Skip to main content

I turbamenti (popolari) sulle unioni civili

“Mi sento di dirvi che la battaglia odierna per la difesa del nostro millenario modello antropologico è tutt’altro che clericale”. “Offenderemmo una visione adulta della laicità se non la riconoscessimo come laicamente umanitaria. La posta in gioco siamo noi stessi, i nostri figli, il loro futuro”. Si conclude così la lettera che Maurizio Sacconi ha inviato ai colleghi di Area popolare allo scopo di contribuire al superamento dei dubbi e delle incertezze che ha avvertito nel gruppo a proposito della questione delle unioni civili. La sua è probabilmente una battaglia persa perché sono enormi le pressioni politiche a chiudere un occhio e a legiferare obbedendo alla tirannia della cultura dei ‘’nuovi diritti’’. Ma le battaglie perse sono le sole che val la pena di combattere fino in fondo.

++++

La manifestazione commemorativa della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna si è conclusa con la rivendicazione di una sollecita approvazione di una legge che introduca nell’ordinamento penale il reato di depistaggio. Il presidente del Senato Pietro Grasso, oratore ufficiale della ricorrenza, ha preso un preciso impegno in tal senso. Perché un’ associazione dei parenti delle vittime di quella strage di innocenti si occupa con tanta insistenza del codice penale? La risposta degli aderenti si basa su elementi dibattuti nel processo: ci fu il tentativo di sviare il corso delle indagini da parte dei c.d. servizi deviati allo scopo di coprire i veri mandanti. Ma se così fosse stato non sarebbe più credibile la pista del terrorismo internazionale (di matrice libica?) che viene negata con tanta forza dagli esponenti dell’Associazione, nonostante gli indizi in tal senso? Di solito è questo il mestiere riservato ai servizi segreti, che siano o no ‘’deviati’’.

++++

Pare che la Toscana sia la regione in cui in questa torrida estate è caduto il maggior numero di fulmini. Che sia una ritorsione celeste contro l’intesa tra Renzi e Verdini?

++++

Le ultime parole famose: ‘’Una legge deve essere cambiata solo perché porta il nome di Gasparri’’. Così il premier Matteo Renzi quando decise di avviare anche la riforma della Rai, il cui consiglio di amministrazione, invece, sarà rinnovato secondo quanto previsto da quella legge.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter