Si aprono le porte della comicità per Hillary Clinton. La senatrice democratica, infatti, ce la sta mettendo tutta per scrollarsi di dosso l’immagine di donna fredda, calcolatrice e – dicono i suoi avversari – antipatica che si trascina dietro dalle primarie del 2006 (vinte da Barack Obama). È per questo che Clinton ha scelto di rafforzare la sua presenza televisiva in programmi satirici come il Saturday Night Live o i cosiddetti “Late Show” da seconda serata condotti da personaggi come Ellen De Generes e Jimmy Fallon, molto amati e seguiti dal pubblico americano.
LA PRESIDENTE BARISTA
Il 3 ottobre Hillary Clinton ha vestito i panni di Val, una barista pronta ad ascoltare tutti i dubbi e le perplessità di una Hillary Clinton impersonata dalla comica Kate McKinnon, che si confida con la barista di turno sorseggiando un bicchiere di vodka. Nella gag vengono presi di mira i punti deboli della candidata democratica, come la posizione oscillante sull’oleodotto Keystone o il supporto tardivo ai matrimoni gay, ed è forse questo lo scopo (e il punto vincente, secondo alcuni osservatori) dell’apparizione al Saturday Night Live, uno dei programmi satirici più amati dal pubblico americano trasmesso e dalla Nbc, la capacità di riconoscere limiti e punti deboli trasformandoli in risata. È stata anche l’occasione per rispondere alle critiche sull’età fatte a Clinton da molti repubblicani, secondo i quali sarebbe troppo “vecchia” per reggere i ritmi e lo stress a cui è sottoposto il Presidente degli Stati Uniti (Clinton ha 69 anni).
Non è mancata la stoccata – con imitazione da parte della barista Val/Hillary – a Donald Trump, il candidato Repubblicano più scomodo (per i repubblicani stessi) e più scenografico dell’attuale campagna elettorale per le primarie (che si terranno tra febbraio e giugno del 2016). “Voglio essere la persona che lo farà scendere dal piedistallo. Lo distruggerò“, ha tuonato l’imitatrice McKinnon, che ha messo in scena una Hillary Clinton ambiziosa e stressata. Alcuni commentatori, come Errol Louis della CNN, hanno sottolineato come a Clinton sia stato riservato un trattamento di favore da SNL, quasi gentile, non essendo stati toccati temi delicati come l’email gate, i fondi esteri raccolti dalla Clinton Foundation per la per la campagna elettorale o temi di politica estera.
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I TALK SHOW SERALI
Sempre sulla Nbc, Clinton era stata intervistata da Jimmy Fellon nel suo Tonight Show qualche settimana prima dello sketch su Saturday Night Live. Nel talk show, condotto da un ex comico di SNL, Clinton ha parlato del suo essere diventata nonna da poco (consigliando di parlare, cantare, ma soprattutto leggere ai propri bambini, che siano figli o nipoti), del suo obiettivo primario quando e se diventerà presidente (aumentare il reddito dei cittadini americani in modo che abbiano più possibilità, abbassare le tasse per gli studenti universitari e diminuire il debito per gli studenti che hanno già contratto un prestito). Ed è al Tonight Show che Clinton si è cimentata nell’imitazione di Donald Trump, siparietto che probabilmente ha aperto le porte all’imitazione di Trump più scenografica fatta al SNL qualche settimana dopo.
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Lo spazio dedicato dalla maggiore emittente statunitense (la Nbc raggiunge circa 112 milioni di famiglie americane) alla candidata democratica si arricchisce con le varie presenze di Clinton al talk condotto da Ellen De Generes (The Ellen De Generes Show). De Generes, nata come stand-up comedian, porta avanti il suo programma da oltre 10 anni e proseguendo sulla linea del passato (ha appoggiato la corsa di Barack Obama) sostiene la candidatura di Clinton, dando quasi per scontata la sua elezione alle primarie.
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LA TELEVISIONE DELL’EMPATIA
Il restiling per rendere Hillary Clinton più vicina ai suoi elettori passa, dunque, per i salotti televisivi meno formali. I temi toccati da Clinton durante i talk sono quelli messi in campo già dai primi giorni della sua campagna elettorale: diritti degli omosessuali (De Generes è un’attivista LGBT, tra le prime attrici televisive a fare coming out negli anni ’90), maggiore accessibilità all’istruzione universitaria, piu’ possibilità per tutti i cittadini americani di costruire una vita dignitosa. Allo stesso modo il suo percorso politico trentennale e il valore della famiglia sono alla base degli spot messi appunto dal suo staff (tutto femminile) per convincere gli americani a votare quella che potrebbe essere il primo presidente degli Stati Uniti donna.