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Ecco le mastellate di Denis Verdini

Denis Verdini è tanto sicuro di ‘’avere i numeri’’ che li ha giocati persino al Lotto. Un terno secco sulla ruota di Firenze. Naturalmente si è documentato consultando la Smorfia napoletana. Nonostante il riserbo con cui erano custoditi, siamo riusciti a venire in possesso dei numeri giocati: 48 (‘o muorto che parla), 75 (Pulcenella), 79 (‘o mariuolo). Alcuni dello staff avevano suggerito di tentare la cinquina aggiungendo il 41 (‘o curtilello) e il 90 (‘a paura). Ma alla fine si è desistito.

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‘’Azione popolar-liberale’’ di Denis Verdini non avrà solo un gruppo autonomo al Senato, ma persino un inno. Verdini ha trovato, su di una bancarella dell’usato nel mercatino di via dell’Osmannoro a Sesto Fiorentino, il copyright di ‘’Bandiera rossa’’. Lo ha acquistato a prezzi stracciati (ormai non lo voleva più nessuno) e ne ha cambiato il titolo e l’incipit. Ora si chiama ‘’Vessillo popolar-liberale’’ ed inizia così: ‘’Avanti popolo alla riscossa/di bancarotta ci accuseran’’.

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Silvio Berlusconi ha commentato l’uscita di Verdini con un laconico ‘’meglio soli che male accompagnati’’. Non disse così anche Benito Mussolini quando si trovò insieme a ‘’quattro gatti’’ in camicia nera nella Ridotta della Valtellina?

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La sinistra dem storce il naso all’annuncio che Denis Verdini e i suoi andranno in aiuto del Governo. Ma non fu Massimo D’Alema a servirsi di Clemente Mastella che, agli occhi dei militanti trinariciuti (ammesso e non concesso che ne esistano ancora) non era certo meglio di Verdini?

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Sabato 25 luglio Matteo Renzi è stato tutto il giorno in ambasce. Era corsa la voce che Sergio Mattarella lo convocasse al Quirinale, dove, ad attenderlo, ci fosse un drappello di carabinieri per arrestarlo, farlo uscire da una porta laterale e caricarlo su di un’autoambulanza. I più informati assicuravano anche che, per lui, fosse stata predisposta una suite in un albergo del Gran Sasso.

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La vertenza alla Whirpool si è conclusa positivamente con grande soddisfazione di tutti. Ma quella vicenda sarà ricordata per un evento collaterale. Maurizio Landini non solo ha firmato l’accordo, ma si è presentato, a Palazzo Chigi, in giacca e cravatta. Manca solo che Sergio Marchionne, un giorno o l’altro, ne segua l’esempio per poter ristabilire, dismessi i maglioni e le felpe, relazioni sindacali ‘’politicamente corrette’’.

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