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Sanità, la ricetta di Farmindustria

La farmaceutica mostra i muscoli e torna a ribadire il suo ruolo di traino all’economia italiana. Ad Ancona Farmindustria, l’associazione di settore presieduta da Massimo Scaccabarozzi aderente a Confindustria, ha riunito presso lo stabilimento Angelini, una folta pattuglia di rappresentanti del mondo del farmaco: imprenditori, manager ed esperti. L’iniziativa fa parte di quel roadshow, avviato dall’associazione circa tre anni fa, per promuovere il contributo del settore industriale all’economia tricolore. Il confronto è stato l’occasione per fare le somme e le sottrazioni in un comparto strategico ai fini della ripresa. Non sono mancati però palesi riferimenti (quasi tutti positivi) all’operato del governo Renzi, citato più di una volta dai dirigenti dell’associazione.

FATTURATO E OCCUPAZIONE, COSI’ IL PHARMA HA MESSO IL TURBO

Innanzitutto i numeri. Lo scorso anno il comparto farmaceutico ha generato 2,5 miliardi di investimenti tra R&S e produzione con un aumento dei quest’ultima pari al 4,5% sul 2013. Il tutto a front corrispondente a un fatturato di quasi 29 miliardi di euro, sostenuto in gran parte dall’export. Numeri che pongono l’industria italiana del farmaco tra le prime al mondo per investimenti all’estero, contribuendo a fare dell’Italia tra il 2010 e il 2014  il primo esportatore mondiale di farmaci e vaccini. Ma anche sull’occupazione ci sono numeri più che confortanti. Nel 2014, hanno spiegato da Farmindustria, sono stati assunti 5.000 giovani under 30 (lo scorso anno, a Bari, Farmindustria si era impegnata alla presenza di Renzi ad assumerne 1.500). Ed è proprio sul fronte del lavoro che è arrivato una sorta di mini endorsement renziano targato Farmindustria, la quale ha sottolineato come “dopo anni di calo, l’occupazione, anche a grazie a jobs act, è tornata a salire”. Ma i riferimenti ai buoni rapporti con il premier non finiscono qui.

IL PUNTO DI VISTA DEGLI IMPRENDITORI

Un’analisi del settore è stata fornita anche da uno dei big del settore cioè il gruppo Menarini, di proprietà della famiglia fiorentina Aleotti. All’incontro ha partecipato Lucia Aleotti, presidente di Menarini e numero due di Farmindustria, rimarcando in un intervento il “ruolo che l’industria riveste nella ripresa dell’economia italiana. Il nostro è un settore efficiente, che investe e garantisce all’Italia un grande contributo annuo”. Il patron di Menarini è poi però tornata sull’argomento più caro agli industriali del farmaco, ossia la richiesta di regole e leggi certe: “perchè un Paese che vince è quello che ha un quadro regolatorio stabile e affidabile”. Renzi ha poi trovato nuovamente posto nelle parole del presidente Menarini, in apertura di intervento ha citato con una punta di orgoglio, una frase pronunciata tempo fa dal premier nel corso di una visita a uno stabilimento farmaceutico: “visitando queste aziende vedo tanto futuro”.

TUTTE LE LUCI (E LE OMBRE) SECONDO FARMINDUSTRIA

La cornice dell’incontro è stata fornita dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: “L’industria farmaceutica è un fiore all’occhiello del made in Italy”, ha detto il numero uno dell’associazione, promuovendo nella sostanza il quadro normativo messo in atto dal governo (Renzi) negli ultimi due anni. “Siamo consapevoli e abbiamo l’ambizione che se sarà garantita la stbilità delle regole degli ultimi due anni, potremo diventare un hub globale, superando la Germania”. Le strizzate d’occhio al governo però si sono esaurite qui. Perchè subito dopo Scaccabarozzi, interpellato da Formiche.net sui punti di debolezza del settore, ha ricordato come “questa industria cresce soprattutto grazie all’export. Senza di esso noi non andremmo poi mica tanto bene, perchè il mercato interno è in contrazione”, ha spiegato Scaccabarozzi. “Bisogna dire le cose come stanno: i farmaci non costano tanto e la spesa in questo Paese è bassa”. Ma è sul problema del finanziamento del Fondo sanitario che Scaccabarozzi è diventato un fiume in piena. Il governo vuole aumentarlo a 111 miliardi, cifra che però scontenta le Regioni (nel decreto enti locali era previsto a 113 miliardi) e, a quanto pare, anche gli industriali.

SCACCABAROZZI: BASTA TAGLI ALLA FARMACEUTICA (E ATTACCA LE REGIONI)

“Vorrei ricordare che per uscire dalla crisi bisogna investire. Noi lo facciamo e quindi credo sia sbagliato tagliare. Mi auguro vivamente che il governo mantenga il fondo promesso e non lo riduca ancora. Bisogna trovare le risorse”. Sollecitato da Formiche.net sul fondo sanitario, Scaccabarozzi ha detto: “Fare farmaci costa tanto, per farne uno servono quasi 3 miliardi. Per questo bisogna investire e non si può pensare di tagliare e basta. E’ vero che negli ultimi due anni siamo cresciuti, ma proprio perché abbiamo investito. Adesso però è arrivato il momento di capire una volta per tutte che noi industrie del farmaco stiamo aiutando l’economia di questo Paese. Qui in Italia sono tutti esperti di sanità. Quando si parla di risparmi, tutti sparano cifre. Ma non si tiene conto invece di dove indirizzare gli investimenti”. Il numero uno di Farmindustria ha riservato poi una stilettata alle regioni, colpevoli di appoggiare gli investimenti delle aziende salvo poi cambiare le carte in tavola in sede di conferenza dei servizi. “Non va bene, noi investiamo, ma troppo spesso in certe riunioni le regioni chiedono di tagliare i fondi o i farmaci”.

LA MANOVRA? SIAMO UN PO’ PREOCCUPATI

Nonostante il buon trend del settore, gli industriali del farmaco sono un po’ preoccupati. Da cosa? “Dalla manovra”, ha detto Scaccabarozzi prima di salutare la platea di Ancona. La legge di stabilità è alle porte (è attesa all’esame del Cdm entro metà ottobre) e oltre agli investimenti le imprese farmaceutiche temono stangate. “Sì, siamo preoccupati, speriamo bene. Il taglio del Fondo non è un buon segno, vedremo”, ha concluso, alzando le spalle. Con Renzi mica possono essere sempre rose e fiori.


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