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Stipendi dipendenti statali, cosa (non) farà la Corte Costituzionale

Si avvicina un’altra scadenza importante per i conti pubblici. Il prossimo 23 giugno la Consulta si pronuncerà  sulla costituzionalità del blocco dei contratti del pubblico impiego. A meno che i ‘’giudici delle leggi’’ abbiano deciso di bombardare a bella posta il Quartier generale, non esiste nella Carta un diritto al rinnovo dei contratti.  Quindi il ricorso dovrebbe essere respinto. L’art. 36 Cost. (comma 1) stabilisce che il lavoratore ‘’ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla  famiglia un’esistenza libera e dignitosa’’. A noi pare perfettamente sostenibile la tesi che, rebus sic stantibus, le retribuzioni correnti nel pubblico impiego siano proporzionali alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e soprattutto sufficienti ad assicurare ‘’un’esistenza dignitosa’’. Infatti, sono valutazioni, queste, che non possono essere compiute in termini assoluti, ma necessariamente relativi e quindi in parallelo con il più complessivo assetto delle retribuzioni (che nel pubblici impiego rimangono più elevate nonostante i blocchi)  e delle altre condizioni dei lavoratori dipendenti. Quanto vale – anche sul piano dell’adeguatezze degli stipendi – la stabilità dell’impiego in anni in cui venivano concessi, ai dipendenti privati, miliardi di ore di cassa integrazione? Poi, non dimentichiamolo, il discutibile bonus degli 80 euro mensili è stato riconosciuto anche ai travet, in un’unica soluzione,  sia pure nell’ambito dei livelli reddituali previsti.

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In un Paese in cui le Procure usano le intercettazioni telefoniche come i pescatori le reti a strascico (ne diffondono i contenuti anche quando non hanno alcun rilevo con le indagini in corso) perché stupirsi se un decreto attuativo del Jobs act Poletti 2.0 ha introdotto i controlli a distanza sui lavoratori? Non è paradossale che i quotidiani che non dicono beh sull’abuso delle intercettazioni telefoniche siano i più assatanati nel denunciare le norme sui controlli a distanza?

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Roma: dopo ‘’La grande bellezza’’ arriva ‘’Il grande degrado’’. Dobbiamo attendere anche la pubblicazione di un best seller dei due celebri giornalisti autori dell’inchiesta? Poi gireranno anche un film? Se così, la parte di Salvatore Buzzi dovrebbe essere affidata a John Turturro per via della somiglianza fisica. Quella di Ignazio Marino – l’eroe positivo – a Toni Servillo, che, per l’occasione si farà crescere la barba.

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