L’arrivo in Italia di Netflix annunciato per ottobre prossimo aumenterà il traffico sulla Rete, per la gioia degli operatori di telecomunicazioni, darà nuova linfa all’industria dei contenuti, che troveranno nel colosso americano un possibile finanziatore, e spingerà l’acceleratore sull’intero mercato della tv on demand, ancora poco esplorato.
Tutti contenti? Forse no, visto che la nuova offerta di contenuti video sarà disponibile su qualsiasi piattaforma (smartphone, tablet, console di videogiochi, set top box come Apple TV, Roku, la chiavetta Google Chromecast e naturalmente via web), garantirà una qualità di immagine nettamente superiore alle altre e avrà dei prezzi al di sotto di quelli proposti dai competitor.
LO SCENARIO
In Italia le offerte basate sul modello Svod (Subscription video on demand) ci sono già. Si pensi all’offerta di Sky on demand ma anche a Infinity di Mediaset, Cubovision di Telecom Italia e Chili tv. Ma secondo gli esperti il gigante di Reed Hastings andrà ad impattare la tv nel suo complesso creando scompiglio anche tra gli operatori di telecomunicazioni.
Come si sta muovendo Netflix? Per il momento si sa di alcune visite in Italia da parte del responsabile europeo di Netflix per le produzioni, e di trattative in corso con produttori e distributori per i titoli italiani da inserire nel catalogo. Così come non sono un mistero gli incontri tra Netflix e l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano.
I PRIMI DETTAGLI DELL’OFFERTA
Il settimanale Wired, che per primo ha ufficializzato la data dello sbarco in Italia, ha fornito alcuni dettagli sulla modalità attraverso cui sarà possibile fruire dei contenuti di Netflix: “L’applicazione sarà preinstallata su smartphone e tablet forniti dagli operatori telefonici, su smart tv e console, e potrebbe essere inclusa anche nei decoder di Sky e Mediaset. I partner – operatori potranno includere Netflix nelle loro offerte, ma nessuno – fornitori di connettività in primis – l’avrà in esclusiva”.
La strategia di Netflix prevede che dopo un primo periodo di prova di un mese, l’utente possa accedere al servizio dietro il pagamento di un abbonamento mensile generalmente al costo di 7.99 euro e lo stesso dovrebbe accadere in Italia.
LA RISPOSTA DI SKY
Paura di Netflix? No, se hai un’offerta imbattibile. A dichiararlo è stato
Riccardo Balestiero, Head of OTT and New Media di Sky e a capo del progetto Sky Online. “I concorrenti sono sempre i benvenuti perché sono uno stimolo al miglioramento continuo. Riteniamo tuttavia che Sky Online sia al momento quello meglio posizionato in questo mercato con un vantaggio competitivo dato dalla freschezza dei contenuti. L’altro vantaggio che abbiamo è l’intrattenimento”, ha dichiarato al Corriere della sera.
E dove non arriva Skyonline, c’è sempre l’offerta satellitare: “Sky satellitare è la Ferrari, hai la garanzia della qualità. Sky Online è una offerta dove la qualità dipende dalla banda a casa dei clienti, e sappiamo che l’Italia non è ai livelli dell’Inghilterra dove la penetrazione broadband è all’80%”, ha commentato Balestiero.
A non temere per l’arrivo di Netflix è anche Andrea Scrosati, vicepresidente per l’area Cinema, Spettacolo e canali partner di Sky Italia, che sul numero di Formiche dedicato alla dittatura dello streaming ha scritto: “La realtà del mercato è un po’ più complessa di come viene raccontata e l’arrivo o meno di operatori internazionali, i cosiddetti Over the top come Netflix, per quanto un elemento importante, non comporterà quella rivoluzione copernicana che viene annunciata da molti”.
LA MOSSA DI RAI-MEDIASET-LA7
Rai, Mediaset e La7 hanno deciso di far fronte alla rivoluzione televisiva in arrivo con TivùOn, l’on demand gratuito dei tre operatori generalisti che dovrebbe prendere vita entro il 2015. “Si tratta di un nuovo servizio per le smart tv che raccoglierà in un unico ambiente condiviso i contenuti delle reti Rai, Mediaset e La7, che verranno proposti in modalità on demand gratuita”, ha scritto Massimiliano Lenzi, giornalista esperto di tv, sul Tempo. Al centro del progetto ci sarà Tivù, la società creata nel 2008 da Rai, Mediaset e Telecom per promuovere la diffusione dell’offerta televisiva digitale terrestre gratuita sul territorio nazionale e lanciare tivùsat, la prima piattaforma digitale satellitare gratuita.
L’OFFERTA DI MEDIASET
Se per i canali generalisti Mediaset punta all’unione con Rai e La7, per la piattaforma pay la strategia è diversa. Dopo essersi aggiudicata i diritti in esclusiva per la trasmissione delle prossime tre edizioni della Champions League, Mediaset Premium ha annunciato a inizio maggio un nuovo accordo per trasmettere in esclusiva i prodotti di intrattenimento di Warner Bros fino al 2020, e quelli di NBC Universal, fino al 2018.
Nella sua offerta il biscione potrà vantare anche della terza stagione di Orange is the new black, la serie Tv di Netflix (miglior serie Tv commedia ai Critics’ Choice Television Awards 2014) trasmessa sul canale Mya di Premium già dal 2014.
L’OTTIMISMO DI CHILI TV
Ma Netflix potrebbe essere per altri un’opportunità. “Spero arrivi presto anche in Italia, perché la presenza di Netflix accelererà la transizione verso il nuovo mondo, e noi ci siamo già dentro”, ha commentato Stefano Parisi, fondatore e presidente di Chili, la prima piattaforma italiana di video on demand, in una conversazione con Formiche.net.
Perché essere i primi in un mercato come quello italiano non è sempre un vantaggio: “Stiamo andando in Paesi come la Germania e l’Austria, dove Netflix è già presente e dove non dobbiamo spiegare che cosa vuol dire vedere la tv in streaming, perché la gente è abituata. In Italia stiamo aprendo il mercato noi che non abbiamo risorse per grandi investimenti pubblicitari”.
Le idee di Parisi per convincere gli utenti a preferire Chili a Netflix?: “Chi usa Chili non deve pagare un abbonamento, a differenza dei clienti di Netflix, e può comprare film molto più recenti, solo tre mesi dopo l’uscita nelle sale“.
I VANTAGGI PER I PRODUTTORI
Netflix ha fino ad oggi finanziato la produzione di oltre 500 ore tra serie Tv, documentari e stand-up comedy, (Lilyhammer, House of Cards, Hemlock Grove, Arrested Development, Orange is the New Black e MakoMermaids), che gli sono valsi 45 Emmy, 10 Golden Globe, 2 nomination Accademy Awards.
E’ presto per fare nomi, ha detto Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya e di Anica, l’associazione dell’industria italiana del cinema, consultato da Repubblica, ma Netflilx in Italia “sta parlando con tutti e nessuno ha chiuso la porta in faccia alla corazzata dei video online. Non l’hanno fatto certo i produttori indipendenti, ma nemmeno i distributori: né Rai Cinema e nemmeno la Medusa del gruppo Mediaset”, si legge su Repubblica.it.
Il menù di Netflix è generalmente composto per l’80% da contenuti provenienti dagli Stati Uniti e il restante 20 dal Paese in questione. Il commissario europeo per l’economia e la società digitale, Gunter H. Oettinger, ha sottolineato l’obbligo di Netflix di valorizzare e investire nei mercati nazionali in cui entra.
TUTTI GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET SUL FENOMENO NETFLIX:
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