non c’è. E i gruppi nemmeno. “Ma se dopo il 31 maggio ancora non ci saranno, usciremo lo stesso e staremo nel misto. Ormai siamo fuori da Forza Italia”, assicura Maurizio Bianconi. Nessuno, però, si azzarda a fare previsioni sul futuro bacino elettorale. “Io di professione faccio nascere i bambini”, chiosa Francesco Benedetto Fucci, medico e deputato barese, “se una gestante al terzo mese mi chiede se il bambino sarà biondo o avrà gli occhi azzurri io rispondo che è troppo presto per dirlo…”.