L’inchiesta “Dama Nera” rappresenta la migliore risposta dello Stato contro la corruzione ed il malaffare e personalmente non posso che esprimere gratitudine ed incoraggiamento nei confronti di magistrati e forze dell’ordine impegnati nel contrasto ad azioni criminali che sono la vergogna del nostro Paese.
Leggere quindi che nelle carte delle indagine vi sarebbero persone che hanno del tutto impropriamente utilizzato il nome Formiche mi addolora e rincresce.
Laddove gli atti processuali dovessero confermare le indiscrezioni apparse oggi sui giornali, anticipo che io stesso e la società che edita la rivista Formiche ci costituiremo parte civile ed adotteremo tutte le iniziative che la legge consente per tutelare la nostra onorabilità.
Preciso ulteriormente che l’omonima fondazione Formiche onlus è un soggetto giuridico diverso dalla società editoriale di cui rappresento l’azionista di maggioranza.
La nostra rivista non ha intrattenuto alcun rapporto con le persone arrestate e non si è occupata delle vicende oggetto dell’inchiesta.
La fiducia nel lavoro degli investigatori non è né retorica né formale: è piena e profonda. Nella lotta fra guardie e ladri stiamo con le prime senza se e senza ma.